(Articolo di Fabio Gasparini da Vicenza In Centro n. 10-2025)
La biblioteca cittadina, una delle più antiche biblioteche pubbliche d’Italia, è intitolata a colui che le diede inizio ai primi anni del 1700: Giovanni Maria Bertolo. Nacque a Vicenza, nel 1631, in una modesta famiglia cittadina; il padre era “tornidor”, un falegname qualificato, con bottega nella zona davanti al Duomo. Il suo lavoro era apprezzato e retribuito abbastanza da consentirgli di far studiare il figlio a Padova fino al conseguimento della laurea in utroque iure. Nel 1655 era già avvocato a Vicenza, ma trasferì presto la sua attività a Venezia dove fu in breve assai stimato e destinatario di importanti incarichi. Nel 1684 fu nominato Consultor de iure della Repubblica Veneta. Dalla Serenissima fu inviato a Parma e Firenze quale mediatore in una controversia che coinvolgeva i due Granducati. Esiste la raccolta di circa 1500 Consulte Legali da lui redatte per la Serenissima. Lavori che riguardavano spesso controversie tra la Serenissima e autorità religiose. In esse il Bertolo (pur cattolico devoto) fu sempre fedele alla linea tenuta da Venezia: indipendenza politica dallo Stato pontificio e dal Clero, secondo gli insegnamenti di Frà Paolo Sarpi. Nel 1680 fu nominato Conte Palatino dall’Imperatore Leopoldo d’Asburgo ed il titolo fu confermato dal Doge nel 1683. Pur abitando prevalentemente a Venezia, in affitto in nobili palazzi (prima dai Morosini, poi dai Gradenigo), era spesso a Vicenza dove fu nominato patrizio e deputato ad Utilia nel 1694. A Vicenza fece costruire, nel 1670, un nobile edificio in fondo a stradella S.Bastiano, dietro Monte Berico (acquistato nel 1730 dai Valmarana e ora Villa ai Nani). Fu sempre attento al decoro cittadino e commissionò all’arch. Pizzocaro lavori a S.Caterina, la costruzione dell’oratorio delle Zitelle e dell’oratorio di S.Nicola da Tolentino. Manifestò a voce e con lettera la volontà di cedere tutta la sua ricca raccolta libraria (circa 7000 volumi) alla città affinché ne costituisse una Pubblica Biblioteca Civica.
Ordinò all’arch. Muttoni di ingrandire e adattare allo scopo il fianco dell’edificio del Monte di Pietà lungo contrà del Monte; sul monumentale arco di ingresso fece scolpire in caratteri greci la scritta “luogo di cura della mente” che ancora vediamo; il lavoro fu terminato e nel 1708, l’anno dopo la morte del conte Bertolo. Fu sposato con la ricca vicentina Serafina Barbieri ed ebbe due figlie femmine che divennero suore benedettine. Fece predisporre la sua tomba al centro del pavimento di S. Caterina, dove ancora riposa; sull’arco dell’altar maggiore fece scolpire il suo stemma nobiliare: un leone rampante con due code attorcigliate. Nell’atrio della Bertoliana (dal 1907 in contrà Riale) un busto marmoreo scolpito dal fiammingo Justo le Court nel 1677 ne ricorda le sembianze.
Ing. Fabio Gasparini