(Articolo di Michele Lucivero sui vini bianchi da VicenzaPiù Viva n. 302, sul web per gli abbonati).
Prima di lanciarci nella descrizione di questi due vini, accomunati dal fatto di essere IGT, forse sarebbe il caso di spiegare, brevemente, il significato di questi acronimi che ruotano intorno al mondo dei cibi, quindi non solo dei vini. Nell’immaginario collettivo è noto che, in generale, con DOC/DOCG si indicano vini di qualità alta/molto alta, anche se poi ciò non significa che tutti gli altri siano necessariamente vini pessimi. Le Denominazioni di Origine Controllata (DOC) e Garantita (DOCG) identificano, nell’ambito di una regolamentazione esclusivamente italiana, giacché nel contesto europeo entrambe vengono associate alla DOP, vini che seguono un disciplinare molto rigoroso, ad esempio nella composizione dell’uvaggio di produzione. Nella scala di questa sorta di rigorosa produzione dei vini, sotto le DOCG/DOC troviamo le IGT, Indicazione Geografica Tipica, che caratterizzano i prodotti di una qualità specifica, legata al territorio di produzione, oltre le quali poi, nel caso dei vini, troviamo i vini da tavola. Un vino IGT deve rispettare, ad esempio, il parametro secondo il quale almeno l’85% delle uve utilizzate deve provenire da quella specifica area geografica, oltre al rispetto delle altre norme del disciplinare.
Sauvignon Gris PiWi Resistente, IGT Veneto 2023, Soligo, 12%
Per quanto riguarda il Veneto, abbiamo selezionato un vino molto particolare, al quale i produttori dei Colli di Soligo non hanno attribuito un nome specifico. Ciò che, tuttavia, lo distingue in maniera peculiare è il vitigno utilizzato. Si tratta, infatti, di un 100% Sauvignier Gris, da non confondere con il somigliante Sauvignon, di cui si riteneva un incrocio insieme al Cabernet. Recentemente si è scoperto che il Sauvignier Gris, invece, è un incrocio tra altri due vitigni, Seyval e Zähringer, messo a punto solo nel 1983 in Germania. La caratteristica interessante di questo vitigno è che risulta resistente ai funghi, per cui consente ai produttori di non eccedere con trattamenti che devastano l’ambiente. Per queste sue specificità, questo vino viene inserito in una categoria dedicata, detta PiWi (Pilzwiederstandfähig, resistente alle crittogame), in cui concorre insieme ad altri analoghi e ottenendo anche ottimi piazzamenti ogni anno. Alla vista il vino appare di un colore giallo dorato carico, brillante e trasparente, mentre al naso si diffonde nel calice un sentore fruttato di agrumi, fiori gialli e anche vaniglia, al punto da sembrare un bianco strutturato con passaggi in legni, che invece non fa. All’assaggio si mostra secco, leggermente sapido, ma con una discreta acidità, riuscendo a confermare in bocca, con lunga persistenza, tutti i sentori olfattivi.

Taif, IGT Terre siciliane 2020, Cantine Fina, 13,5%
Dalla passione e dedizione del signor Bruno e dei suoi figli le Cantine Fina di Marsala riescono a lavorare vitigni autoctoni e internazionali per ottenere vini di “carattere”, così come si presenta questo Taif, un IGT Terre siciliane dal nome arabeggiante, ricavato da uve 100% Zibibbo, una varietà aromatica di Moscato d’Alessandria proveniente dall’Egitto e che in arabo significa proprio “uva passita” (zabib). Alla vista si presenta dorato senza riflesso, trasparente, mentre all’olfatto inebria profondamente il frutto della passione, la pesca, l’ananas. Tra i sentori floreali ci sono il gelsomino, la ginestra, ma anche un sentore vegetale di erba fresca tagliata. Tra le spezie si sente leggermente il pepe e poi tostature di vaniglia leggera, note che ci consentono di apprezzare questo ampio bouquet olfattivo. Al primo sorso il vino appare secco, l’alcool percepito è caldo, avvolgente nelle morbidezze e fresco nella sua acidità. Si presenta con una distinta eleganza, sapidità e persistenza.
Abbinamenti
Considerate la caratteristiche del Soligo, noi lo avremmo abbinato sicuramente a formaggi veneti stagionati e soppresse grasse, ma è curioso il suggerimento dei produttori, che invitano a provarlo con un alimento esotico, proveniente addirittura del Messico, cioè il guacamole, come salsa di accompagnamento sul salmone o su un crostino di pane tostato. Anche per il Taif abbiamo pensato ad un abbinamento tradizionale e territoriale, come un arancino al ragù oppure ad una bistecca di tonno o pesce spada cucinato alla siciliana con capperi e aromi, ma anche ad un abbinamento esotico, come il cous cous, che a Trapani, in realtà, è abbastanza di casa!


