(Articolo da VicenzaPiù Viva n. 302, sul web per gli abbonati).
Riflessione semiseria su una strana coincidenza letteraria: è demoniaca?
Ma come, ci copiano? Il pensiero, spontaneo, è nato guardando la copertina dell’ultima pubblicazione di Dan Brown. Mi spiego.
Dan Brown ha pubblicato un nuovo libro, si intitola “L’ultimo segreto” ed è destinato ad essere un successo come tutti i libri pubblicati dall’autore del Codice da Vinci. E se a spingere al successo il Codice, nell’ormai lontano 2003, fu la “scandalosa” ipotesi – che tanto fece arrabbiare i religiosi – secondo cui Gesù era sposato con la Maddalena e avrebbe lasciato una discendenza arrivata fino ai giorni nostri, per i libri successivi il ripetersi delle grandi vendite è dato da una scrittura vivace, sempre in equilibrio tra presupposti storico-scientifici e teorie fantastiche, dalla scelta di ambientazioni artisticamente interessanti descritte con accuratezza, da intrecci sorprendenti e naturalmente dalla scelta dei personaggi: c’è un buono sicuramente buono, una bella che per un po’ non si capisce da che parte stia (di solito quella del buono), un cattivo sicuramente cattivo, uno che sembra cattivo ma in realtà è buono e uno che sembra buono ma in realtà non è il caso di fidarsi neanche un po’. Poi cambia la trama, ma il gioco rimane quello. Al successo letterario si è aggiunta anche la parallela produzione cinematografica, in particolare dei libri con protagonista il professor Langdon.

Personalmente, di Dan Brown apprezzo il fatto che in Italia esca tendenzialmente in autunno, così mi risolve il problema del regalo di Natale agli amici uomini. E no, non vuol dire che sia una lettura solo al maschile, ma ad una donna ci sono mille altre cose che si possono regalare.
A me, da lettrice, Dan Brown piace. Trovo geniali certe sue idee, apprezzo il suo modo di entrare subito in medias res, gli riconosco la capacità di sorprendere. Sono un po’ meno entusiasta delle descrizioni delle città dove ambienta i suoi romanzi: secondo me sono un po’ ridondanti. Cioè, forse ho scoperto che esiste il corridoio Vasariano grazie a Inferno prima ancora che grazie ad Alberto Angela, ma in realtà non è che sia necessario sapere com’è fatto ogni singolo metro della struttura per apprezzarlo come via di fuga… Comunque, di sicuro ogni descrizione fa un buon servizio anche turistico (oddio, non che Firenze, Roma, Venezia e Istanbul ne abbiano proprio bisogno) e più di tanto non interferisce con la scorrevolezza del racconto. Ma non mi avventuro oltre a parlare di Dan Brown, anche perché non ho proprio la stoffa della critica letteraria, dei libri mi piace mettere in luce gli aspetti positivi, ma le stroncature non sono nelle mie corde e nemmeno i consigli di lettura.
Torno invece alla famosa frase che mi è uscita spontanea vedendo la copertina dell’Ultimo segreto. Come detto, ho pensato “ma come, ci copiano?”. Il ci è riferito al nostro editore, per il quale impagino diversi libri, che lo scorso aprile ha dato alle stampe il romanzo “Demoni a Vicenza” di Massimo Parolin, sèguito di “Quella strada per il lago”. Le copertine dei due volumi si somigliano parecchio: foto a tutta pagina del Ponte Carlo, inquadratura identica, taglio quasi, elaborazione grafica fatta con l’AI che da una parte ha aggiunto una specie di lampo, dall’altra una figura femminile in nero. In realtà c’è poco da stupirsi, se l’ambientazione è Praga, il Ponte Carlo è una scelta logica, sarebbe come stupirsi se due libri ambientati a Pisa avessero in copertina la Torre pendente.
Ma ho anche dato un’occhiata veloce alla trama dell’Ultimo segreto, trovata su Wikipedia ma riportata da tutte le testate che hanno annunciato la pubblicazione: “Mentre si trova a Praga con Katherine Solomon, Robert Langdon si ritrova a vivere all’improvviso in un incubo, perché Katherine è sparita dalla sua camera d’albergo senza lasciare traccia. E non si tratta di un banale rapimento: forze occulte, attive dall’alba della storia, sono responsabili della scomparsa. Tra antichi castelli, grandi cattedrali, un energumeno mascherato da Golem e labirinti sotterranei, Langdon si trova a esplorare il lato oscuro della città… Una lotta per salvare non solo la propria vita e quella di Katherine, ma il destino dell’umanità intera.”.
E qual è la trama di Demoni a Vicenza? Un gruppo di amici vicentini, uno di loro che scompare misteriosamente, una casa vuota con segni inquietanti che non fanno presagire nulla di buono riguardo la sorte di chi ci viveva, una missione di salvataggio che comporta un viaggio a Praga, un esperimento scientifico, addirittura un salto nel tempo e la dura lotta contro un demone.
Anche qui dunque ci sono forze occulte, sparizioni e il lato oscuro di Praga, città misteriosa, considerata una capitale della magia. E l’avventura dei protagonisti di Demoni a Vicenza – anche loro parte di una saga, come il Robert Langdon di Dan Brown – si snoda tra leggende, patti col demonio e situazioni da incubo. Insomma, i nostri non avranno “il destino dell’umanità intera” sulle spalle, ma la vita di un loro amico sì, e non si tratta di cosa meno importante.
Ovviamente la somiglianza dei due libri è una coincidenza, di quelle di cui è pieno il mondo della letteratura, oltretutto i due libri sono sostanzialmente e “sostanziosamente” diversi, considerando che L’ultimo segreto si snoda lungo ben 800 pagine mentre Demoni a Vicenza si ferma a 140. Però ugualmente mi diverte immaginare Dan Brown che ha il libro quasi pronto ma non sa dove collocare l’avventura, perché Washington-Parigi-Londra sono sempre quelle, il Medio Oriente è meglio lasciarlo stare, in Italia c’è già stato, in Spagna e in Francia pure…
E per puro caso legge il nostro Parolin, chiede a Google translate il significato di “La gheto finia te si ti che te si sordo” oppure “Casso xe vero cossa gonti indosso?”, poi commenta con “amusing”, “very interesting”, “charming” e conclude “Thanks Parolini, I finally figured out where I can set Robert’s next adventure”…


