mercoledì, Ottobre 9, 2024
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Giovanni Angiolello alla corte Ottomana: Pigafetta non fu l’unico vicentino a spingersi oltre i confini dell’Europa

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La storia di Antonio Pigafetta, cronachista vicentino del viaggio di Ferdinando Magellano e uno dei pochi a sopravvivere all’impresa, ha dell’incredibile. Pigafetta però non è stato l’unico vicentino a spingersi ben oltre i confini dell’Europa. Un altro viaggiatore dalla vita avventurosa, Giovanni Maria Angiolello, è il nostro nuovo protagonista.

La vita

Maometto II medaglia
Medaglia raffigurante Maometto II (foto: Wikimedia Commons)

Giovanni Maria Angiolello nacque nel 1451 da una famiglia nobile vicentina. Combatté come volontario per l’allora Repubblica di Venezia, prendendo parte a importanti battaglie come l’assedio di Negroponte da parte delle truppe del Sultano Maometto II.

Data la giovane età, quando Negroponte capitolò, non fu ucciso, ma catturato e ridotto in schiavitù. Passò alcuni anni al servizio di Mustafà, secondogenito del Sultano, seguendolo nelle sue campagne contro il sovrano Uzun Hasan.

Alla morte di Mustafà fu trasferito a Costantinopoli, presso la corte. L’incarico che ricevette dimostra la fiducia che era riuscito a guadagnarsi presso il Sultano, che lo nominò suo tesoriere.  Non si sa molto sul resto della sua vita: dopo la morte del Sultano tornò a Vicenza, e forse si recò nuovamente in Oriente come mercante, ma quasi sicuramente morì in patria attorno al 1525.

Negroponte_by_Giacomo_Franco
Negroponte (foto: Wikimedia Commons)

Giovanni Maria Angiolello e la Historia turchesca

Angiolello è conosciuto per le relazioni, scritte durante la sua permanenza nell’Impero e per l’opera Historia turchesca, di cui però non si è certi sia l’autore. L’opera racconta la storia dell’Impero dal 1300 ai suoi giorni.

La sua narrazione degli eventi costituisce un documento di fondamentale importanza per gli studiosi occidentali, poiché descrive dettagliatamente le campagne di Maometto II e del suo esercito contro Uzun Hasan, allora alleato di Venezia. Non va dimenticato, inoltre, che in qualità di tesoriere Angiolello ebbe l’occasione di osservare da vicinissimo quel mondo, grazie anche alla conoscenza della lingua turca (che apprese perfettamente), che aggiunge valore all’opera in quanto l’autore ne è fonte di prima mano.

Fu un’avventura, quella di Giovanni Angiolello, che iniziò nella sconfitta e nel dolore per la perdita del fratello in battaglia. Una disgrazia che il nostro vicentino trasformò in opportunità grazie alle sue capacità, vivendo così una vita straordinaria e impensabile per i suoi contemporanei.

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