l teatro Eretenio era considerato la Fenice di Vicenza ed era stato inaugurato nel 1784. Venne colpito da un’incursione aerea notturna il 2 aprile 1944 durante l’ultimo conflitto mondiale e venne definitivamente abbattuto dopo la fine della guerra.
Lo spirito ribelle e battagliero dei patrioti vicentini perdurò vivo e impaziente per tutto il periodo della dominazione austriaca, anche se inizialmente, dall’autunno 1813 e per alcuni anni, gli austriaci erano visti benevolmente. A seguito dei moti a Vicenza del 1848 fino alla fine della dominazione straniera nel 1866, in vari modi veniva espressa una sempre maggiore insofferenza nei confronti della corona d’Austria.
Per esempio, tratto dalla mia Tesi: “L’opposizione al governo austriaco si manifestava pubblicamente durante gli spettacoli teatrali, come avvenne il 5 gennaio del 1857, in occasione della visita in città dell’imperatore Francesco Giuseppe e della consorte Elisabetta di Baviera (Sissi), invitati ad assistere ad uno spettacolo al Teatro Eretenio appositamente organizzato per loro. Nel teatro veniva eseguita l’opera I Lombardi alla prima crociata del patriota Giuseppe Verdi. Nel momento in cui il coro intonava ‘O Signore dal tetto natìo…’, esplose un interminabile applauso con insistenti richieste di bis da parte dei vicentini. Nel palco dell’imperatore e tra le autorità austriache si notò una certa agitazione, placatasi solo quando l’opera riprese il suo tranquillo andamento”.
Per evitare il ripetersi di queste situazioni, le autorità austriache censuravano spesso le proposte di rappresentazioni teatrali che potessero evocare un sentimento nazionale. Le autorità austriache controllavano anche gli stessi attori teatrali. Ad esempio successivamente ad uno spettacolo tenutosi al Teatro Olimpico, in occasione dell’ Edipo re di Sofocle, il celebre artista Gustavo Modena, veniva allontanato in quanto temuto dai dominatori quale pericoloso patriota e agitatore.
Spesso gli austriaci facevano modificare anche il testo delle opere teatrali come nel caso dell’opera-tragedia Parisina di Antonio Somma dove la famosa frase “Addio sole d’Italia” veniva di fatto sostituita con “Addio sole cocente”. Anche l’opera – tragedia di Vittorio Alfieri il Bruto IIC venne scartata dalle autorità in quanto evocatrice di gesta eroiche e di fiero sentimento nazionale.
Di Loris Liotto da Storie Vicentine n. 8 giugno-luglio 2022