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“Dear Gigi”: il 15 giugno presentazione in Bertoliana del libro su Luigi Meneghello

“Dear Gigi. Sondaggi nel carteggio di Luigi Meneghello conservato alla Biblioteca civica Bertoliana di Vicenza”. Questo il titolo del libro di Filippo Cerantola che sarà presentato da La Biblioteca Bertoliana a Palazzo Cordellina, giovedì 15 giugno 2023, alle 18.

Con l’autore sarà presente Lorenzo Renzi, docente in pensione di filologia romanza all’Università di Padova, e autore della prefazione al volume.

Dear Gigi, volume, fresco di stampa, analizza una cospicua parte del materiale epistolare di Meneghello conservato in Bertoliana all’interno della sezione degli archivi degli scrittori vicentini del Novecento. Tale documentazione, donata dallo stesso Meneghello, dalla moglie Katia e dai nipoti Giuseppe e Fina, è stata depositata nella civica vicentina fra il 1999 e il 2015: si compone di 4.074 lettere scambiate con 690 corrispondenti, che abbracciano un arco cronologico compreso tra il 1948 e il 1999. L’archivio è oggi interamente informatizzato e reso disponibile allo studio e alla ricerca. L’inventario delle carte è consultabile online nel Portale degli Archivi della Biblioteca Bertoliana.

Il libro di Cerantola, scaturito dalla sua tesi di laurea in Lettere moderne, propone l’analisi di un rilevante numero di lettere presenti nelle Carte meneghelliane della Bertoliana – da Norberto Bobbio a Primo Levi, da Goffredo Parise a Neri Pozza – contestualizzandole in rapporto alla produzione letteraria dello scrittore di Malo, di cui si offre anche la storia e la ricezione da parte di pubblico e critica.

Dear Gigi sarà in vendita a partire dal 15 giugno stesso e sarà a disposizione anche nel bookshop di Palazzo Cordellina. Filippo Cerantola, dopo aver maturato esperienze lavorative in diversi ambiti, dal 2020 insegna materie umanistiche nelle scuole medie e superiori. “Dear Gigi” è il suo primo libro.

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Fonte: Comune di Vicenza

Monte Berico di Vicenza: arco e scalette

Le prime notizie su Monte Berico provengono da un documento del 1263 dove viene chiamato monte bericano dal nome del sottostante quartiere di berga. Dopo il 1061 il vescovo Liudigerio concedeva il colle alle monache di San Pietro che nel punto più alto del tratto in cui, più tardi, furono costruite le scalette eressero una piccola chiesa chiamata San Pietro in monte.

Una rustica serie di scalini da porta di monte saliva alla chiesa. La costruzione non aveva molta attrattiva ed era scomoda da raggiungere. Durante il XIV secolo essa fu anche sede dei Cavalieri della Beata Vergine Gloriosa, detti Cavalieri Gaudenti. Dopo l’apparizione della Vergine a Vincenza Pasini e con la costruzione della chiesa dedicata a Maria nel 1428, questa piccola chiesa perse importanza e fu abbandonata.

Intorno al 1480, a scopo difensivo, un piccolo castello fu costruito sull’area dell’antica chiesa di San Pietro in Monte. Nell’anno 1595 furono nominati podestà Stefano Trevisan e capitanio Giacomo Bragadin.

Il podestà Trevisan fece costruire sul fronte della cittadina torre bissara, un’edicola con una composizione in pietra di Vicenza e stucco con una Madonna incoronata tra i Santi Vincenzo e Stefano, L’apparato fu realizzato dalla bottega degli Albanese. Il Capitanio Bragadin, ripreso un progetto di Andrea Palladio del 1576, fece costruire l’imponente arco trionfale alla base delle scalette.

I lavori vennero affidati a Francesco Albanese; le statue sulla parte superiore dell’arco sono di Giovan Battista Albanese, mentre le due presenti nelle nicchie interne sono opera di Orazio Marinali e rappresentano, una, l’arcangelo annunziante e l’altra la vergine Maria Molti fedeli della città e della regione salivano il monte per rendere grazie all’immagine della Madonna. L’ unica strada di accesso erano le scalette.

Queste vennero rifatte come sono ora in 192 gradini suddivisi in rampe. Molti fedeli salivano in ginocchio tutti gli scalini. La strada proseguiva per un tratto pianeggiante fino alla cappella del Cristo e infine saliva per l’ultimo tratto fiancheggiato, sulla sinistra, da un porticato a colonne di pietra sormontato da archi, alla rustica.

Dopo il 1614, lungo questo percorso furono costruite su progetto dell’architetto Natale Baragia e a spese del P. Bartolomeo Ghellini 15 cappellette disseminate lungo il percorso, nelle quali erano dipinti i misteri del rosario. Già nel 1624 le Scalette avevano dovuto essere riparate, perché ridotte in pessime condizioni e nel 1703 se ne constatava la quasi totale impraticabilità; anche il porticato era ormai fatiscente. Con la costruzione dei portici del Muttoni, furono demoliti i vecchi portici e le cappellette. Le scalette furono riparate.

Di Adriano Bevilacqua da Vicenza In Centro (Aprile 2023)

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Sebastiano Tecchio, l’avvocato di Vicenza noto… per la sua barba

Il personaggio più importante del Risorgimento vicentino è certamente l’avvocato Sebastiano Tecchio. Era stato membro del Governo Provvisorio di Vicenza proclamato il 25 marzo 1848.

Il 5 giugno di quell’anno, alla vigilia della valorosa battaglia di Monte Berico del 10 giugno, il Tecchio si trovava a Valeggio sul Mincio con i rappresentanti delle province venete per consegnare a Carlo Alberto i risultati dei «liberi voti» plebiscitari che a larga maggioranza ne approvavano l’unione al Regno di Sardegna.

Tanto era il suo desiderio che il plebiscito trovasse piena e rapida realizzazione che solennemente promise «che non si sarebbe tagliata la barba finché il Veneto non fosse italiano». Dopo la caduta di Vicenza Tecchio ripara in Piemonte dove sarà deputato e ministro dei lavori pubblici. Con la costituzione del Regno d’Italia diverrà anche presidente della Camera dei deputati. Alla conclusione della Terza guerra d’indipendenza ritorna nella sua città.

Il 3 agosto il giornale «Progresso» rende noto che la Giunta Municipale di Vicenza si era recata a visitare «l’illustre nostro concittadino deputato avv. Sebastiano Tecchio» rientrato dopo 18 anni «di glorioso esilio» e aveva disposto che «per festeggiare il fausto e desiderato ritorno» la Banda Civica si recasse alla sera presso la sua abitazione.

Il 27 ottobre 1866, in qualità di primo Presidente della Corte d’appello di Venezia, proclamò dal “verone” di Palazzo Ducale i risultati del plebiscito che sanciva l’annessione del Veneto al Regno d’Italia. Nel novembre fu nominato senatore (il primo dei veneti); fu ministro di Grazia e Giustizia e poi Presidente del Senato nella XIII legislatura (1876-1880).

Ora il Veneto apparteneva al Regno d’Italia, la bandiera di Vicenza era già stata decorata di medaglia d’oro al valore militare e quella promessa fatta nel 1848?..qualcuno deve avergliela ricordata perché quella fluente barba, ormai bianca, era diventata la principale caratteristica del Presidente del Senato.

I giornali dell’epoca non riferiscono se l’avvocato avesse mantenuto fede al voto, ma sappiamo che lo stesso Tecchio distribuì agli amici una ciocca della sua barba raccolta in una raffinata teca di tartaruga legata in argento e con una sua foto dove si nota la barba bianca vistosamente accorciata. La teca è impreziosita dall’iniziale del suo nome «S» pure in argento. Fu  un  «grande» anche in questa piccola scommessa fra amici!

Di Vittorio Bolcato da Vicenza In Centro (Aprile 2023)

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Vicenza, pensa in grande

Non sono i numeri a far grande una città. Esistono luoghi di modeste dimensioni che fanno invidia perfino alle grandi metropoli: e fra questi Vicenza. Non solo per il suo autore, l’architetto più famoso sulla terra, ma anche per l’ingegno dei suoi abitanti.

Che con la loro industriosità fanno conoscere Vicenza anche nei luoghi più sconosciuti. Sono costoro gli ambasciatori della repubblica vicentina, i migliori promotori della nostra multiforme realtà. Perché la natura è stata generosa con noi, dai monti alla pianura, dalla posizione strategica alla prossimità della montagna al mare. In un contesto simile non poteva mancare l’arte non solo quella espressiva delle scritture o figurativa dei palazzi, le sculture, le pitture, ma anche il genio delle arti applicate.

Per tutte la meccanica, per migliorare quando non modificare il nostro modo di vivere. Ma se Vicenza è tutto questo, e non solo, non avvertiamo la calca di visitatori e tantomeno la sosta. Eppure ci sono, anche se non si notano. Dalle visite ai palazzi, al teatro, ai musei, alle ville, dalla partecipazione alla fiera, ai pellegrini del Monte Berico. È un continuo andirivieni ma senza assembramento.

Sembra quasi che l’ospite o il turista non voglia farsi notare. Un po’ come il carattere dei vicentini. Quella strana contrarietà a mostrarsi consapevoli se non orgogliosi di questo ben di dio. E quindi agire di conseguenza.

Pur piccola quanto a numeri può diventare una grande città per iniziative collettive. Purché lo voglia.

Di Giovanni Bertacche da Vicenza In Centro (Aprile 2023)

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Fogazzaro, storia di un cognome molto diffuso nel Vicentino

I Vicentini conoscono molto bene il cognome Fogazzaro, ma che origini ha? All’inizio era Fugazzaro, ma si sa che i cognomi variano. In rari casi la forma Fugazzaro è ancora presente.

Tra le circa 150 contrade di Valli del Pasubio, ne esiste una che porta questo nome: da lì nascono le famiglie Fugazzaro e Fogazzaro. La zona è compresa in quella vastissima area che io chiamo comprensorio cimbrico (parte del Trentino, parte del Veronese, parte del Vicentino, tra loro confinanti), caratterizzata da insediamenti misti a macchie di leopardo, perché la popolazione di origini latine e l’altra di origine germanica preferivano restare separate.

Un esempio curioso di questa separazione è la presenza della contrada Brandelleri, non lontana dalla contrada Fugazzaro. La seconda, autoctona, ha un chiaro significato: fuochista, dal lavoro degli abitanti che si dedicavano alla produzione del carbone di legna nella zona di Pian delle Fugazze, lì vicino.

Come dire “il piano dei fuochi”, perché lì, nella giusta stagione, era un continuo fumigare prodotto da questo lavoro cui molti si dedicavano. Quindi dimentichiamo la traduzione “pian delle focacce” nel senso di dolci cotti al forno come ho sentito dire frequentemente, anche se la focaccia da mangiare deriva dallo stesso termine fuoco.

La prima contrada, Brandelleri, deriva il suo nome dal cimbro Brandler che, guarda caso, significa fuochista, nell’identica accezione esposta più su. Da Brand, fuoco; abbiamo anche qualche esempio similare in cimbro: Prant, tizzone (cimbro di Asiago), Bratziel, brace (cimbro di Luserna).

Una nota sulle derivazioni cosiddette cimbriche. Non è bello da dire, ma esistono casi al mondo in cui si può definire “nemico naturale” uno o più popoli viciniori. Nel nostro caso, i popoli che ci portarono guerre (e, in forma diversa, leggi guerre economiche, ne portano anche ora; nessuno può negare che l’attuale Germania sia dominante, verso molti altri paesi dell’Unione).

Anche altri popoli passarono di qua, soprattutto dall’est vicino e lontano, ma a volte erano mescolati con popoli germanici, secondo l’antico sistema dell’alleanza o del consorzio.

Quindi, quando troviamo un termine germanico nel comprensorio cimbrico, non possiamo considerarlo sempre come cimbro, perché potrebbero essere lasciti di altri popoli: Goti, Longobardi, ecc. Potrebbero essere anche tedeschi, ma nelle specificità antico alto tedesco, antico medio tedesco, antico basso tedesco. Il cosiddetto cimbro è un dialetto bavarese del XII secolo.

Di Francesco Borasco da Vicenza In Centro (Marzo 2023)

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Terzo tempo: a Vicenza una pratica che ha recentemente interessato il rugby… e la politica

Non tutti conoscono il significato del “terzo tempo” nel Rugby, sport noto per la sua durezza, per il grande impatto e furore agonistico, ma anche per la disciplina improntata sulla lealtà e sul rispetto dell’avversario.

Dopo ogni partita le due squadre avversarie e gli arbitri si ritrovano a mangiare e bere festeggiando per non dimenticare mai che in campo si compete e al di fuori si condividono gli stessi principi dello sport: l’inclusione e lo stare insieme in un’atmosfera di cordialità nella quale si stemperano le tensioni della partita.

Forse questo rappresenta il vero spirito del rugby.

terzo tempoLa gioiosa sfilata di sabato scorso organizzata dal Rangers Rugby Vicenza in Corso Palladio per la vittoria del campionato nazionale di serie A e conclusasi nella sala Stucchi del Comune di Vicenza con la consegna del sindaco Possamai di una ”Targa Ricordo”, ha avuto un altro memorabile momento quando il presidente Augusto Fantelli ha donato una maglia a Possamai e anche all’ex sindaco Rucco con la scritta “Insieme per Rangers Rugby Vicenza” nelle quali i due concorrenti politici hanno impresso le loro firme di impegno.

Una nuova applicazione del “Terzo Tempo” nella Politica? Sarebbe sicuramente una buona pratica da adottare in modo convinto per andare oltre a certe modalità dannose ai valori ed esempi necessari a migliorare la nostra Comunità Vicentina e non solo.

W il Rugby quindi e W il terzo tempo !!!

Lucio Zaltron

Pizza in piazza, a Vicenza tre giorni dedicati alle degustazioni di qualità

Da venerdì 16 a domenica 18 giugno 2023 piazza dei Signori di Vicenza ospita la prima edizione di “Pizza in piazza”, una tre giorni dedicata alla pizza di qualità, quella nobilitata da lunghe lievitazioni, dall’utilizzo di farine pregiate, guarnite da prodotti di alta qualità, artigianali.

L’iniziativa è promossa dall’associazione Eccellenza nella pizza, presieduta da Francesco Savarise, in collaborazione con il Comune di Vicenza.

Tra i pizzaioli che inforneranno le loro specialità per farle assaggiare ai vicentini ci sono Catello Buononato della pizzeria Catello di Vigardolo, Rosario Giannattasio di Acqua e Farina di Vicenza, i due giovani talenti premiati dalla Guida al Mangiare e Bere Bene in Veneto, Massimiliano Fraccarolo e Riccardo Furlani di Fattore F di Vicenza, Mauro Pozzer de La Rotonda Thiene, Giuseppe Soldà de La Pieve Chiampo, Alessandro Buono di Amor di pizza di Paese nel trevigiano, Giuseppe Nalesso di Impasti la Villana in pizzeria di Grantorto nel padovano, Vittorio di Nunzio della pizzeria City di Treviso e, infine, Andrea Piccolo de Il laboratorio in fermento Falzè di Trevignano nel trevigiano.

Degustazioni di pizza e birra artigianale

In piazza dei Signori verranno allestite otto casette in legno che ospiteranno sei postazioni dedicate ai pizzaioli, dove i maestri dell’arte lievitata creeranno in diretta le loro specialità che potranno essere gustate calde fumanti sul posto; altre due casette saranno dedicate alle birre artigianali di qualità, in una le spine gelate del birrificio vicentino La Villana, sogno di Ilaria e Marco, che hanno dato vita ad una realtà produttiva artigianale di altissima qualità che al momento produce 18 varietà di birra.

Al birrificio locale si abbinerà Erdinger Weissbräu di Erding, città tedesca dell’Alta Baviera, la più importante fabbrica di birre di frumento in Germania e nel mondo, con una produzione che supera abbondantemente il milione di ettolitri, pur avendo mantenuto una attenzione maniacale alla qualità, anche attraverso l’uso della tecnica tradizionale della doppia fermentazione.

In degustazione anche la prima Cola italiana, la MoleCola, l’acqua di Fonte Margherita e il caffè di Julius Meinl.

Tre giorni di degustazioni e musica

Alla degustazione di pizze e birre artigianali si abbinerà un accompagnamento musicale dal vivo, venerdì sera i mitici Fred e i Cocchi di Mamma, una band travolgente che propone i successi degli anni 50 e 60 da Fred Buscaglione in poi.

L’accesso a piazza dei Signori è libero, pizze e bevande si potranno acquistare utilizzando i token in vendita alle casse.

Per informazioni: sito web: www.pizzainpiazza.org, Facebook e Instagram@pizzainpiazzavicenza, telefono: 3938475937.

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Fonte: Pizza in piazza, tre giorni dedicati alle degustazioni di qualità , Comune di Vicenza

Vicenza è un gioiello: storia della “Città dell’oro”

Vicenza, una città che è essa stessa un gioiello, è sempre stata considerata la città dell’oro, anche perché può vantarsi di produrre da secoli un terzo circa di tutta la lavorazione orafa italiana.

Basti pensare che il primo documento che attesta questa caratteristica vicentina risale al 1399. In quell’anno è stata emanata infatti la “Costituzione della fraglia degli orafi di Vicenza” perché già in quella lontana epoca a Vicenza si contavano 150 orafi artigiani.

La bravura degli artigiani vicentini era in particolar modo apprezzata dai nobili veneziani,   soprattutto dalla Chiesa, che periodicamente richiedeva loro la realizzazione di manufatti religiosi preziosissimi.

Col passare dei secoli le richieste continuarono ad aumentare, così la città ha avuto modo di farsi conoscere ed apprezzare anche in questo settore merceologico e ciò permise alla città un notevole arricchimento. Il decollo del settore però avvenne con l’inizio dell’era industriale intorno al 1800, con l’inizio dell’era dei consumi e del benessere.

In tal modo accanto ai laboratori artigianali iniziarono a nascere vere e proprie aziende orafe, di piccole e medie dimensioni e per lo più di carattere famigliare.

Negli anni 2000 le aziende orafe nel vicentino (il capoluogo, Bassano del Grappa, Trissino, ecc.) avevano raggiunto il considerevole numero di oltre 1300 con più di 10.000 addetti. Qualcuna di esse lavorava mediamente oltre 100 kg d’oro.

Oggi il settore ha subìto una restrizione notevole, tuttavia la fiera “Vicenza Oro” con il “Museo del Gioiello” è un punto di riferimento di tutto il settore, sia per l’Oreficeria che per la Gioielleria. 

Di Francesco Borasco da Vicenza In Centro (Marzo 2023)

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Bassano Music Park, giugno e luglio con grandi concerti: Modà e Madame

Bassano Music Park 2023 parte con l’annunciato e attesissimo concerto dei Modà, giovedì 22 giugno, alle 21 e 30 con orchestra dal vivo per festeggiare i loro 20 anni di storia. La band capitanata da Francesco “Kekko” Silvestre ha ottenuto in carriera 1 disco di diamante, 9 dischi di Platino, 2 dischi d’oro, 15 singoli certificati platino e 6 certificati oro e a tutto questo si aggiunge poi un lungo elenco di palazzetti e stadi sold out in tutta Italia. Ma non è tutto. Il 2023 segna anche il decimo anniversario della pubblicazione di “GIOIA”, album certificato 5 volte platino che ha segnato un importante punto di svolta nella storia del gruppo.

Venerdì 23 giugno Parco Ragazzi del ’99, location del Bassano Music Park, diventa palcoscenico di alcuni live con l’evento Aperipark, aperitivo al parco accompagnato dal dj set di Luciano Gaggia (dalle ore 18.30), seguito dall’esibizione di Liveplay, band di riferimento in Europa nel tributo ai Coldplay (ore 21.30). Oltre all’assoluta fedeltà alle sonorità (tutti i membri della band sono polistrumentisti), elemento distintivo dei Liveplay è la capacità di coinvolgere scenograficamente ed emotivamente il pubblico con videoproiezioni ed effetti speciali. Liveplay è la prima band in assoluto ad aver eseguito dal vivo tutti i brani degli album più recenti (“Ghost Stories”, “A Head Full Of Dreams”, “Kaleidoscope”, “Global Citizen EP”) con uno spettacolo che è ciò di più simile agli indimenticabili concerti dei Coldplay si sia mai visto.

Sabato 24 giugno la festa continua nel week end con la musica tutta da ballare di 90 Wonderland, il party anni ’90 più grande d’Italia, una serata di grandi successi, di un decennio glorioso, con le hit pop, rock e dance mixate a raffica. Energia, ritmo, divertimento, un tuffo nel passato e fra i ricordi delle estati più belle, con la nostalgia alle spalle e la magica atmosfera musicale degli anni ’90. Con la musica, una festa ricca di animazione, djs, ballerini, personaggi fantastici simboli dell’epoca, gadgets, effetti speciali e super video show.

A chiudere, il 26 luglio (ore 21.30), una star della scena contemporanea, Madame, la vicentina Francesca Calearo, che ha appena pubblicato il suo secondo album, L’Amore, a distanza di due anni dal suo disco d’esordio. Nel tempo trascorso nel mezzo, la cantautrice e rapper è stata eletta artista più ascoltata degli ultimi dieci anni su Spotify; ha collezionato finora 35 certificazioni tra platino e oro; è diventata la più giovane vincitrice della Targa Tenco per il miglior album d’esordio e per la miglior canzone, Voce, che ha vinto anche il Premio Lunezia e il Premio Bardotti, entrambi per il miglior testo.

Dopo un concerto-evento nel 2022, che è stato un primo banco di prova di successo – afferma il sindaco di Bassano del Grappa, Elena Pavan – torniamo quest’anno con un vero e proprio calendario di grandi eventi e un nuovo brand, il Bassano Music Park, che puntiamo a valorizzare e far crescere per fare di Bassano una delle città di riferimento in Veneto anche per i grandi concerti e l’intrattenimento estivo. Vi aspettiamo numerosi per vivere insieme un’estate di musica e divertimento in uno scenario unico”.

Vicenza in Lirica, all’Oratorio di San Nicola concerto degli alunni delle masterclass con Barbara Frittoli

Lunedì 12 giugno, alle 21, sarà l’Oratorio di San Nicola ad ospitare il primo concerto finale delle due master class di giugno del festival Vicenza in Lirica. Un concerto lirico eseguito dagli allievi di canto che hanno partecipato alla master class tenuta dal celebre soprano Barbara Frittoli. Il festival conferma e rinnova ancora una volta il suo impegno verso i giovani cantanti lirici attraverso un percorso di formazione artistica rivolto a perfezionarli vocalmente ed artisticamente.

Protagonisti della master class sono 10 nuove promesse del bel canto provenienti da Italia, Germania, Russia, Turchia, Cina e Iran, confermando il richiamo internazionale del Festival e della sua attenzione verso i giovani cantanti lirici. Ad accompagnare al pianoforte le celebri aria del melodramma è il pianista cubano Marcos Madrigal.

Il soprano Barbara Frittoli, una delle voci italiane più apprezzate sui palcoscenici di tutto il mondo, è un’affezionata presenza al Festival, con il quale ha consolidato un rapporto duraturo di collaborazione e amicizia, tornando negli anni sia in qualità di artista ospite, che di apprezzata docente, condividendo la visione di un festival non solo alla portata di un pubblico giovane, ma in grado anche di rendere le nuove generazioni protagoniste sul palcoscenico.

Sarà possibile ascoltarla il 4 settembre al Teatro Olimpico nel Requiem di Mozart insieme a Sara Mingardo, Roberto Manuel Zangaro e Riccardo Zanellato insieme all’Orchestra Camerata Musicale Città di Arco diretta da Maestro Marco Comin ed al coro Iris Ensemble.

Il concerto all’Oratorio di San Nicola sarà il primo di tre appuntamenti formativi e concerti ad ingresso gratuito, che vogliono mettere in risalto le giovani voci; i prossimi appuntamenti sono fissati il 17 giugno con gli allievi di Giovanna Canetti e a settembre con quelli del mezzosoprano Renata Lamanda.

Il Festival gode del sostegno del Ministero della Cultura, del sostegno e collaborazione del Comune di Vicenza e di AGSM AIM, del patrocinio della Regione del Veneto, del Teatro La Fenice di Venezia, del Comune di Sabbioneta e della collaborazione con l’Archivio storico Tullio Serafin.