Stradella del Garofolino. Già descritta dal Lampertico, il nome le deriva da una antica osteria al Garofolin, distrutta dal bombardamento aereo del febbraio 1945 (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr).. La locanda era ubicata in alcuni locali delle scuderie dei conti Thiene. Era frequentata da nobili e popolani e brigate di amici. In zona sino agli anni ’60 esisteva il cinema parrocchiale chiamato il Grillo Parlante, proprietà dei Filippini.
“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Stradella del Borghetto, da Burg in tedesco, vicina a Porta Santa Croce, al Bacchiglione, al Ponte Novo
Stradella del Borghetto. Burg in tedesco, piccolo Borgo. Vicina a Porta Santa Croce, al Bacchiglione, al Ponte Novo, è in via di risanamento, spesso allagata, perché a livello del fiume (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr).
“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Stradella dei Tre Scalini, i tre nella strada verso contrà Pescherie Vecchie che… non ci sono più
Stradella dei Tre Scalini. Il nome deriva da tre gradini ricavati nella strada verso contrà Pescherie Vecchie, per impedire il passaggio di veicoli in strada durante i mercati (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr). Con il nuovo palazzo delle poste e la sistemazione della strada i gradini furono eliminati.
“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Stradella dei Stalli, dalle stalle della famiglia Porti nelle vicinanze del Palazzo di Contrà Porti
Stradella dei Stalli. Laterale di Contrà Riale (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr). Lunga 144 metri. Il nome caratteristico deriva dalle stalle che la famiglia Porti aveva nelle vicinanze del Palazzo di Contrà Porti; probabilmente il lapicida che incise il nome commise un errore: “dei stalli”, meglio “degli stalli”.
“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Stradella dei Orbi, dove più di cento anni fa abitavano dei poveri ciechi
Stradella dei Orbi. Laterale contrà Santa Lucia. Lunga metri 70 (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr). Un nome piuttosto strano, si spiega forse col fatto che nella stradella (ora rimessa a nuovo) più di cento anni or sono abitassero dei poveri ciechi usi ad andare mendicando. Nessuna relazione tra la casa d’angolo costruita nel 1773 da Giuseppe Gastaldi, commerciante in seta, (ora Franceschini) e la riproduzione del busto di Belisario, vincitore dei Goti in Italia, caduto in disgrazia e divenuto cieco e mendicante a Costantinopoli.
“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Stradella dei Munari, i mugnai. Era anche chiamata Busa dei Munari
Stradella dei Munari, i mugnai. Lunga 80 metri (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr). Era anche chiamata Busa dei Munari per una depressione della strada spesso allagata dalla piena del Bacchiglione che scorre vicinissimo. Il toponimo di Stradella dei Munari indica la presenza dei mulini, cioè le macchine per macinare le biade, il grano e altro.
Gli Statuti cittadini del 1264 prevedevano norme rigorose per l’esercizio del mestiere di mugnaio. Le regole emanate il 29 luglio 1557 obbligavano i mugnai «a tenere di cadauna condizione et qualità la bozza giusta, secondo la misura del comune di Vicenza sigillata per il pubblico bolladore con il bollo di San Marco».
“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Stradella dei Forti di Corso Padova, da alcuni fortilizi costruiti a difesa dell’ingresso in città
Stradella dei Forti di Corso Padova. Da corso Padova a Borgo Casale (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr). La denominazione risale alla delibera del Consiglio Comunale del 22 luglio 1911. Il nome è originato da alcuni fortilizi costruiti a difesa dell’ingresso in città dalla Parte di Porta Padova.
“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Stradella dei Filippini, durante il fascismo dedicata a Giovanni Berta, prima era Stradella dei Gesuiti
Stradella dei Filippini. Anticamente Stradella dei Gesuiti (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr). Con delibera podestarile 15 gennaio 1934 la stradella era stata intitolata al caduto fascista Giovanni Berta; alla fine del conflitto, il 19 dicembre 1945, su richiesta del Comitato di Liberazione Nazionale (C.L.N.) la Giunta deliberava “Stradella dei Filippini” per la presenza della chiesa sede della parrocchia di San Marcello.
I Filippini erano i preti di San Filippo Neri. Quando Napoleone nel 1810 soppresse molti ordini religiosi la chiesa fu accorpata con la cattedrale ma, nel 1840, ritornò ad essere parrocchia. Disegnata dal conte Antonio Piovene, contiene quadri di Giovanni Busato e di Ubaldo Oppi.
“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Stradella dei Cappuccini, da monastero “misto” che nel sec. XIII adottava regola di S. Benedetto
Stradella dei Cappuccini. Lunga 500 metri (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr). Il consiglio comunale, con delibera consiliare 22 luglio 1911, dette il nome attuale. Il nome deriva da un monastero che nel sec. XIII adottava la regola di S. Benedetto. Il convento era misto, cioè frati e monache.

I monasteri misti furono aboliti nel 1422; nel 1522 arrivarono i Minori Osservanti che lo resero splendente “amplo et bello, tutto dipinto della vita et miracoli de santo Francesco.” In questo convento nel secolo XVI dimorarono San Ignazio di Loyola e Francesco Saverio. Il convento si trasferì a San Biagio nel 1522.

“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Strada del Megiaro, da «migliaro» che sta per miglio… la distanza dalla porta della città
Strada del Megiaro. Laterale viale della Pace (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr). Lunga 1110 metri. La lunga via a suo tempo era tutta in aperta campagna ed è interrotta da un passaggio a livello della linea ferroviaria Vicenza-Padova. La parola dialettale megiaro corrisponde a «migliaro» che sta per migliaio, miglio, che è la distanza dalla porta della città equivalente ad un miglio terrestre. Il miglio toscano o romano è lungo circa un chilometro e mezzo, esattamente 1471,23 metri.