Al via “Pedalando” per sensibilizzare sulla Malattia di Parkinson, Lanzarin “Promuoviamo la salute”
VENEZIA (ITALPRESS) – “Una grande manifestazione di sensibilizzazione all’insegna dello sport, della solidarietà e della sensibilizzazione nella lotta contro le malattie degenerative, come ad esempio la Malattia di Parkinson”. Così l’assessora alla Sanità e al Sociale, Manuela Lanzarin, ha presentato la terza edizione di “Pedalando”, una pedalata solidale di sette giorni attraverso il Nordest per promuovere la salute e contrastare lo stigma per la malattia di Parkinson, a cui la Regione Veneto ha dato il proprio patrocinio.
La pedalata prevederà sei tappe tra cui Bassano, Levico, Trento, Feltre, Pordenone, Udine per arrivare a Trieste il 22 luglio e concludersi a Grado il 23 luglio. Nei due capoluoghi di regione, verrà organizzato, in collaborazione con le associazioni e le istituzioni locali, un convegno con medici e specialisti per fornire informazioni approfondite sulla malattia alla luce dei nuovi risultati della ricerca.
“Secondo i dati della Relazione Socio-Sanitaria 2024 della Regione del Veneto, i soggetti con MdP che si sono rivolti ai servizi sanitari regionali sono oltre 18.000. La maggior parte di loro è di età superiore ai 65 anni (89,5%) e di genere maschile (54,7%). Per questa ragione, è importante orientare correttamente i pazienti ed i loro familiari rispetto alla diagnosi, ai diversi interventi terapeutici ed assistenziali e alla prognosi”, ha spiegato l’assessora. “Il nostro PTDA analizza tutte le fasi della malattia: prevenzione, intercettazione e diagnosi, assistenza e presa incarico, interventi terapeutici e riabilitativo attraverso strumenti telemedicina (tele monitoraggio)”.
-Foto Regione Veneto-
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“Non ho nessuno che mi immerga”: le povertà sanitarie e come superarle
(Articolo di Padre Gino Alberto Faccioli sulle povertà sanitarie da VicenzaPiù Viva n. 299 , sul web per gli abbonati).
Le povertà sanitarie e come superarle alla luce della Costituzione Italiana e del Manifesto di Verona. Sono 4,5 milioni gli italiani che rinunciano a curarsi per ragioni economiche e, in parallelo, per effetto delle liste d’attesa della sanità pubblica.
“Non ho nessuno che mi immerga”. Universalità e diritto di accesso alle cure. È il titolo del XXV Convegno Nazionale della Pastorale della Salute, tenutosi a Verona il 7-15 maggio del 2024. “Non ho nessuno che mi immerga”, è stato declinato dal vangelo di Giovanni, dove un paralitico pur trovandosi vicino alla piscina di Betzatà (luogo dove era possibile guarire), non riesce ad avvicinarsi alla guarigione, perché non c’è nessuno che lo accompagni: il suo problema era avvinarsi alla cura.
Come prendersi cura di qualcuno è un tema che da sempre affascina l’umanità. Siamo passati dalla “Non ho nessuno che mi immerga”: le povertà sanitarie e come superarle alla luce della Costituzione Italiana e del Manifesto di Verona. Sono 4,5 milioni gli italiani che rinunciano a curarsi per ragioni economiche e, in parallelo, per effetto delle liste d’attesa della sanità pubblica semplicità di piccoli gesti di aiuto a forme di cura organizzata sempre più evolute. La sapienza del cristianesimo e il senso di una solidarietà diffusa hanno generato l’istituzione “ospedale” insieme ad altre strutture specializzate. Nel tempo, tutti i paesi nel mondo si sono dotati di un sistema più o meno ampio di assistenza.
In Italia, la cura delle persone affette da problemi di salute ha un carattere universalistico. Chiunque risieda, anche temporaneamente, sul nostro territorio ha diritto ad essere curato.
Tuttavia, oggi, questo più che un diritto sembra essere diventato una sorta di privilegio, legato alla soglia della povertà. Scriveva, papa Francesco, in un messaggio del 13 aprile 2023 all’Associazione religiosa istituto socio-sanitario: «Ci sono persone che per scarsità di
mezzi non riescono a curarsi, per le quali anche il pagamento di un ticket è un problema; e ci sono persone che hanno difficoltà di accesso ai servizi sanitari a causa di lunghissime liste d’attesa, anche per visite urgenti e necessarie! Il bisogno di cure intermedie poi è sempre più elevato, vista la crescente tendenza degli ospedali a dimettere i malati in tempi brevi, privilegiando la cura delle fasi più acute della malattia rispetto a quella delle patologie croniche: di conseguenza queste, soprattutto per gli anziani, stanno diventando un problema serio anche dal punto di vista economico, con il rischio di favorire percorsi poco rispettosi della dignità stessa delle persone».
Le parole pronunciate nel 2023 dall’allora pontefice, hanno trovato conferma nel Rapporto Bes (Benessere equo e sostenibile) del 17 aprile del 2024.
In questo rapporto, come anche quello della Fondazione Gimbe, emerge chiaro come i dati del capitolo salute sono allarmanti: aumentano a 4,5 milioni gli italiani che rinunciano a curarsi, sia per ragioni economiche sia, soprattutto, per effetto delle liste d’attesa. A far aumentare gli italiani che rinunciano alle cure – l’anno scorso erano poco più di 4 milioni – sono state proprio le attese troppo lunghe.
Nel 2022 4,2 milioni di famiglie hanno limitato le spese per la salute, in particolare al Sud. Secondo i dati ISTAT sul cambiamento delle abitudini di spesa nel 2022 il 16,7% delle famiglie dichiarano di avere limitato la spesa per visite mediche e accertamenti periodici preventivi in quantità e/o qualità.
Risultati sovrapponibili, seppur in percentuali ridotte, vengono restituiti dall’indagine ISTAT sulle condizioni di vita. Il 4,2% delle famiglie dichiara di non disporre di soldi in alcuni periodi dell’anno per far fronte a spese relative alle malattie.
Secondo le statistiche ISTAT sulla povertà, tra il 2021 e il 2022, l’incidenza della povertà assoluta per le famiglie in Italia – ovvero il rapporto tra le famiglie con spesa sotto la soglia di povertà e il totale delle famiglie residenti – è salita dal 7,7% al 8,3%, ovvero quasi 2,1 milioni di famiglie.
Questi dati preoccupanti hanno portato le undici Federazioni e Consigli nazionali dei Professionisti della salute, a partecipare al Convegno di Verona sul tema delle povertà sanitarie e si sono impegnate, a firmare il cosiddetto Manifesto per il superamento della
povertà sanitarie.
In questo documento dopo aver ricordato:
• che le professioni sanitarie e sociosanitarie sono garanti della dignità della persona e del diritto alla tutela della salute al di là di ogni logica di profitto;
• che l’universalità, l’equità e la solidarietà assistenziale sono e devono restare le finalità prioritarie del Servizio Sanitario Nazionale;
• che questo, dopo quarantacinque anni, rappresenta uno strumento in grado di garantire a tutti i cittadini elevati livelli di tutela della salute individuale pubblica, tra i migliori al mondo
alla luce di questa allarmante soglia di povertà indicano alcune possibili soluzioni, quali:
• un Piano Nazionale di Azione per il contrasto delle diseguaglianze nell’accesso alle cure;
• come compito delle autonomie locali garantire a tutti i cittadini il diritto alla tutela della salute (art. 3 e 32 Costituzione Italiana);
• promuovere un regionalismo solido;
• rivedere il sistema di compartecipazione alla spesa sanitaria degli assistiti;
• garanzia diritto salute non come mero calcolo di utilità economica, ma fondandosi su
“dignità e libertà”, i due capisaldi del Servizio Sanitario Nazionale.
Tuttavia, alla luce del rapporto Bes del 3 marzo del 2025, in cui emerge che la soglia della povertà è rimasta costante se non aumentata rispetto al 2024, le possibili soluzioni sono
rimaste solo dei buoni propositi, e tali rimarranno se non si deciderà di mettere al centro l’essere umano, con la sua dignità e libertà come ricorda il SSN, e non l’aspetto meramente economico.
Infatti, quando i medici, vengono convocati per fissare il budget per il nuovo anno, a loro prima di tutto vengono fatte precise richieste in ordine di entrate economiche, ciò vuol dire che devono aumentare le prestazioni sanitarie con tutto quello che ne consegue.
Per uscire da questa situazione la politica, perché fondamentalmente si tratta di questo, deve avere il coraggio di guardare al passato, alla storia degli ordini e delle congregazioni religiose che hanno nel loro carisma l’attenzione ai malati, di come i fondatori e coloro che hanno proseguito la loro opera hanno messo sempre al centro l’essere umano, uomo o donna che sia, che prima di tutto va accolto ed aiutato e non lasciato in disparte perché «Non ha nessuno che lo immerga» (cf. Gv 5.7).
Schifani “Dopo 80 anni riconosciuta alla Sicilia la fiscalità di sviluppo, è un passo storico”
PALERMO (ITALPRESS) – “Dopo un lungo negoziato, il Consiglio dei ministri ha approvato la norma di attuazione dello Statuto siciliano in materia finanziaria. Un passo storico che, a quasi ottant’anni dalla sua adozione, riconosce finalmente alla Sicilia la possibilità di applicare una fiscalità di sviluppo, in piena coerenza con l’autonomia finanziaria della Regione. Potremo intervenire sulle aliquote fiscali di nostra competenza, riducendole fino ad azzerarle, per attrarre investimenti esterni e favorire anche imprese e cittadini siciliani”. Lo dichiara con soddisfazione il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, commentando la decisione del governo nazionale.
“La norma – aggiunge Schifani – prevede anche agevolazioni fiscali per i pensionati non residenti che acquistano casa in Sicilia e vi trasferiscono la residenza, sulla scia del modello Portogallo. Ma potremo intervenire anche a sostegno delle fasce deboli e delle nuove imprese siciliane”.
In concreto, la Regione potrà introdurre esenzioni, detrazioni e deduzioni fiscali per promuovere sviluppo economico, coesione e solidarietà sociale, oltre a incentivi e contributi utilizzabili anche in compensazione, attraverso convenzioni con l’Agenzia delle Entrate. Come previsto dall’Accordo, l’obiettivo è attrarre imprese e cittadini europei ed extraeuropei, introducendo – nei limiti delle normative statali ed europee – una fiscalità di sviluppo e compensativa unica nel panorama della finanza regionale italiana. Una norma che dà finalmente piena attuazione allo Statuto, ampliando le leve fiscali a disposizione della Sicilia
-Foto IPA Agency-
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Athora Italia, gli italiani cercano protezione dalle spese impreviste
MILANO (ITALPRESS) – Le motivazioni più frequenti che inducono gli italiani alla sottoscrizione di polizze vita a contenuto finanziario o previdenziale sono molteplici e riflettono diverse esigenze personali e familiari. In primo luogo, un motivo molto rilevante è l’integrazione della pensione pubblica, citata dal 58% dei sottoscrittori, con una maggiore attenzione da parte delle persone più anziane, in particolare tra gli over 60, dove la percentuale sale al 67%. Un’altra motivazione importante che ha guidato il 45% dei possessori a sottoscrivere una polizza vita a contenuto finanziario riguarda le opportunità di investimento e la possibilità di accrescere il proprio capitale. La concezione di una polizza vita a contenuto finanziario come strumento funzionale a far fruttare i risparmi è leggermente più radicata nel Nord Italia (47%). La protezione e il sostegno finanziario alla famiglia rappresentano un aspetto dirimente per il 42% di chi possiede la polizza, seguono la protezione in caso di spese impreviste per il 37% delle persone, con una maggiore attenzione al Sud e nelle Isole, dove questa esigenza sale al 43%. Infine i benefici fiscali, segnalati dal 41% del totale, specie tra gli uomini (44%) e nelle regioni settentrionali. Per le polizze danni, infortuni e malattia i driver principali sono la ricerca di tranquillità e la riduzione dello stress derivante dal sapere di essere coperti in caso di imprevisti o eventi inattesi.
Sono le opinioni degli italiani secondo le analisi di genere, età e area geografica della seconda delle tre wave di ricerca previste dall’Osservatorio Look to the Future di Athora Italia, realizzate in collaborazione con Nomisma, con le quali la Compagnia assicurativa Vita continua a indagare il punto di vista degli italiani su previdenza, protezione, risparmio e investimenti.
Più in generale, le polizze che coprono eventi imprevisti come infortuni, malattie o decessi sono considerate molto utili da oltre la metà degli italiani, ma il livello di fiducia varia sensibilmente per genere, età e area geografica. Le donne si dimostrano lievemente più convinte dell’utilità piena di queste coperture (52% vs 49% degli uomini), mentre tra gli uomini uno su tre le ritiene utili solo se l’evento è altamente probabile.
La percezione e le valutazioni sulle polizze cambiano in base all’età della popolazione. Se tra i 35-49enni è il 46% a considerare le polizze danni molto utili, la quota sale al 55% tra i 50- 59enni. Sono proprio i più giovani (35-49 anni) a mostrarsi più prudenti e condizionati dalla probabilità concreta dell’evento assicurato. A livello territoriale, le aree più orientate a riconoscere la piena utilità delle polizze danni sono il Nord e il Sud (51% e 52%) mentre il Centro Italia risulta essere la zona più “dubbiosa” (47%). Le polizze a componente finanziaria suscitano un giudizio più frammentato, con significative differenze tra target: il 28% degli uomini le ritiene vantaggiose perchè fanno fruttare i risparmi nel lungo periodo, mentre quasi 1 donna su 3 non ha un’opinione precisa su questo tipo di polizze.
I cinquantenni riconoscono con maggiore intensità rispetto alle altre fasce di età le componenti di sicurezza (20%) e di beneficio finanziario (24%) garantite dalle polizze vita a contenuto finanziario. I 35-49enni si concentrano invece con maggior attenzione sulla componente di rendimento (27%).
A livello geografico, si sottolinea come 1 residente nel Mezzogiorno su 5 riconosca alle polizze vita a contenuto finanziario un ruolo importante nella protezione dei risparmi con capitale garantito.
Inoltre, dai dati dell’Osservatorio Look to the Future emerge come la conoscenza degli italiani sulle assicurazioni sia sufficientemente diffusa, seppur ancora superficiale. Gli uomini, ad esempio, dimostrano una maggiore familiarità con il mondo assicurativo – il 37% ne ha una conoscenza approfondita – mentre le donne si fermano al 24%. Il Nord si distingue per una maggiore padronanza del tema con il 35% di conoscenza approfondita, mentre Centro e Sud/Isole si attestano al 26%.
Restando sulle polizze vita a contenuto finanziario, mentre chi oggi ne possiede una mostra in generale un’elevata propensione a mantenerla nei prossimi 2-3 anni, il 28% di chi non la possiede considera di poterla sottoscrivere entro il prossimo triennio, costituendo così una fascia di potenziali nuovi clienti.
Tra chi non possiede già una polizza vita a contenuto finanziario, i più aperti alla sottoscrizione risultano i 35-49enni (35%), così come chi vive al Sud e nelle Isole (34%). Chi si dice orientato a sottoscrivere una polizza vita a contenuto finanziario valorizza in particolare la sicurezza del capitale, la flessibilità nei pagamenti e la protezione per la famiglia, insieme a garanzie di rendimento e benefici fiscali. Invece, chi non la possiede, ma ritiene probabile la sottoscrizione nei prossimi anni, apprezzerebbe un’integrazione con i servizi sanitari (importanti per il 53%), con una percentuale pari al 63% nelle fasce di età 50-59 anni e al 62% tra le donne.
– news in collaborazione con Athora Italia –
– foto ufficio stampa Athora Italia –
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Rally Pirelli Stair Irc, dopo il Casentino classifiche rivoluzionate
ROMA (ITALPRESS) – Al Rally del Casentino, uno degli eventi più iconici del calendario rallystico italiano, sono stati di nuovo rivoluzionati i vertici delle classifiche dell’International Rally Cup (IRC), la serie nazionale di grande successo supportata da Pirelli, preannunciando così un finale di stagione incerto e incandescente.
Fra le tante Rally4, la categoria di punta delle “tutto-avanti”, c’è stato il trionfale ritorno alla vittoria di Giacomo Guglielmini (Peugeot 208) che ha dominato la gara rilanciando le proprie possibilità di successo finale nonostante le due sfortunate battute d’arresto precedenti. Marco Varetto (Opel Corsa), anche lui reduce da un ritiro, è stato altrettanto efficace e con il secondo posto ha riconquistato la vetta della classifica generale scavalcando Mirco Straffi (Lancia Ypsilon) a cui non è bastato precedere l’estone Jaspar Vaher, che ha comunque confermato la propria competitività con una grande rimonta dopo il tempo perso nella prima prova speciale del rally e che ha preceduto il positivo Alex Lorenzato.
Fra le Rally5, il giovanissimo siciliano Marco Nicoletti, è tornato al comando della graduatoria vincendo davanti ad Alessandro Forneris, mentre il duello per il terzo posto, sia di gara che della generale, ha visto Matteo Scalet prevalere su Michel Della Maddalena. Nella consueta serrata lotta per il primato femminile, stavolta ha prevalso Arianna Doriguzzi Breatta davanti a Chiara Lombardi e Silvia Franchini, ma quest’ultima rimane in testa nella graduatoria stagionale. Fra le Rally4/R2 vittoria per Loris Battistelli che ha approfittato dell’assenza di Stefano Facchin per riprendere la testa della classifica e compensare il ritiro patito a San Martino di Castrozza.
Con il quarto posto Alex Possamai ha difeso la terza piazza nella generale ma il principale avversario del vincitore stavolta è stato un positivo Paolo Cassarini con Elia Camponogara a completare il podio di giornata.
-Foto ufficio stampa Pirelli-
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Trump “Sono deluso da Putin, ma non ho chiuso con lui”
LONDRA (ITALPRESS) – “Sono deluso da Putin, ma non ho chiuso con lui”. Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti Donald Trump in una telefonata con la BBC. L’inquilino della Casa Bianca ha sottolineato che “stiamo lavorando” per “fermare lo spargimento di sangue” in Ucraina. Incalzato sulla sua fiducia nel leader russo, il presidente degli Stati Uniti ha risposto: “Non mi fido quasi di nessuno”.
TRUMP A PUTIN: “ACCORDO IN 50 GIORNI SULL’UCRAINA O DAZI AL 100%”
-Foto IPA Agency-
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A Palermo 350 mila persone per il Festino, Schifani “A Santa Rosalia chiedo meno delinquenza”
PALERMO (ITALPRESS) – Sono 350mila le presenze stimate per il 401° Festino di Santa Rosalia a Palermo. Questi i primi dati sull’affluenza forniti dal Comune di Palermo.
SCHIFANI “A SANTA ROSALIA CHIEDO MENO DELINQUENZA”
“Il rapporto col Festino è storico, sono nato e cresciuto a Palermo e non l’ho mai lasciata, anche quando ho avuto incarichi a Roma. E’ un legame profondo e forte con la città che vive dei suoi problemi, ma dove ci sono anche imprenditori coraggiosi. Noi sosteniamo l’impresa che rischia per dare posti di lavoro ai giovani”. Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, intervenuto a Tgs in occasione del Festino.
“Cosa chiederei a Santa Rosalia? Meno delinquenza, condivido l’allarme del sindaco e ho chiesto un incontro al Ministro degli interni. 350 mila presenze? Senza una fede profonda tutta questa gente non sarebbe qui. Ai palermitani auguro serenità e che possano trionfino sempre valori importanti come la trasparenza. E’ importante fare sistema, fare squadra in una terra che ha subito tante dominazioni senza aver perso mai il proprio Dna. Noi come Regione ce la stiamo mettendo tutta. La Sicilia è quella che cresce più in tutto il paese, aumenta l’occupazione, le entrate fiscali, quindi i segnali stiamo cercando di darli. Dobbiamo confrontarci però anche con eventi calamitosi figli dell’ecosistema e con emergenze come quella idrica che stiamo cercando di fronteggiare”.
L’ARCIVESCOVO LOREFICE RICORDA SARA CAMPANELLA E LE VITTIME DI VIOLENZA
L’Arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice in occasione del suo discorso alla città per il 401esimo festino di Santa Rosalia, ha voluto dare voce “a tutte le donne vittime di violenza e di femminicidio, in particolare di Sara Campanella, giovane studente universitaria misilmerese uccisa a Messina il 31 marzo scorso. L’Arcivescovo ha letto prima una lettera dei familiari della ragazza e poi una lettera scritta dalla stessa Sara. “Santa Rosalia ti affidiamo i giovani vittime di violenza per mano di altri giovani, uccisi dalla droga e quelli che si sono tolti la vita, le loro famiglie torchiate dal dolore. Facci rinnegare ogni forma di violenza. Fa che chistu mali non compaia chiu” ha concluso in dialetto Lorefice.
-Foto Comune di Palermo-
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Garlasco, legale Sempio “Siamo fuori strada quando diciamo che c’era un altro personaggio sulla scena del delitto”
ROMA (ITALPRESS) – “Mi han detto che questa garza è stata contaminata prima dell’uso e che è stata toccata sicuramente dall’ausiliario del dottor Ballardini che era il medico legale deputato all’autopsia della povera vittima e questo ausiliario si chiamerebbe Ferrari, poi c’è un’altra traccia sempre del Ferrari frammista ad un altro aplotipo conosciuto ma che fa ritenere, in sintesi secondo i miei consulenti, di una contaminazione di questa garza avvenuta prima. Quindi secondo me siamo fuori strada quando diciamo che c’è un altro personaggio sulla scena del delitto, uno era e uno rimane”. Lo ha affermato l’avvocato Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio, nel corso del programma “Filorosso”, condotto da Manuela Moreno, in diretta su Rai 3 e dedicato all’omicidio di Garlasco.
LEGALE STASI “DNA MASCHILE ELEMENTO CHE DOVRA’ ESSERE SVILUPPATO”
“Oggi sappiamo che è presente nel cavo orale della povera Chiara un DNA maschile, ignoto, non sappiamo a chi appartiene. Ora, come prima cosa, nel momento in cui ci saranno le risultanze scientifiche, la Procura che è l’unica titolata a svolgere le indagini, dovrà compiere tutti gli accertamenti al fine di valutare, stabilire, se si può affermare a chi appartenga questo DNA. Questo è un ulteriore elemento investigativo che dovrà essere sviluppato”. Lo ha affermato l’avvocato Antonio De Rensis, difensore di Alberto Stasi, in una dichiarazione alle telecamere del programma “Filorosso”, condotto da Manuela Moreno, in diretta su Rai 3 e dedicato all’omicidio di Garlasco. “Certo questa possibilità potrebbe, con tutta la prudenza del caso, rappresentare un elemento importante, ma al momento non dobbiamo dimenticare che è di un soggetto sconosciuto”, ha proseguito De Rensis, “Dobbiamo procedere con prudenza e per gradi, ricordando a tutti noi che chi svolge le indagini è la Procura della Repubblica”.
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Weekend in treno a Parigi: il programma perfetto
Un weekend a Parigi in treno è la combinazione perfetta tra comodità e fascino. Scegliere il treno come mezzo di trasporto ti permette di evitare stress e lunghe attese, trasformando il viaggio in un momento da vivere con calma.
Parigi accoglie i visitatori con la sua atmosfera elegante, i caffè pieni di vita e i monumenti iconici che non smettono mai di stupire. Che tu parta per una fuga romantica o per una breve vacanza culturale, organizzare ogni dettaglio in anticipo ti aiuterà a goderti ogni istante.
In questa guida troverai un programma per sfruttare al massimo il tempo a disposizione, scoprendo quartieri pittoreschi, mercati tradizionali e i luoghi più celebri della città.
Come organizzare il viaggio in treno
Prima di partire, è importante prendersi il tempo necessario per pianificare ogni fase del viaggio. La prima scelta da fare riguarda la stazione di partenza: valuta quale sia la più comoda rispetto alla tua posizione e verifica gli orari disponibili per evitare coincidenze troppo strette o attese prolungate.
Per individuare il treno perfetto per le tue esigenze potrai utilizzare Omio, dove potrai confrontare i prezzi offerti da diverse compagnie. Questa piattaforma ti permette anche di verificare la disponibilità di biglietti a tariffe ridotte e promozioni speciali dedicate a chi prenota con anticipo.
Considera la possibilità di scegliere un orario che ti consenta di arrivare a Parigi in mattinata, così da avere più tempo per visitare la città. Una volta acquistati i biglietti, ricordati di conservarli in formato digitale sul tuo smartphone o di stamparli per evitare problemi durante i controlli.
Infine, organizza in anticipo come raggiungere il tuo alloggio dalla stazione di arrivo. A Parigi Gare de Lyon e Gare du Nord troverai taxi, linee della metropolitana e autobus pronti a portarti ovunque in pochi minuti. Programmare ogni dettaglio renderà il tuo weekend più rilassato e ti permetterà di concentrarti solo sul piacere della scoperta.
Dove dormire: quartieri e sistemazioni consigliate
Scegliere dove soggiornare a Parigi può fare la differenza tra una vacanza piacevole e un’esperienza davvero indimenticabile. Ogni quartiere ha un carattere unico, capace di soddisfare gusti ed esigenze diverse.
Se desideri immergerti in un’atmosfera vivace e contemporanea, il quartiere di Le Marais è la scelta ideale. Tra gallerie d’arte, piccole boutique indipendenti e ristoranti di tendenza, potrai vivere un’autentica esperienza parigina a pochi passi dalle principali attrazioni.
Per un soggiorno più romantico e raffinato, Saint-Germain-des-Prés offre stradine eleganti, caffè storici e librerie affascinanti dove concedersi una pausa rilassante. Chi preferisce un contesto giovane e creativo può considerare il Canal Saint-Martin, perfetto per chi ama passeggiare lungo l’acqua e scoprire locali originali.
Quando valuti la tua sistemazione, ricorda di controllare la vicinanza alle fermate della metropolitana, così da spostarti velocemente tra un quartiere e l’altro. Che tu scelga un hotel di charme, un appartamento indipendente o un accogliente b&b, prenotare in anticipo ti garantirà una maggiore scelta e prezzi più convenienti.
Itinerario del primo giorno: arte, storia e shopping
Il primo giorno a Parigi merita di essere dedicato ai grandi classici che rendono la città una delle mete più amate al mondo. Inizia la tua mattinata con una visita al Louvre, il museo più celebre di Francia, dove potrai ammirare capolavori come la Gioconda e la Venere di Milo. Per evitare le lunghe code, è consigliabile acquistare il biglietto online e scegliere un orario di ingresso definito.
Uscito dal museo, concediti una passeggiata tra i viali alberati dei Giardini delle Tuileries, perfetti per una breve pausa immersi nel verde. Da qui puoi raggiungere facilmente la celebre Place de la Concorde, con il suo obelisco e le fontane monumentali, simboli dell’eleganza parigina.
Prosegui lungo gli Champs-Élysées, un viale iconico che ospita negozi di alta moda, boutique di profumi e caffè storici dove fermarsi per un pranzo leggero. Non dimenticare di osservare l’imponente Arco di Trionfo, che domina la piazza Charles de Gaulle e regala una vista spettacolare sulla città se deciderai di salire fino alla sua terrazza panoramica.
Nel pomeriggio, esplora le vie di Le Marais, un quartiere vivace e ricco di gallerie indipendenti e negozi originali. Puoi concludere la giornata in uno dei numerosi bistrot tipici, assaggiando specialità locali accompagnate da un calice di vino francese.
Itinerario del secondo giorno: mercati e quartieri pittoreschi
Il secondo giorno è l’occasione perfetta per scoprire il lato più autentico e suggestivo di Parigi. Inizia la mattinata con una visita al Marché d’Aligre, uno dei mercati più caratteristici della città. Qui troverai bancarelle di frutta, verdura, prodotti tipici e specialità gastronomiche da gustare mentre passeggi tra i colori e i profumi del quartiere.
Dopo aver esplorato il mercato, raggiungi la zona di Bastille, dove potrai ammirare la celebre Colonna di Luglio e curiosare tra botteghe artigiane e librerie indipendenti. Questo quartiere conserva un’anima vivace e creativa che si percepisce a ogni angolo.
Prosegui la giornata spostandoti verso Montmartre, uno dei luoghi più iconici e pittoreschi di Parigi. Le stradine acciottolate, le facciate color pastello e i piccoli atelier degli artisti creano un’atmosfera senza tempo. Salendo fino alla basilica del Sacré-Cœur, potrai goderti una vista panoramica straordinaria su tutta la città.
Dopo aver ammirato il panorama, concediti una passeggiata in Place du Tertre, famosa per i pittori che espongono le loro opere all’aperto. È il luogo ideale per acquistare un ricordo originale o semplicemente per fermarsi a osservare il viavai dei turisti e degli artisti di strada.
Termina la giornata con una cena in uno dei ristoranti tradizionali del quartiere, dove potrai assaggiare piatti tipici della cucina francese in un contesto accogliente e ricco di fascino.
Concludere il weekend con stile
Dopo due giornate intense tra musei, mercati e passeggiate romantiche, è il momento di raccogliere i ricordi di questo weekend a Parigi. Prima di partire, approfitta delle ultime ore per gustare una colazione in un tipico café parigino, magari seduto a un tavolino all’aperto mentre osservi la città che si risveglia.
Se hai ancora tempo, puoi visitare una libreria storica come Shakespeare and Company, passeggiare lungo la Senna o concederti un’ultima sessione di shopping nei negozi indipendenti del Marais.
Riprendere il treno per il rientro sarà un’occasione per ripensare a tutte le esperienze vissute, dalle opere d’arte del Louvre ai panorami di Montmartre, passando per i sapori della cucina francese.
Tornare a casa con il bagaglio pieno di scoperte e di emozioni renderà questo viaggio un ricordo prezioso, capace di ispirare nuove avventure future.