lunedì, Marzo 10, 2025
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“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Stradella delle Cappuccine, dalla loro casa soppressa da Napoleone, e Stradella delle Barche

Stradella delle Cappuccine. Laterale di Porta Padova lunga 150 metri (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr). Le Madri Cappuccine, che seguivano la regola di Santa Chiara, acquistarono nel 1635 nel borgo di San Pietro una casa, con pozzo, cortile e orto cintato da muro. Si volevano trasferire e costituirsi in monastero. Prende così il loro nome la stradella delle Cappuccine che fiancheggia il convento. Le religiose Cappuccine abitarono il convento sino ai decreti Napoleonici che sopprimevano gli ordini. Il loro posto fu preso nel 1811 dalla Pia Casa del Soccorso per donne penitenti e pericolanti.

Stradella delle Barche. Viuzza poco nota e poco frequentata, nel quartiere, rimesso a nuovo (qui la mappa).

Stradella delle Barche (Vicenza-Toniolo Ilaria-Colorfoto per ViPiù)
Stradella delle Barche (Vicenza-Toniolo Ilaria-Colorfoto per ViPiù)

“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Stradella della Racchetta, dal gioco della Pallamaio o Pallamano o ancora Pallamaglio

Stradella della Racchetta. Il nome della via deriva dal gioco della Pallamaio o Pallamano o ancora Pallamaglio, in un terreno adattato nel 1503 dal nobile vicentino Attila Trissino, sepolto nella chiesetta delle Grazie, edificata lì vicino (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr).

“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Stradella della Banca Popolare, detta anche stradella Thiene o Negri o Santo Stefano

Stradella della Banca Popolare. Detta anche stradella Thiene o Negri o Santo Stefano (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr). La Banca popolare di Vicenza, nata nel 1866 ad opera di benemeriti cittadini come Paolo Lioy, Emanuele Lodi, Girolamo Busato, acquista in data 5 novembre 1871 il Palazzo di proprietà delle contesse Elena e Giulia Thiene per farne la sede della Banca.

“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Stradella del Garofolino, da antica osteria al Garofolin, distrutta da bombardamento aereo del 1945

Stradella del Garofolino. Già descritta dal Lampertico, il nome le deriva da una antica osteria al Garofolin, distrutta dal bombardamento aereo del febbraio 1945 (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr).. La locanda era ubicata in alcuni locali delle scuderie dei conti Thiene. Era frequentata da nobili e popolani e brigate di amici. In zona sino agli anni ’60 esisteva il cinema parrocchiale chiamato il Grillo Parlante, proprietà dei Filippini.

“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Stradella del Borghetto, da Burg in tedesco, vicina a Porta Santa Croce, al Bacchiglione, al Ponte Novo

Stradella del Borghetto. Burg in tedesco, piccolo Borgo. Vicina a Porta Santa Croce, al Bacchiglione, al Ponte Novo, è in via di risanamento, spesso allagata, perché a livello del fiume (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr).

“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Stradella dei Tre Scalini, i tre nella strada verso contrà Pescherie Vecchie che… non ci sono più

Stradella dei Tre Scalini. Il nome deriva da tre gradini ricavati nella strada verso contrà Pescherie Vecchie, per impedire il passaggio di veicoli in strada durante i mercati (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr). Con il nuovo palazzo delle poste e la sistemazione della strada i gradini furono eliminati.

“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Stradella dei Stalli, dalle stalle della famiglia Porti nelle vicinanze del Palazzo di Contrà Porti

Stradella dei Stalli. Laterale di Contrà Riale (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr). Lunga 144 metri. Il nome caratteristico deriva dalle stalle che la famiglia Porti aveva nelle vicinanze del Palazzo di Contrà Porti; probabilmente il lapicida che incise il nome commise un errore: “dei stalli”, meglio “degli stalli”.

“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Stradella dei Orbi, dove più di cento anni fa abitavano dei poveri ciechi

Stradella dei Orbi. Laterale contrà Santa Lucia. Lunga metri 70 (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr). Un nome piuttosto strano, si spiega forse col fatto che nella stradella (ora rimessa a nuovo) più di cento anni or sono abitassero dei poveri ciechi usi ad andare mendicando. Nessuna relazione tra la casa d’angolo costruita nel 1773 da Giuseppe Gastaldi, commerciante in seta, (ora Franceschini) e la riproduzione del busto di Belisario, vincitore dei Goti in Italia, caduto in disgrazia e divenuto cieco e mendicante a Costantinopoli.

“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Stradella dei Munari, i mugnai. Era anche chiamata Busa dei Munari

Stradella dei Munari, i mugnai. Lunga 80 metri (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr). Era anche chiamata Busa dei Munari per una depressione della strada spesso allagata dalla piena del Bacchiglione che scorre vicinissimo. Il toponimo di Stradella dei Munari indica la presenza dei mulini, cioè le macchine per macinare le biade, il grano e altro.

Gli Statuti cittadini del 1264 prevedevano norme rigorose per l’esercizio del mestiere di mugnaio. Le regole emanate il 29 luglio 1557 obbligavano i mugnai «a tenere di cadauna condizione et qualità la bozza giusta, secondo la misura del comune di Vicenza sigillata per il pubblico bolladore con il bollo di San Marco».

“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Stradella dei Forti di Corso Padova, da alcuni fortilizi costruiti a difesa dell’ingresso in città

Stradella dei Forti di Corso Padova. Da corso Padova a Borgo Casale (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr). La denominazione risale alla delibera del Consiglio Comunale del 22 luglio 1911. Il nome è originato da alcuni fortilizi costruiti a difesa dell’ingresso in città dalla Parte di Porta Padova.