martedì, Marzo 19, 2024
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Villa La Rotonda del Palladio, viaggio in un armonico microcosmo rinascimentale

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Appena fuori Vicenza si trova un capolavoro mozzafiato dell’architetto Andrea Palladio: è Villa Almerico Capra detta “La Rotonda”. Appena si entra dal cancello si viene colti da un brivido. Tanta è la meraviglia che questa villa trasmette. Avvolta in un fresco giardino, la villa è patrimonio dell’Unesco dal 1994 ed è probabilmente l’edificio palladiano più celebre. Attualmente la villa è di proprietà della famiglia Valmarana, originaria di Venezia, fin dal 1912. Non si tratta però della stessa famiglia Valmarana proprietaria di Villa Valmarana ai Nani.

L’esterno della villa

Visitata da poeti ed artisti, regnanti e uomini di stato, studiosi e amanti dell’arte, viaggiatori e turisti da tutto il mondo, dopo 500 anni, la Rotonda progettata da Andrea Palladio per Paolo Almerico, rimane un luogo di pura bellezza che trasmette ispirazione, cultura, gioia ai visitatori.

villa la rotonda
All’entrata la villa appare così. Foto: Marta Cardini

La Rotonda è un edificio a pianta centrale, un volume cubico che ruota attorno a una sala circolare con cupola. Le quattro facciate sono identiche: ognuna è dotata di pronao, con timpano sorretto da sei colonne ioniche e imponente gradinata che conduce direttamente al piano nobile.

La villa è priva di fondamenta. Si autosostiene grazie al sistema di archi e di volte a crociera in mattoni del pianterreno, che costituiscono la griglia strutturale di assi tra loro perpendicolari su cui si appoggiano i piani superiori. Se si guarda attentamente il prospetto della villa, infatti, si noterà che il piano nobile e l’attico rientrano ognuno di pochi centimetri rispetto al livello sottostante, come una sorta di “piramide a gradoni” su tre livelli che rende solida l’intera struttura. Le quattro logge molto sporgenti, oltre ad avere una funzione scenografica, servono anche da enormi contrafforti per contenere saldamente la spinta delle facciate.

sala centrale
Parte della sala centrale circolare. Foto: Marta Cardini

L’interno

Appena si giunge all’interno, viene quasi da raggiungere subito la sala centrale circolare, che dà il nome alla Rotonda: comprende in altezza il piano nobile e l’attico, fino alla volta a cupola conclusa da una lanterna. La cupola altissima, vista dall’interno, è mozzafiato. Lì vi sono raffigurate le virtù.

cupola
La cupola vista dall’interno. Foto: m.c.

La cupola esterna, completata da Vincenzo Scamozzi, si presenta molto diversa da quella disegnata da Palladio nei Quattro Libri: lì si tratta di una cupola perfettamente emisferica, che avrebbe slanciato molto l’edificio, mentre oggi si presenta come una calotta ribassata su un tamburo simile alla copertura del Pantheon di Roma. Come questo, alla sommità vi è un oculo che, anziché essere lasciato aperto, è stato coronato da una lanterna da cui filtra una luce diffusa.

Mentre sul pavimento del salone compare un volto grottesco a bassorilievo, che simboleggia i vizi. I fori che lo attraversano permettono all’aria fresca del piano sottostante di salire al piano nobile, rinfrescando così la villa durante i mesi più caldi.

pavimento
Il volto grottesco sul pavimento. Foto: m.c.

Il significato della geometria della villa

Vista dall’alto la villa è un quadrato con un cerchio al centro. Il cerchio e il quadrato sono infatti forme geometriche perfette, simboleggianti il cielo e la terra e sono definite dal Palladio “le più belle, e più regolate”. La Rotonda diventa così un microcosmo regolato da leggi universali, specchio dell’armonia celeste al cui centro, secondo la concezione antropocentrica del Rinascimento, c’è l’Uomo.

modellino villa
Il modellino della villa che si trova sotto alla Rotonda, per entrare nel giardino. Foto: m.c.

Il giardino

Il giardino trasmette pace e serenità. Se visitato di maggio, si trovano molte rose fiorite. Nel giardino sono presenti anche un piccolo pozzo, con sopra un arco di rose rosse e un plastico-modellino della villa. C’è poi un grande parco, dove si può passeggiare e ammirare piante e fiori.

giardino
Il piccolo pozzo presente nel giardino. Foto: m.c.

La storia della villa

La Rotonda nacque dell’incontro tra il genio di Andrea Palladio, architetto all’apice della carriera, e il nobile vicentino Paolo Almerico (1514-1589), uomo colto, ambizioso e altero. Questi era un ecclesiastico che, dopo l’incarico a Roma come referendario apostolico dei papi Pio IV e Pio V, si ritirò a vita privata nella sua città natale. Nel 1565 affidò a Palladio il progetto per la sua nuova dimora sopra un colle alle porte di Vicenza, un rifugio bucolico dove trascorrere gli ultimi anni della propria vita lontano dall’ostilità dell’aristocrazia cittadina, ma allo stesso tempo un luogo di rappresentanza in posizione ben visibile.

soffitto
Un soffitto all’interno della villa. Foto: m.c.

Gli spazi interni furono organizzati in funzione di una persona sola. Né Palladio né Almerico videro però la Rotonda completata. Alla morte dell’architetto nel 1580 subentrò nella direzione del cantiere Vincenzo Scamozzi (1548-1616), suo discepolo e progettista raffinato. Sua è l’aggiunta della lunga barchessa lungo il viale di accesso alla villa e il completamento della cupola, non più semisferica come nel progetto palladiano, bensì con una volta ribassata con oculo centrale ispirata al Pantheon di Roma.

Alla morte di Paolo Almerico nel 1589 la villa passò al figlio naturale Virginio, che la tenne solo per due anni prima di cederla ai fratelli Odorico e Mario Capra. Nel 1605 si conclusero i lavori di costruzione. La famiglia Capra fu proprietaria della villa per due secoli. Poi, dal 1818 Villa Almerico Capra subì diversi cambi di proprietà, venne danneggiata durante gli assalti austriaci del 1848 a Vicenza e più volte restaurata, fino all’acquisto da parte della famiglia Valmarana nel 1912.

salotto
Un salotto all’interno della villa. Foto: m.c.

 

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