sabato, Luglio 19, 2025
Home Blog Pagina 122

Tensioni e scontri con la polizia durante le manifestazioni a Belgrado

BELGRADO (SERBIA) (ITALPRESS) – Decine di migliaia di studenti e manifestanti si sono radunati ieri a Belgrado per chiedere elezioni anticipate. In occasione della festività di Vidovdan, studenti provenienti da diversi punti della capitale hanno marciato in modo organizzato verso Piazza Slavija, dove la protesta è iniziata alle ore 18.

La polizia ha dispiegato decine di agenti in tenuta antisommossa attorno agli edifici governativi, al Parlamento e al vicino Parco dei Pionieri, dove si sono radunati, in un contropresidio, i sostenitori del partito di governo provenienti da tutto il Paese. Dopo i discorsi e l’esibizione di un coro a Slavija, nel centro di Belgrado si sono verificati disordini: esplosioni di petardi, lancio di fumogeni, uso di spray al peperoncino, mentre i cordoni della polizia respingevano i cittadini.

Gli studenti hanno poi dichiarato che “non si trattava più di una protesta studentesca”, e diversi gruppi sono tornati alle rispettive facoltà. Oltre alla richiesta di elezioni anticipate, è stato lanciato anche un appello per la rimozione, entro le ore 21, del campo allestito nel centro città da studenti contrari al blocco delle facoltà, organizzato da altri studenti in segno di protesta per la morte di 16 persone nel crollo di una tettoia a Novi Sad, nel novembre 2024. Alle 21:30, il gruppo auto-organizzato “Studenti in blocco” ha pubblicato sul proprio profilo Instagram la frase: “Luce verde – l’ultimatum è scaduto”.

Poco dopo, i presenti hanno iniziato ad accendere fumogeni verdi. I disordini più gravi si sono verificati nei pressi del cordone che proteggeva il Parco dei Pionieri, vicino all’Assemblea Nazionale, dove si trovavano i sostenitori del governo. Persone con maschere e passamontagna hanno lanciato pietre, petardi e fumogeni, rovesciato cassonetti contro la polizia e preso a calci gli scudi. Hanno urlato frasi come “Chi state proteggendo?” e “Andate in Kosovo”.

La repressione violenta da parte della polizia è iniziata dopo il passaggio di un’ambulanza, quando i presenti hanno tentato di sfondare il cordone. Scontri con la polizia si sono verificati anche in Bulevar Kralja Aleksandra. In via Kralja Milana si è registrato un duro scontro: la polizia ha usato due volte lo spray al peperoncino e ha inseguito i manifestanti in fuga. Quando i cittadini si sono ritirati verso il Ministero delle Finanze, hanno utilizzato le barriere metalliche rimaste dai precedenti cortei per erigere barricate.

Una folla imponente si è mossa lungo via Kneza Milosa, mentre la polizia ha iniziato a correre lungo via Nemanjina in direzione di Slavija. L’intera città è rimasta bloccata fino alle due del mattino. I cordoni di sicurezza erano ancora presenti, e gendarmi e agenti in borghese hanno effettuato numerosi fermi. Diversi manifestanti sono rimasti feriti. La polizia ha riferito, nella serata di sabato, che almeno sei agenti sono rimasti feriti nei disordini.

Durante l’intervento delle forze dell’ordine, anche alcuni giornalisti sono stati aggrediti e feriti. Nel frattempo, si è tenuta anche la manifestazione dei sostenitori del governo. Una grande recinzione circondava il Parco dei Pionieri e l’Assemblea Nazionale, dove si trovavano. Molti si sono avvicinati alle transenne e hanno lanciato bottiglie e insulti ai manifestanti dall’altra parte, che passavano dopo la fine della protesta.

Il presidente della Serbia, Aleksandar Vucic, ha dichiarato ieri di aspettarsi disordini intorno alle ore 21. Studenti e rappresentanti dell’opposizione avevano invitato a una manifestazione non violenta. Gli studenti avevano già affermato che il governo “sta preparando l’arrivo di lealisti pagati da tutta la Serbia con l’obiettivo di provocare incidenti durante la commemorazione di Vidovdan, il 28 giugno”.

Il presidente serbo aveva in precedenza respinto la richiesta di elezioni anticipate. La sua coalizione, guidata dal Partito Progressista Serbo (SNS), detiene 156 dei 250 seggi parlamentari. Sabato, Vucic ha dichiarato che dietro le proteste ci sarebbero “forze straniere” non meglio precisate, aggiungendo che la polizia deve restare contenuta, ma ha avvertito che la violenza non sarà tollerata. L’Archivio delle manifestazioni pubbliche ha comunicato che in Piazza Slavija si sono radunati 140.000 cittadini.

– Foto Tanjug –

(ITALPRESS)

A Catania sequestrati 12 chili di marijuana del tipo ‘skunk’

CATANIA (ITALPRESS) – I Finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno sottoposto a sequestro in due diverse operazioni tra loro collegate 12 kg di marijuana del tipo skunk. Lo skunk è un tipo di cannabis avente un principio attivo molto più elevato rispetto alla canapa indiana tradizionale e che si caratterizza per l’odore molto pungente. Da qui il suo nome inglese, per l’appunto “skunk“, che vuol dire “puzzola“.

I militari del I Gruppo e della Compagnia Fontanarossa di Catania, a seguito di attività info-investigativa e analisi di rischio nell’ambito delle spedizioni con corrieri provenienti dall’estero, hanno evidenziato due consegne acquisendo chiare evidenze indiziarie in merito all’utilizzo del predetto sistema quale strumento di invio e ricezione del narcotico.

È stata effettuata una prima perquisizione di iniziativa che ha condotto al rinvenimento di uno plico, del peso complessivo di circa 26 chilogrammi, contenente uno scaldabagno all’interno del quale era celata sostanza vegetale di colore verdastro la quale, sottoposta ad analisi speditiva tramite narcotest, è risultata essere marijuana – skunk per un peso complessivo di 6,8 kg.

I militari quindi, non essendo ancora giunta la seconda spedizione, attivavano un dispositivo di sorveglianza e controllo finalizzato a monitorare l’arrivo del secondo plico che giungeva effettivamente nella mattinata del 19. Parallelamente, i finanzieri procedevano a una seconda attività di perquisizione che consentiva di scoprire ulteriore sostanza stupefacente della stessa qualità, marijuana del tipo skunk, per un peso complessivo di kg. 5,2 occultati all’interno di un analogo scaldabagno. Lo stupefacente per complessivi 12 kg, sottoposto a sequestro e verosimilmente destinato a rifornire le locali piazze di spaccio, avrebbe avuto un valore di mercato di circa 150 mila euro.

– Foto Ufficio stampa Guardia di Finanza –

(ITALPRESS)

Motori Magazine – 29/6/2025

ROMA (ITALPRESS) – In questa edizione:
– Lancia Ypsilon HF e HF Line, doppia anima sportiva
– Nel 2025 mercato dell’auto in calo in Europa
– Renault, a Parigi un centro per far conoscere la sua storia

tvi/abr/azn

Marc Marquez vince ad Assen, podio per Bezzecchi e Bagnaia

ASSEN (OLANDA) (ITALPRESS) – Marc Marquez, in sella alla Ducati ufficiale, è il vincitore del Gran Premio d’Olanda, disputato sul circuito di Assen. Il podio odierno vede anche Marco Bezzecchi (Aprilia) al secondo posto e Pecco Bagnaia sull’altra Ducati al terzo. Con questo successo il Cabroncito allunga ulteriormente in campionato, portando a 68 i punti di vantaggio sul fratello Alex, sempre secondo nonostante la caduta al sesto giro.

Ma le brutte notizie per il pilota Gresini non sono finite qui: i primi esami al centro medico, infatti, hanno evidenziato una frattura scomposta al secondo metacarpo della mano sinistra. Tornando alla gara, le Ktm di Pedro Acosta e Maverick Vinales si piazzano rispettivamente in quarta e quinta posizione. Nell’ordine, la top ten è completata da Fabio Di Giannantonio (Ducati Pertamina), Franco Morbidelli (Ducati Pertamina), Raul Fernandez (Aprilia Trackhouse), Enea Bastianini (Ktm Tech3) e Fabio Quartararo (Yamaha).

“Nei circuiti difficili riesco a raccogliere sempre il massimo quest’anno. Oggi ho vinto senza essere il più veloce in pista. Ho provato a gestire la gara come da piano originale. Le curve a sinistra mi hanno salvato il weekend: mi hanno aiutato a difendermi dai miei inseguitori”, ha aggiunto Marc Marquez ai microfoni di Sky Sport. “Oggi ho difeso bene la posizione. È impossibile attaccare chi ti sta davanti in queste situazioni. Bezzecchi come Alex non è riuscito a superarmi. Ieri alcuni giornalisti mi hanno fatto arrabbiare quando mi hanno detto che mio fratello non voleva superarmi”.

E sull’infortunio del fratello, infine, lo spagnolo ha dichiarato: “Alex è il mio rivale principale per il campionato e io lo voglio in pista. Ora prenderò l’aereo con lui e speriamo che possa recuperare in fretta dall’infortunio”.

“In generale, io voglio sempre di più – ha detto invece Bagnaia a Sky Sport –. Accetto più di buon grado un terzo posto come quello di Aragon, rispetto a quello di oggi. Anche in questa gara ero più veloce di quello che alla fine si è visto. Non sono riuscito a spingere come vorrei e questo è un peccato”.

“Sono entrato tardi nell’ottica della gara. Devo assumermi tantissimi rischi inutili per cercare di superare i piloti che ho davanti. La moto di quest’anno è complicata e lo dimostra il fatto che questa gara e quella del Mugello sono state più lente”. Il pilota di Chivasso ha poi continuato a ribadire lo scarso feeling con la Ducati 2025: “La moto mi limita tanto in staccata e ingresso. Nei primi tre giri riesco ad essere competitivo, ma poi ho un piccolo drop. Parto sempre bene e il passo oggi sarebbe potuto bastare per vincere. Sto facendo il possibile, ma purtroppo non stiamo venendo a capo della situazione”.

“Io mi sono divertito e ho spremuto la moto davvero al massimo – ha detto infine Bezzecchi a Sky SportÈ stata una bellissima gara, nonostante la partenza non perfetta. Sono riuscito subito a superare Morbidelli e mi sono accodato al gruppo dei più veloci. Mi sono messo secondo e da lì ho iniziato a spingere. Era da tanto tempo che non facevo podio sia nella Sprint che nella gara della domenica”.

Il pilota Aprilia ribadisce che “oggi Marc era davvero velocissimo. Ad inizio gara ero in gestione per cercare di non scaldare troppo la gomma. Da metà gara Marc ha aumentato il ritmo, mentre io ero al gancio. Non sono mai riuscito a mettergli pressione e ad avvicinarmi per sorpassarlo”.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

Telemedicina nelle farmacie, l’UAP “Restano dubbi sulla sua esecuzione”

ROMA (ITALPRESS) – “Alla luce dell’annuncio relativo all’estensione dei servizi di telemedicina nelle farmacie del Lazio, i Laboratori di analisi cliniche privati desiderano esprimere alcune osservazioni costruttive volte a tutelare la qualità delle prestazioni sanitarie, la sicurezza dei pazienti e la sostenibilità del sistema sanitario regionale. Riconosciamo l’importanza di ogni iniziativa finalizzata a migliorare l’accessibilità alle prestazioni sanitarie e a ridurre le liste d’attesa. Tuttavia, riteniamo fondamentale garantire che l’esecuzione di esami complessi, come elettrocardiogrammi e holter cardiaci o pressori, avvenga sempre nel rispetto di elevati standard di qualità, sicurezza e professionalità. Nei laboratori privati accreditati, tali esami sono effettuati da tecnici sanitari specializzati, in ambienti controllati e con strumentazioni certificate, assicurando l’affidabilità dei risultati e una gestione tempestiva di eventuali criticità cliniche. Sebbene il referto a distanza da parte di uno specialista rappresenti un elemento di garanzia, restano dubbi sull’adeguatezza delle farmacie come luoghi per l’esecuzione di esami diagnostici complessi, considerata la differente formazione del personale e l’assenza di figure sanitarie dedicate alla diagnostica. È essenziale preservare la centralità del rapporto diretto tra paziente e professionista sanitario, elemento che nei laboratori viene garantito fin dalla fase di anamnesi fino alla consegna e spiegazione dei referti”.

Lo scrive in una nota l’UAP, l’Unione Nazionale Ambulatori, Poliambulatori, enti e ospedalità privata accreditata. “Inoltre, la comunicazione istituzionale dovrebbe evitare di contrapporre l’offerta delle farmacie a quella delle strutture private, presentando la prima come un’alternativa “più rapida e conveniente”. Tale rappresentazione rischia di sminuire l’impegno e la professionalità di una rete di laboratori che da anni opera in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale, contribuendo a garantire diagnosi tempestive e di qualità per milioni di cittadini. Si ritiene opportuno precisare che, contrariamente a quanto dichiarato nell’articolo, i servizi di telemedicina offerti nelle farmacie del Lazio non risultano attualmente a carico del Servizio Sanitario Regionale, e pertanto non sono gratuiti per i cittadini. Inoltre, quanto riportato nell’articolo non ha alcuna attinenza con le liste d’attesa per le prestazioni sanitarie erogate dal SSN: l’attivazione di tali servizi nelle farmacie non contribuisce infatti in modo significativo alla riduzione dei tempi di attesa per gli esami diagnostici prescritti tramite il sistema sanitario pubblico. La presentazione di queste prestazioni come soluzione al problema delle liste d’attesa risulta pertanto fuorviante e non supportata da evidenze. Si specifica infine che le dichiarazioni contenute nell’articolo sono false, poiché attività di telemedicina come l’esecuzione e la refertazione a distanza di elettrocardiogrammi e holter vengono già da anni regolarmente svolte dalle strutture private accreditate, nel pieno rispetto delle normative vigenti e degli standard di qualità previsti dal Servizio Sanitario Nazionale. Queste attività rappresentano da tempo un supporto concreto ed efficace per i percorsi diagnostici dei pazienti, contribuendo in modo significativo alla qualità e alla tempestività delle cure” prosegue la nota dell’UAP.

“I laboratori privati accreditati ribadiscono la propria disponibilità a collaborare attivamente con le istituzioni regionali, mettendo a disposizione competenze, tecnologie e organizzazione per progetti condivisi volti a potenziare l’offerta diagnostica, abbattere i tempi di attesa e migliorare l’efficienza complessiva del sistema sanitario, sempre nel rispetto della sicurezza e della qualità delle cure. Certi che ogni iniziativa sanitaria debba essere orientata al benessere dei cittadini e alla qualità delle prestazioni, confermiamo il nostro impegno a lavorare in sinergia per una sanità regionale sempre più accessibile, sicura ed efficiente” conclude la nota dell’Unione Nazionale Ambulatori, Poliambulatori, enti e ospedalità privata accreditata.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

Al Lido di Venezia la prima spiaggia dedicata ai cani

VENEZIA (ITALPRESS) – E’ stata inaugurata, questa mattina al Lido di Venezia, la prima spiaggia libera “pet-friendly” del Comune dedicata ai cani dove possono fare il bagno. Si tratta di un’iniziativa che ha visto la collaborazione degli Enpa di Venezia, Treviso e Mira, che vuole permettere ai proprietari di animali di poter vivere appieno l’estate.

La spiaggia libera, accessibile agli animali domestici accompagnati dai padroni e regolarmente a guinzaglio, è situata all’inizio dei Murazzi, allestita con appositi nuovi cartelli, nuove insegne e cestini che ben delimitano l’area agibile agli amici a quattro zampe. Novità assoluta, resa possibile da un’ordnanza dell’Amministrazione comunale: la possibilità di fare il bagno per gli animali nello specchio di acqua antistante alla spiaggia per i cani, i quali dovranno essere accompagnati dai loro proprietari.

All’inaugurazione di questa mattina erano presenti, insieme ai volontari dell’Enpa, l’assessore al Bilancio e alle Società partecipate, Michele Zuin, il presidente della Municipalità di Lido Pellestrina, Emilio Guberti e il consigliere comunale, Nicola Gervasutti.

“Un esperimento che portiamo avanti con orgoglio – ha dichiarato l’assessore Zuinin quanto si tratta della prima spiaggia pubblica del Comune aperta agli animali grazie a un’ordinanza”. Dello stesso tono anche l’intervento del presidente Guberti che ha sottolineato la sensibilità dell’Amministrazione che conferma “l’attenzione del Comune verso i nostri amici a quattro zampe”.

– Foto Ufficio stampa Comune di Venezia –

(ITALPRESS)

Serve un Parlamento rappresentativo per governi forti e legittimati

di Raffaele Bonanni  ROMA (ITALPRESS) – Nel riproporsi ciclico del dibattito istituzionale, riaffiora oggi il tema del premierato, presentato come la soluzione ai mali strutturali del nostro sistema politico. Si invoca maggiore forza per il governo, più stabilità, più velocità decisionale. Ma prima di ridisegnare gli equilibri costituzionali, sarebbe saggio interrogarsi su quale sia la vera malattia da curare. È sotto gli occhi di tutti: la democrazia italiana soffre di un logoramento profondo, che si esprime prima di tutto nell’astensione. Non si vota più perché non si crede più che serva. Non è disinteresse, ma sfiducia.

Il voto non sembra più un diritto che incide, ma un gesto rituale. I partiti, da strumenti di rappresentanza, sono diventati recinti chiusi, verticali, autoreferenziali. Le liste dei candidati vengono decise nelle segreterie, lontano dai territori e senza alcun coinvolgimento degli elettori. Così il Parlamento, che dovrebbe essere il luogo centrale della sovranità popolare, si è trasformato in un’eco sorda della volontà di pochi. Le Camere approvano più che discutere, ratificano più che rappresentare.

Chi siede in aula non sempre risponde al corpo elettorale, ma a chi lo ha messo in lista. In un contesto simile, è illusorio pensare che basti un premierato a colmare il vuoto. Una reazione, tuttavia, si sta facendo largo. Un comitato composto da cattolici e liberali ha depositato in Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare, accompagnata da una raccolta di 50.000 firme. Giorni fa è stata formalizzata presso la Corte Suprema di Cassazione da parte di Mattia Orioli e dal comitato promotore, l’avvio del percorso di coinvolgimento dei cittadini riguardo alla richiesta di messa all’ordine del giorno del problema annoso della legge elettorale in Parlamento.

È un’iniziativa forte, chiara, orientata a restituire legittimità e forza alla rappresentanza. Tre i pilastri: il ritorno alle preferenze, il proporzionale integrale e l’introduzione della sfiducia costruttiva sul modello tedesco. Con le preferenze si restituirebbe all’elettore il diritto di scegliere chi lo rappresenta. Con il proporzionale si garantirebbe che ogni voto trovi spazio e peso nell’equilibrio parlamentare. E con la sfiducia costruttiva si assicurerebbe stabilità vera, perché un governo potrebbe cadere solo se un’altra maggioranza è già pronta a sostituirlo. Non è nostalgia, è realismo istituzionale.

Ma ciò che più colpisce è la strada scelta: la legge di iniziativa popolare. È un modo per sottrarre la riforma elettorale agli scambi tra partiti, che troppo spesso l’hanno piegata ai propri interessi contingenti. In Italia, ogni legge elettorale è figlia di un calcolo e muore col governo che l’ha partorita. Una continua transizione che ha generato incertezza, fragilità e disaffezione. Questa iniziativa rompe il cerchio vizioso.

Propone regole semplici e durature. Non guarda alla convenienza di una parte, ma all’interesse di tutti. E rilancia l’idea che la democrazia non sia solo un processo tecnico, ma un patto di fiducia fondato sulla partecipazione. Solo un Parlamento rappresentativo, scelto con libertà e consapevolezza dai cittadini, può generare governi forti e legittimati. Se la politica saprà ascoltare, si potrà finalmente aprire una stagione nuova. Se invece prevarranno i soliti tatticismi, continueremo a convivere con istituzioni deboli, partiti autoreferenziali e un Paese sempre più distante dalle sue regole del gioco.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS)

Avaria al centro di controllo a Milano, completato in poche ore il ripristino di ENAV

ROMA (ITALPRESS) – Nella serata di ieri si è verificata un’avaria al sistema di trasmissione dati radar presso il Centro di Controllo d’Area (ACC) di Milano, responsabile della gestione del traffico aereo sul nord ovest d’Italia. Il problema ha riguardato la connettività che consente l’afflusso dei dati radar alla sala operativa e che è garantita da un fornitore esterno di telecomunicazioni, ovvero TIM.

L’avaria ha interessato sia il collegamento principale sia quello di riserva della rete operativa ENET, che collega in modo ridondato tutti i siti ENAV. Le altre componenti della rete – comprese quelle relative a voce, dati di volo, informazioni meteo e NOTAM – hanno continuato a funzionare regolarmente, così come i sistemi di elaborazione e presentazione dell’ACC.

ENAV ha attivato immediatamente il proprio sistema di emergenza basato su connettività satellitare, gestito da un provider alternativo. Questo sistema, pur offrendo prestazioni ridotte, è stato fondamentale per garantire la gestione sicura dei voli già presenti nello spazio aereo italiano al momento dell’evento.

Nel rispetto degli standard di sicurezza internazionali, il sistema ridotto non consente la gestione continuativa del traffico aereo. Per tale motivo, dalle ore 20:20 alle ore 22:20 è stato applicato un rateo zero, ovvero un’interruzione temporanea dei nuovi decolli e degli ingressi nello spazio aereo del nord-ovest dell’Italia.

Il progressivo ripristino delle connessioni ha consentito il graduale ritorno alla normale operatività, con una capacità del traffico riportata al 50% già dalle 22:20. Il completo ripristino del servizio è avvenuto entro le ore 23:45. Il servizio fornito dall’ACC di Milano si basa su una pluralità di sistemi tecnologici – radio, sorveglianza radar, trattamento dati di volo, allarmi e supporti ausiliari – progettati secondo criteri di massima affidabilità e dotati di ridondanza per garantire continuità e sicurezza anche in caso di eventi imprevisti.

ENAV sottolinea che l’evento, pur avendo avuto origine da cause esterne, è stato gestito con efficacia e tempestività, limitando al minimo l’impatto operativo e garantendo la sicurezza del traffico aereo in ogni fase.

“Siamo un’azienda che offre un servizio strategico e delicato e per questa ragione utilizziamo le migliori tecnologie e i migliori professionisti di cui si possa disporre. Ciò ci rende indiscutibilmente il miglior Service Provider Europeo. In un momento critico come quello di ieri, benché non imputabile ai sistemi ENAV, i nostri ingegneri e i nostri tecnici sono intervenuti in tempi straordinari e hanno risolto un problema del provider TIM. Chi polemizza per mestiere su episodi del genere, che possono accadere, dimentica che, quando si tratta di traffico aereo non si parla solo del fondamentale diritto alla mobilità ma soprattutto di vite umane che in nessun modo possono essere messe in pericolo. Parlare di vulnerabilità del sistema di controllo è da irresponsabili o, nella migliore delle ipotesi, da chi ignora la materia cercando la sola strumentalizzazione” ha dichiarato l’Amministratore Delegato Pasqualino Monti.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS)