sabato, Luglio 5, 2025
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Zaia in visita alla Michelotto Engineering

PADOVA (ITALPRESS) – Soltanto in questo millennio si contano 1300 successi in gara e 178 campionati mondiali Costruttori FIA vinti da vetture preparate a Padova nell’atelier di Giuliano Michelotto, ma siccome il primo amore non si scorda mai, oggi, alla presenza del Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, ci sono stati festeggiamenti per le nozze d’oro dal primo campionato assoluto vinto, il Trofeo dei Rally Nazionali del 1975, conquistato dalla Lancia Stratos guidata da Tony Fassina.

Nell’occasione il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, da sempre un sincero amante delle automobili, è venuto a congratularsi con i due protagonisti di quella prima impresa, Giuliano Michelotto e Tony Fassina, anche per il loro successo imprenditoriale che si è consolidato nel tempo. Sia la Michelotto Engineering che il Gruppo Fassina sono infatti diventate due eccellenze italiane con le radici ben piantate in Veneto.

Nell’occasione il Presidente Zaia ha voluto visitare anche l’intera Michelotto Engineering, lusingando i presenti con una sintesi perfetta: “questa azienda dà la dimensione di che cosa significhi fare le cose con serietà”.

Si è poi complimentato con Tony Fassina ricordando con estrema precisione i suoi grandi successi sportivi (tre titoli italiani, un titolo europeo e la grande vittoria nel rally mondiale di Sanremo) sottolineando come da pilota al volante sia poi diventato anche una vera eccellenza del territorio con il Gruppo Fassina, leader in Italia in campo automobilistico. Interrogato se fosse stanco di vincere, Michelotto ha chiarito che oggi il suo sogno è “che l’azienda continui a mietere successi non più grazie a lui mai agli uomini che dovranno portarla avanti nel tempo” mentre Tony Fassina ha sottolineato che “quando ho smesso di correre come pilota ho cominciato a correre davvero come imprenditore, ed sono contento di continuare a farlo a dispetto degli 80 anni già alle porte”.

– Foto Ufficio stampa Michelotto Engineering –

(ITALPRESS)

QuiEuropa Magazine – 20/6/2025

ROMA (ITALPRESS) – In questo numero:
– Dazi e crisi geopolitiche rallentano la crescita dell’Eurozona
– Nel 2024 il 32% del bilancio alla transizione green
– Turismo, crescono gli arrivi in Europa
sat/gsl

Salute Magazine – 20/6/2025

ROMA (ITALPRESS) – In questa edizione:
– Al San Raffaele al via la sperimentazione di due radiofarmaci
– Mieloma multiplo, nuove speranze per i pazienti
– Aiop, la spesa sanitaria privata è stabile nel tempo
sat/mrv

Piano Mattei, Meloni “Rafforzare l’Africa significa rafforzare l’Ue”

ROMA (ITALPRESS) – “Crediamo che l’Africa sia un continente nel quale si gioca il nostro futuro. Crediamo che rafforzare l’Africa significhi rafforzare anche l’Europa, costruire insieme le condizioni per una stabilità comune”. Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, aprendo i lavori di “The Mattei Plan
for Africa and the Global Gateway A common effort with the African Continent”.

sat/gsl
(Fonte video: Commissione Europea)

Fillea Cgil “Serve ridurre le distanze sulla Salerno-Reggio Calabria”

ROMA (ITALPRESS) – “Lo sviluppo del Mezzogiorno passa dalla realizzazione della Salerno/Reggio Calabria ferroviaria con i fondi del Pnrr. Il primo lotto Battipaglia-Romagnano, prevede un finanziamento di 2 miliardi di euro e l’impiego di 2500 lavoratori e lavoratrici, tra diretti e indiretti. Tante professionalità per riconnettere il Paese e ridurre le distanze a servizio delle economie del territorio”.

E’ quanto afferma il segretario generale della Fillea Cgil Antonio Di Franco, a margine della visita al cantiere per la realizzazione della linea ferroviaria per Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria. Un’occasione voluta dalla Fillea Cgil Salerno, che ha inaugurato una nuova sede, accanto al campo base del cantiere nel comune di Campagna.

Massima attenzione sul lotto 1A Battipaglia- Romagnano, realizzato da un consorzio di imprese guidato da Webuild per conto di Rfi. Si tratta infatti di uno scavo importante la Galleria Saginara, di collegamento tra Battipaglia-Romagnano, dove è entrata in funzione da febbraio una delle più grandi talpe meccaniche in Europa, denominata ‘Partenope’. Complessivamente, l’investimento ha una dotazione finanziaria di 3.85 miliardi di euro, di cui 1.8 miliardi destinati all’Alta Velocità Salerno-Reggio. In tempi strettissimi ‘Partenope’ deve creare 35 chilometri di linea ferroviaria, 20 gallerie e 19 viadotti.

Con una testa fresante di oltre 13 metri di diametro, una lunghezza di 130 metri, un peso di 4 mila tonnellate, e 18 motori che generano una potenza complessiva di 10 Megawatt, lavorerà h24, sette giorni su sette.

“Abbiamo deciso di esserci nella realizzazione di quest’opera strategica per lo sviluppo del Paese – precisa Di Francoattraverso un presidio permanente di legalità e diritti, che certamente saprà dare risposte ai lavoratori, proprio accanto al campo base”.

Quindi spiega Di Franco, “la Fillea Cgil decide ancora una volta di stare vicino ai lavoratori, molti dei quali trasfertisti. Un presidio di legalità e diritti a servizio della collettività. Ci piace pensare davvero, che la Salerno Reggio-Calabria ferroviaria, possa essere realizzata. Oggi purtroppo è solo un sogno. Il primo lotto rischia di rimanere una infrastruttura eternamente incompiuta, visto che mancano 17 miliardi di euro, probabilmente gli stessi impiegati per la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Chi unisce il Ponte sullo Stretto? Sicuramente la Salerno- Reggio Calabria unirebbe davvero il Paese, nord e sud”.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS)

Ottolenghi “L’Iran e i suoi gregari, come spezzare il cerchio”

Di Lucia Rotta

ROMA (ITALPRESS) – “L’Iran è non solo uno Stato con ambizioni egemoniche nella regione, ma anche una rivoluzione con una sua ideologia peculiare, che aspira a rappresentare tutti gli sciiti nel mondo ed esportare un modello politico che trascende la religione”.

Da qui parte Emanuele Ottolenghi, senior advisor di 240 Analytics, piattaforma di elaborazione dati per identificare potenziali metodi di finanziamento del terrorismo. Ottolenghi spiega, in un’intervista all’agenzia Italpress, i legami tra Teheran e i movimenti “gregari” che lo sostengono, i cosiddetti Proxies, da Hamas a Hezbollah agli Houthi ma non solo.

Autore di diversi libri come La Bomba Iraniana (Lindau), I Pasdaran (FDD Press) e Iran: The Looming Crisis (Profile Books), Ottolenghi ha alle spalle anni di ricerche e analisi sui metodi di finanziamento di questa rete, che vede tra i propri obiettivi la cancellazione di Israele dalle mappe geografiche.

“L’Iran è sempre stato caratterizzato, a partire dalla rivoluzione iraniana, da una profonda debolezza militare convenzionale, dovuta all’isolamento, all’embargo, alle sanzioni, e dunque alla difficoltà di accesso a sistemi di difesa e di offesa prodotti in Occidente. Per questo ha adottato una dottrina di conflitto asimmetrico, e da qui nasce l’uso di forze gregarie, di Proxies, nella regione”, spiega l’analista.

Una connessione, quella tra l’Iran e i suoi Proxies, che prevede una fornitura di armamenti da parte iraniana, un inquadramento gerarchico che fa sempre capo a Teheran e programmi per l’addestramento delle forze militari.

“Inoltre (i Proxies) ricevono dall’Iran ingenti finanziamenti, che avvengono sia nella forma di fondi che nel trasferimento di valore attraverso forniture di materiali di vario genere, compresi gli armamenti. Finanziamenti che permettono a queste formazioni di avere l’impatto e l’influenza che hanno acquisito nel corso del tempo”, osserva Ottolenghi.

Uno sforzo bellico, quello dell’Iran, che deve innanzitutto aggirare i problemi legati all’isolamento e alle sanzioni. “Ricordiamo che, siccome l’Iran è sotto sanzioni da decenni, parte della fornitura di componenti per programmi missilistici e droni deriva da reti dedite alla ricerca di tecnologie occidentali, attraverso imprese e intermediari che sono spesso legati ideologicamente e che operano in tutto il mondo. Reti, quindi, che si procurano tecnologia avanzata occidentale, e la loro presenza si incontra in Europa, nel continente americano, in Cina, in Asia, in Africa e nel Medio Oriente stesso. Spesso sono imprese di facciata gestite da gruppi di Proxies o iraniani stessi, che con complesse reti fanno arrivare in Iran la tecnologia militare necessaria”, spiega l’analista.

Uno sforzo che, anche in questo caso, vede lavorare in sinergia l’Iran e i suoi Proxies e che, anche in questo caso, necessita di un ingente flusso di denaro. Le organizzazioni gregarie, “i cui bilanci sono cresciuti drammaticamente negli ultimi vent’anni”, sempre di più si affidano anche a un finanziamento indipendente di varia natura – osserva Ottolenghi – che si appoggia a Ong o che si avvale della partecipazione di membri delle comunità della diaspora in attività illecite, “di solito con un’interfaccia con la criminalità organizzata internazionale, dove membri delle comunità diasporiche dei Proxies – principalmente dei libanesi, Hezbollah – facilitano come intermediari le attività del crimine organizzato internazionale in cambio di una commissione per i loro servizi”.

Si tratta dunque di entrate parallele al di fuori del finanziamento diretto iraniano, ma “le reti di movimentazione di valore e di merci, che Hezbollah utilizza per autofinanziarsi, all’occorrenza possono essere attivate anche per acquistare tecnologia, armi o componenti di sistemi offensivi di cui l’Iran ha bisogno. Ci sono stati casi, in passato, dove queste stesse reti utilizzate da Hezbollah sono state usate anche per acquistare tecnologia che l’Iran non può ottenere legalmente sul mercato internazionale. Quindi c’è una simbiosi tra questi sistemi”, conclude Ottolenghi.

Su quale possa essere la soluzione per “spezzare” questa simbiosi, il senior advisor di 240 Analytics non ha dubbi. “Dobbiamo pensare all’Iran come a una potenza regionale egemonica guidata da un’ideologia che usa dei satelliti per far avanzare i suoi obiettivi.

In altre parole, possiamo pensare all’Iran e ai suoi Proxies un po’ come ai satelliti sovietici, che esistevano al di fuori dell’Unione Sovietica per far avanzare gli obiettivi di un impero con un’ideologia durante la Guerra fredda. L’Iran non è certo comparabile all’Unione Sovietica per risorse, influenza, impatto, però guarda a se stesso, in un modo o nell’altro, come a una versione islamica rivoluzionaria di quel progetto.

Quindi i Proxies servono ad estendere il potere dell’Iran e quindi, di nuovo per analogia, dobbiamo ricordare che noi non siamo riusciti a sconfiggere l’avversario comunista durante la Guerra fredda, a risolvere completamente il problema fin tanto che c’era un’Unione Sovietica”, osserva l’esperto.

“Lo stesso è per l’Iran. Fin tanto che il regime iraniano, con la sua ideologia sovversiva, continuerà a sopravvivere, a resistere, ad avere risorse per promuovere le sue ambizioni egemoniche nella regione e la sua ideologia nel mondo, colpire solo i Proxies non sarà sufficiente. Certamente, colpire le loro risorse finanziarie e i canali di trasferimento li indebolisce, indebolisce la causa iraniana e gli scopi che si prefigge. Ma fintanto che l’Iran sarà in mano al regime che lo governa oggi, questo regime continuerà a cercare di raggiungere i propri obiettivi. Quindi la politica che dobbiamo prefiggerci è proprio quella di neutralizzare l’impatto negativo dei Proxies andando a colpire direttamente l’Iran”, conclude Ottolenghi.

– Foto staff Ottolenghi –

(ITALPRESS)