sabato, Dicembre 13, 2025
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Palermo, caporalato e lavoratori in nero presso una casa di riposo: misure cautelari per i gestori

PALERMO (ITALPRESS) – La Guardia di Finanza di Palermo ha eseguito un’ordinanza di misure cautelari personali e reali con cui il G.I.P. presso il Tribunale di Palermo, su richiesta della Procura della Repubblica, ha disposto l’interdizione all’esercizio di attività imprenditoriali per 2 persone, nonché il sequestro di circa 100.000 euro e di un immobile.

Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo, sono state indirizzate all’individuazione di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (caporalato), nonché alla verifica del corretto trattamento degli anziani ospitati in una RSA palermitana. In tale contesto, sarebbe stato rilevato uno stato di grave abbandono in cui versavano gli ospiti della struttura, la cui assistenza sarebbe stata prestata da dipendenti assunti in nero, sottopagati e privi di qualsiasi qualifica sanitaria o assistenziale, necessaria per lo svolgimento delle mansioni cui erano deputati.

Al riguardo, gli accertamenti di polizia economico finanziaria avrebbero consentito di acclarare l’utilizzo di 5 lavoratori “in nero” o “irregolari”, l’omessa presentazione della documentazione lavoristica obbligatoria, la violazione della normativa relativa alla retribuzione, all’orario di lavoro, ai periodi di riposo, all’aspettativa obbligatoria, alle ferie, il mancato versamento di contributi ed oneri previdenziali e il mancato rispetto della normativa in materia di sicurezza dei luoghi di lavoro.

Alla luce del quadro prospettato, l’Autorità Giudiziaria ha emesso un’Ordinanza applicativa della misura cautelare dell’interdizione dall’esercizio dell’attività imprenditoriale in strutture assistenziali o case di riposo per anziani nei confronti dei gestori della RSA; contestualmente è stato disposto il sequestro di circa 100.000 euro (quale profitto dei diversi reati fiscali contestati) e dell’immobile sede della casa di riposo. L’autorità giudiziaria ha stabilito che l’attività della struttura prosegua sotto la costante vigilanza di un commissario giudiziale, in modo da continuare a garantire idonee cure agli anziani ospiti.

– Foto Guardia di Finanza –

(ITALPRESS).

Foti “Raggiunto il 54% degli obiettivi del Pnrr. Banche? Confronto, ma la prudenza è fondamentale”

ROMA (ITALPRESS) – L’Italia ha raggiunto il 54% degli obiettivi, la media europea è del 38%, inoltre abbiamo ottenuto il 72% delle risorse rispetto alla dotazione assegnata. Non stupisce che si parli bene del Pnrr italiano”. Così il ministro per gli Affari europei, il sud, le politiche di coesione e il Pnrr, Tommaso Foti, a Radio24. “Noi abbiamo avuto il via libero del Parlamento per riproporre a Bruxelles questa riprogrammazione, prevista e utilizzata da altri Stati che avevano una dotazione robusta sotto il profilo economico. Abbiamo inviato alla Commissione e alla task force la proposta di rimodulazione – spiega –, entro la fine di ottobre ci sarà il giudizio e poi verrà trasmessa a ulteriori organi che dovranno decidere verso metà novembre. Effettivamente abbiamo proposto alla Commissione una riprogrammazione fondata per raggiungere al 31 agosto 2026 tutti gli obiettivi prefissati”.

“La misura sulle banche è stata già introdotta nella scorsa legge di bilancio – ha aggiunto – Penso che il tema non possa essere affrontato con facilità perché dobbiamo tenere presente anche gli effetti che si possono avere nell’ambito del processo economico. La maggioranza si sta confrontando anche con Abi per verificare se” si possono avere a disposizione “ulteriori risorse preservando il valore e la funzione degli istituti bancari. La prudenza in queste cose e’ fondamentale per evitare sconquassi sulla Borsa”.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

Trofeo Pirelli Accademia Regione Centro, Fanucchi, Della Nina e Ilari doppiamente campioni

MILANO (ITALPRESS) – Con il Rally di Pistoia sono terminate le 12 gare della Regione Centro del Trofeo Pirelli Accademia CRZ, la prima a concludersi delle sei regioni previste. I piloti che hanno usato nel corso della stagione tutte le famiglie dei pneumatici Pirelli per la specialità (P Zero per l’asfalto, Cinturato per il bagnato e Scorpion per lo sterrato) hanno come sempre primeggiato nella maggior parte delle categorie anche nelle graduatorie ACI Sport e si divideranno un montepremi di Regione pari a quasi trentamila Euro.

I 5 CAMPIONI DELLA REGIONE CENTRO DEL TPA.

4RM Rally 2: Antonio Rusce (Skoda Fabia Rs Rally2) Reggio Emilia 1972

2RM RC4: Claudio Fanucchi (Peugeot 208 Rally4) Lucca 1980

2RM RC5: Leonardo Della Nina (Renault Clio Rally5) Lucca 1999

2RM Classic: Antonio Ilari (Peugeot 106 A5) Pistoia 1968

4RM Base: Mauro Arati (Renault Clio Rally3) Pavullo 1986

GLI ALTRI TROFEISTI CAMPIONI DI ZONA E DI CLASSE ACI SPORT.

Campione assoluto Zona 6: Gianluca Tosi (Skoda Fabia Rally2) Castelnovo ne’ Monti 1973

Classe R2 Zona7: Riccardo Tommi (Peugeot 208 R2B) Pisa 1993

Classe A6 Zona7: Luca Sonnoli (Peugeot 106 A6) Pescia 1978

Classe RS 2.0 Plus Zona7: Roberto Ranieri (Renault Clio) Massa 1965

Classe S1600 Zona6: Damiano Arena (Renault Clio Super 1600) Messina 1986

Femminile Zona6: Erica Ranalli (Renault Clio Rally5) Forlimpopoli 1975

Tutti loro potranno partecipare alla Finale in gara unica della Coppa Italia ACI Sport in programma al Rally del Tirreno in Sicilia il 15-16 novembre prossimo. A questa gara potrebbero accedere come primi di classe Pirelli anche i seguenti altri trofeisti: Alex Beggi (R2 Zona6), Franco Ricciardi (Rally4 Zona6) e Niccolò Cinquini (N2 Zona7).

Top3 finali Trofeo Pirelli Accademia Regione Centro

Rally2: 1. Antonio Rusce 36 punti, 2. Gianluca Tosi 30, 3. Stefano Bizzarri 16.

2RM RC4: 1. Claudio Fanucchi 45 punti, 2. Riccardo Tommi 41, 3, Riccardo Vespesiani 36.

2RM RC5: 1. Leonardo Della Nina 45 punti, 2. Davide Puppa 7,5, 3. Enrica Ranalli 2.

2RM Classic: 1. Antonio Ilari 43 punti, 2. Luca Sonnoli 26, 3. Nicolò Cinquini 21.

4RM Base: 1. Mauro Arati 12 punti.

– Foto ufficio stampa Pirelli –

(ITALPRESS).

Morto a 69 anni il tecnico del Boca Juniors Miguel Angel Russo

BUENOS AIRES (ARGENTINA) (ITALPRESS) – Miguel Angel Russo non ce l’ha fatta. Il 69enne allenatore del Boca Juniors è decdeduto nella notte italiana a Buenos Aires. “L’Atletico Boca Juniors annuncia con profonda tristezza la scomparsa di Miguel Angel Russo. Miguel lascia un segno indelebile nel nostro club e sarà sempre un esempio di allegria, calore umano e impegno. Siamo vicini alla sua famiglia e ai suoi cari in questo momento di dolore. Addio, caro Miguel!”, l’annuncio del Boca. Russo, che dal 21 settembre aveva dovuto lasciare la guida della squadra per motivi di salute, è deceduto in seguito a una lunga malattia che combatteva dal 2017.

Lunedì scorso le sue condizioni si erano aggravate, tanto da essere ricoverato in terapia intensiva per un’infezione alle vie urinarie. Nella notte italiana l’annuncio del suo decesso. Nato a Lanus nel 1956, da calciatore (centrocampista) ha vestito la maglia dell’Estudiantes (dal 1975 al 1988) e dell’Argentina (17 presenze con l’Albiceleste), per poi cominciare la carriera da allenatore nel Lanus e poi tornare nel club di La Plata.

Successivamente ha guidato tanto altre squadre argentine, tra queste Rosario Central, San Lorenzo, Velez e Racing. Era alla sua terza esperienza alla guida del Boca Juniors con cui nel 2007 vinse la Libertadores con Juan Roman Riquelme, ora presidente del club, come giocatore. In Europa ha vissuto una breve esperienza in Spagna, sulla panchina del Salamanca, ma ha allenato anche in Cile (Universidad), Messico (Morelia), Colombia (Millonarios), Perù (Allianz Lima), Paraguay (Cerro Porteno) e Arabia Saudita (Al Nassr).

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

Raggiunto accordo di pace a Gaza

ROMA (ITALPRESS) – Alba di pace sulle macerie di Gaza. “Hamas e Israele hanno firmato l’accordo per la prima fase del piano di pace” ha annunciato il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, dalla Casa Bianca, senza tuttavia fornire molti dettagli sull’intesa. La firma dell’accordo è prevista oggi. Secondo Trump, tutti gli ostaggi, vivi e morti, saranno liberati e consegnati lunedì. Secondo Hamas, verranno liberati 20 ostaggi in cambio di 1950 prigionieri palestinesi, di cui 250 condannati all’ergastolo. Per l’emittente americana ABC News tuttavia non è ancora stato raggiunto alcun accordo sui punti più controversi, dal disarmo di Hamas alla futura governance di Gaza. Una distanza sinistramente sottolineata dai bombardamenti israeliani che sono continuati per tutta la notte su Gaza e Khan Yunis. Nonostante queste tragiche contraddizioni, nella notte il premier israeliano Netanyahu ha avuto un colloquio con Trump e lo ha invitato a parlare alla Knesset, il Parlamento israeliano. Il Presidente Usa ha accettato e potrebbe recarsi in Medio oriente all’inizio della prossima settimana. Una fonte di Hamas ha confermato all’agenzia AFP che la prima fase dell’accordo prevede il rilascio da parte di Hamas di 20 ostaggi vivi in una sola volta in cambio di circa 2.000 prigionieri palestinesi. La firma dell’accordo è prevista in giornata oggi, ha ribadito la fonte del movimento terroristico islamico. Secondo ABC News, da ultimo i colloqui a Sharm el-Sheikh si sono concentrati su cosa sarebbe successo nei primi giorni e nelle prime settimane dell’accordo. Mentre il disarmo di Hamas e la questione della governance a Gaza, dovranno essere negoziati in seguito. Per Gaza dopo due anni di massacri è un’alba di pace.(ITALPRESS).

Foto: Ipa Agency

Tajani oggi a Parigi per la riunione sull’attuazione del piano di pace USA a Gaza

ROMA (ITALPRESS) – Il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, sarà oggi a Parigi per partecipare a una Riunione a livello di Ministri degli Esteri sull’attuazione del piano di pace USA. La riunione vedrà la partecipazione degli E4 (Italia, Francia, Germania e Regno Unito), del Quintetto Arabo (Egitto, Giordania, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Qatar), insieme con Indonesia, Turchia, Spagna, Canada e Unione Europea. In linea con i risultati conseguiti a New York nell’ambito della Conferenza sulla soluzione dei due Stati, l’incontro ha l’obiettivo di concordare azioni congiunte per fornire un contributo concreto al piano di pace degli Stati Uniti, consolidando il sostegno agli sforzi di mediazione guidati da Stati Uniti, Qatar ed Egitto dopo l’importante risultato conseguito ieri che ha visto Israele e Hamas sottoscrivere la prima fase del Piano di pace.

La riunione costituirà l’occasione per ribadire l’impegno italiano per l’attuazione del piano di pace presentato dal Presidente Trump e verso un orizzonte politico credibile per la fine della guerra a Gaza, attraverso un cessate il fuoco immediato, il rilascio degli ostaggi e una piena assistenza umanitaria nella Striscia.

“L’Italia si candida a contribuire ai futuri assetti di governance e sicurezza di Gaza, lavorando per il processo di disarmo di Hamas e partecipando alla stabilizzazione e alla ricostruzione della Striscia di Gaza. Il nostro obiettivo è sostenere la soluzione dei due Stati, gettando le basi per la creazione del di un futuro Stato palestinese che coesista in pace e sicurezza con Israele” ha dichiarato il Ministro.

Fra i punti in agenda della riunione parigina, vi sono un aggiornamento sul cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi dopo l’accordo raggiunto a Sharm el-Sheikh, e i tempi e le modalità con cui realizzare le successive fasi del piano di pace di Trump

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

Pace in Medio Oriente, Meloni “Immagini commoventi da Gaza, ora si apre una fase nuova”

ROMA (ITALPRESS) – “L’accordo raggiunto in Egitto per l’applicazione della prima fase del Piano di pace del Presidente Trump è una straordinaria notizia che apre la strada al cessate il fuoco a Gaza, al rilascio di tutti gli ostaggi e al ritiro delle forze israeliane su linee concordate. Desidero ringraziare il Presidente Trump per aver incessantemente ricercato la fine del conflitto a Gaza e i mediatori – Egitto, Qatar e Turchia – per i loro sforzi che si sono rivelati cruciali per l’esito positivo raggiunto. Questo accordo e il più ampio percorso tracciato dal Piano Trump costituiscono un’opportunità unica per porre fine a questo conflitto che deve assolutamente essere colta. Per questo esorto tutte le parti a rispettare pienamente le misure già concordate e a lavorare per realizzare rapidamente i passi successivi previsti dal Piano di Pace. L’Italia continuerà a sostenere gli sforzi dei mediatori ed è pronta a contribuire alla stabilizzazione, ricostruzione e sviluppo di Gaza”. Lo ha dichiarato il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dopo l’annuncio dell’accordo tra Israele e Hamas.

“Ovviamente c’è ancora moltissimo lavoro da fare, quello di cui si parla è la realizzazione della prima fase del piano di pace. Un piano di pace complesso, che sarà lungo, ci sarà bisogno del sostegno di tutti ma penso davvero che sia un nuovo inizioha in seguito affermato Meloni in collegamento telefonico con Speciale Tg1 sull’accordo per la tregua a Gaza -. Ho visto immagini commoventi della popolazione di Gaza che festeggiava quello che sta accadendo. Dobbiamo festeggiare tutti ma dobbiamo anche continuare a tenere l’attenzione sul lavoro molto delicato e importante che va fatto”.

“Penso che dobbiamo essere orgogliosi del contributo silenzioso ma costante che l’Italia ha dato in tutta questa fase. Ribadisco che l’Italia è pronta a fare la sua parte, è pronta a contribuire alla stabilizzazione, alla ricostruzione e allo sviluppo di Gaza, chiaramente con l’ottimo rapporto che può vantare con tutti gli attori della regione”, ha aggiunto.

“In questa fase si parla soprattutto di una tregua, di rilascio degli ostaggi, che era la condizione essenziale per avviare un percorso di pace, e dall’altra parte di un primo arretramento delle forze israeliane a Gaza. Chiaramente c’è tutto il tema del disarmo di Hamas, c’è il tema di fare in modo che non ci siano nuovi insediamenti in Cisgiordania, e la gestione di una fase transitoria particolarmente della Striscia di Gaza. Se Hamas non deve avere alcun ruolo, come mi pare siamo tutti d’accordo, dall’altra parte sappiamo anche che l’Autorità Nazionale Palestinese ha bisogno di un percorso di riforma – ha sottolineato Meloni -. C’è un ruolo che la comunità internazionale, e particolarmente i Paesi arabi e della regione, devono giocare per garantire transitoriamente un governo, e poi ci sarà bisogno di monitoraggi e di un impegno della comunità internazionale che verrà valutato nelle prossime ore, ci sono e ci saranno interlocuzioni su questo, per garantire che tutto funzioni come deve funzionare. In questo senso anche l’Italia è pronta a fare la sua parte. Se ci verrà chiesto un contributo siamo ovviamente pronti a stare in prima linea. C’è il tema della ricostruzione su cui potremo dire la nostra e ci lavoreremo insieme ai nostri partner – ha aggiunto il premier -. In questo caso c’è stata una convergenza molto ampia della comunità internazionale sulla proposta di piano di pace degli Stati Uniti, dai paesi europei ai paesi arabi, ai paesi del Golfo, a Israele, c’è stata una convergenza di volontà per terminare una crisi che oggettivamente non era più sostenibile”.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

Israele e Hamas firmano l’accordo per la pace a Gaza. Trump “Ostaggi liberi lunedì o martedì. Giornata storica, grande lavoro”

ROMA (ITALPRESS) – Il documento finale della fase uno del piano per porre fine alla guerra a Gaza è stato elaborato e firmato questa mattina in Egitto. Lo ha detto una portavoce del governo israeliana citata dai media. La portavoce ha inoltre affermato che entro 24 ore dalla riunione del governo per l’approvazione dell’accordo, l’accordo entrerà in vigore e inizierà il periodo di 72 ore per il rilascio degli ostaggi, dopodiché Israele controllerà il 53% del territorio della Striscia di Gaza.

Una portavoce del governo israeliano citata dai media ha dichiarato che Marwan Barghouti, leader palestinese che sconta 5 ergastoli in Israele, “non verrà rilasciato nell’ambito dell’accordo” raggiunto nella notte a Sharm el-Sheikh tra Israele e Hamas, con la mediazione di Egitto, Qatar, Turchia e Usa.

TRUMP “OSTAGGI A CASA TRA LUNEDI’ E MARTEDI’”

“Abbiamo messo fine alla guerra nella Striscia di Gaza. Con il punto di svolta di ieri abbiamo messo fine alla guerra e creato una pace che spero possa essere duratura”. Così il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, aprendo una riunione di gabinetto alla Casa Bianca. Quello di Gaza , ha pi spiegato, “sarà un teritorio nuovo, abbiamo contribuito a questo miracolo. Il Paese si rimetterà in piedi e sarà tutto nuovo. E’ stata una giornata storica e siamo riusciti a trattare la cosa con la dovuta cautela. C’era scetticismo, sapevamo che non era facile, ma tutte le cose sono state messe insieme nel modo giusto. Voglio espirme la mia più grande gratitudine a tutti quanti si sono spesi per l’incredile lavoro fatto”.

Secondo Trump “sul rilascio degli ostaggi nessuno credeva che poetessero tornare a casa. Lunedì o martedì avranno la possibilità di tornare a casa”. Il presidente americano ha quindi ribadito di essere intenzionato a recarsi in Egitto per la firma ufficiale dell’accordo tra Israele e Hamas per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. “Proverò ad andare, stiamo lavorando sulle tempistiche”.

IN CORSO IL GABINETTO DI SICUREZZA ISRAELIANO

Al via la riunione del gabinetto di sicurezza israeliano per votare l’intesa firmata oggi a Sharm el-Sheikh per il cessate il fuoco a Gaza. Lo riportano i media israeliani. La riunione del governo slitta alle 20 (le 19 in Italia).

L’UFFICIO DI NETANYAHU “DATE IL NOBEL A TRUMP”

“Assegnate il Premio Nobel per la pace a Donald Trump: se lo merita”. È questo il messaggio pubblicato su X dall’ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu, accompagnato da una foto generata con l’IA in cui il premier di Israele consegna l’onorificenza a Trump.

TAJANI A PARIGI PER RIUNIONE E5

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, è atterrato a Parigi per partecipare alla riunione ministeriale sull’attuazione del piano di pace Usa. L’incontro parigino si svolgerà in concomitanza della riunione del governo israeliano per vagliare formalmente l’accordo raggiunto ieri notte a Sharm el-Sheikh. Tajani, insieme ai colleghi E4 (Italia, Francia, Germania e Regno Unito), del Quintetto Arabo (Egitto, Giordania, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Qatar) ed altri partner internazionali, discuterà oggi i prossimi passi per attuare il piano di pace del presidente Trump. Cinque saranno i punti cardine della discussione: 1) governance di Gaza; 2) disarmo di Hamas; 3) stabilizzazione della Striscia; 4) ricostruzione; 5) ruolo dell’Onu.

SARR “ISRAELE NON VUOLE RIPRENDERE LA GUERRA”

Il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Saar, ha dichiarato in un’intervista alla rete americana Fox News che Israele è fedele al piano del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza. “Non abbiamo intenzione di riprendere la guerra e speriamo che tutte le parti del piano vengano attuate”, ha detto. Sa’ar ha aggiunto che Hamas si è impegnata a restituire tutti gli ostaggi previsti dall’accordo, sia vivi che deceduti. Secondo Sa’ar, “il presidente Trump ha colto la risposta di Hamas e ha creato un’opportunità, affermando che è positiva e che dobbiamo farla funzionare”.

MEDIA “TRUMP IN ISRAELE TRA SABATO E DOMENICA”

Il presidente statunitense Donald Trump dovrebbe arrivare nella notte tra sabato e domenica in Israele. Lo scrive su X il giornalista israeliano Amichai Stein. “È una visita breve”, ha detto una fonte israeliana. “Attualmente è in programma una cerimonia all’aeroporto Ben Gurion e il discorso (di Trump) alla Knesset”, aggiunge.

MEDIA ISRAELE “HAMAS NON SA DOVE SIANO 9 CORPI, POSSIBILE TASK FORCE”

Il gruppo terroristico al potere nella Striscia di Gaza, Hamas, non saprebbe con certezza dove si trovino nove dei 28 corpi di ostaggi. Secondo quanto riporta il quotidiano israeliano Calcalist, “verrà istituita una task force per localizzare, ricercare e riportare indietro gli ostaggi dispersi che non sono stati restituiti entro le prime 72 ore. La task force includerà Israele, Stati Uniti, Egitto e Qatar e collaborerà con le forze sul campo nella Striscia di Gaza per raccogliere tutte le informazioni e le capacità necessarie per completarne la localizzazione”. La creazione della task force internazionale “è stata concordato nei colloqui a Sharm el-Sheikh, e, se necessario, sarà supportata dalla Croce rossa”.

I media israeliani riferiscono che il cronoprogramma dell’accordo prevede oggi alle 15 la riunione del gabinetto di governo israeliano per l’approvazione e a cui seguirà alle 16 il via libera da parte dell’esecutivo. Entro 24 ore dall’approvazione del governo, inizierà il parziale ritiro delle Forze di difesa israeliane (Idf), che continueranno a controllare il 53% di Gaza, ma andranno via da Gaza City. Entro 72 ore dall’ok del governo di Israele al piano, Hamas dovrà rilasciare tutti i 20 ostaggi vivi insieme e senza cerimonie, proseguono i media. “E’ probabile che gli ostaggi vengano rilasciati sabato, in modo che possano essere già in Israele durante la visita di Trump, ma lo stesso presidente Usa ha detto che torneranno tutti lunedì”, evidenzia Calcalist, secondo cui Trump potrebbe giungere in Israele domenica. In cambio, Israele rilascerà circa duemila detenuti palestinesi, tra cui 250 ergastolani e 1.700 arrestati dopo il 7 ottobre 2023.

ABBAS PLAUDE AD ACCORDO SU GAZA

Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas, ha accolto con favore l’annuncio del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di un accordo per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza, far ritirare l’esercito israeliano, consentire l’ingresso di aiuti umanitari e facilitare uno scambio di prigionieri. Abbas ha auspicato che questi sforzi “costituiscano il preludio al raggiungimento di una soluzione politica permanente, come annunciato dal presidente Trump, che porti alla fine dell’occupazione israeliana dello Stato di Palestina e alla creazione di uno Stato palestinese indipendente sui confini del 4 giugno 1967, con Gerusalemme Est come capitale”. Il capo dell’Anp ha inoltre elogiato Trump e tutti i mediatori per i loro significativi sforzi nel raggiungimento dell’accordo, affermando la disponibilità dello Stato di Palestina a collaborare con i mediatori e con i partner internazionali per garantirne il successo, al fine di raggiungere la stabilità e una pace duratura e giusta, nel rispetto del diritto internazionale.

Il presidente palestinese ha sottolineato la necessità che tutte le parti si impegnino per l’immediata attuazione dell’accordo, incluso il rilascio di tutti gli ostaggi e i detenuti, l’invio di aiuti umanitari urgenti attraverso le organizzazioni delle Nazioni Unite, la prevenzione di sfollamenti o annessioni e l’avvio del processo di ricostruzione di Gaza. Infine, Abbas ha ribadito che la sovranità sulla Striscia di Gaza appartiene allo Stato di Palestina e che il collegamento tra la Cisgiordania e la Striscia di Gaza deve essere realizzato attraverso leggi e istituzioni governative palestinesi, attraverso un comitato amministrativo palestinese unificato e forze di sicurezza palestinesi, nel quadro di un unico sistema con il sostegno arabo e internazionale.

SMOTRICH “VOTEREMO CONTRO ACCORDO SU GAZA”

Il ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich ha parlato della firma della prima fase dell’accordo per il rilascio degli ostaggi e la fine della guerra a Gaza, affermando che i membri del suo partito messianico, Sionismo religioso, voteranno contro durante la riunione del governo israeliano per approvare l’intesa prevista alle 17. “I sentimenti sono contrastanti: enorme gioia per il ritorno dei nostri fratelli rapiti e preoccupazione per le implicazioni dello svuotamento delle prigioni e del rilascio della prossima generazione di leader terroristici. Per questo motivo, non possiamo unirci ai festeggiamenti miopi e votare a favore dell’accordo”, ha detto.

Lunedì, primo giorno dei negoziati indiretti tra Hamas e Israele il primo ministro Benjamin Netanyahu ha ordinato ai suoi ministri di astenersi dal rilasciare dichiarazioni pubbliche o parlare con i media in merito ai colloqui in corso in Egitto per il rilascio degli ostaggi rapiti il 7 ottobre 2023 e da allora a Gaza. Non è la prima volta che Netanyahu chiede ai suoi ministri di astenersi dal fare commenti in situazioni delicate. Soprattutto i ministri della destra religiosa, in particolare Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, hanno rilasciato in più occasione dichiarazioni forti e poco diplomatiche.

MEDIA “WITKOFF E KUSHNER OGGI IN ISRAELE”

L’inviato del presidente statunitense Donald Trump per il Medio Oriente, Steve Witkoff, e il genero, Jared Kushner, giungeranno oggi in Israele. Lo riportano i media israeliani. Witkoff e Kushner hanno partecipato ieri alla terza giornata di negoziati indiretti fra Israele e Hamas a Sharm el-Sheikh, culminati nella notte con l’annuncio di un accordo sulla prima fase del piano per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza proposto da Trump. Fonti citate dal quotidiano israeliano Haaretz riportano che Stati Uniti e Qatar avrebbero assicurato ad Hamas che Israele non riprenderà le operazioni militari dopo la prima fase.

MILIZIA ABU SHABAB “BENE ACCORDO, MA NON LASCEREMO GAZA”

Fonti della milizia palestinese Abu Shabab, sostenuta da Israele per creare un’alternativa ad Hamas nella Striscia di Gaza, ha dichiarato al sito israeliano Ynet di accogliere con favore l’accordo raggiunto e la fine della guerra. Tuttavia, la milizia beduina ha chiarito che i suoi membri rimarranno nel loro territorio nell’area di Rafah, nel sud di Gaza, e continueranno a difendere le loro terre, senza alcuna intenzione di lasciare la Striscia. Inoltre, i membri della milizia hanno presentato la loro visione per il futuro di Gaza: “Un luogo sicuro con un futuro e una speranza per le nuove generazioni, senza organizzazioni terroristiche, senza armi inutili e senza guerre”. Dalla Striscia di Gaza sono arrivati video diffusi dai media palestinesi e internazionali che mostrano la popolazione festeggiare per l’accordo che dovrebbe porre fine a due anni di conflitto.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

Israele e Hamas firmano l’accordo per la pace a Gaza, siglata l’intesa per la prima fase. Ufficio Netanyahu “Date il Nobel a Trump”

ROMA (ITALPRESS) – Il documento finale della fase uno del piano per porre fine alla guerra a Gaza è stato elaborato e firmato questa mattina in Egitto. Lo ha detto una portavoce del governo israeliana citata dai media. La portavoce ha inoltre affermato che entro 24 ore dalla riunione del governo per l’approvazione dell’accordo, l’accordo entrerà in vigore e inizierà il periodo di 72 ore per il rilascio degli ostaggi, dopodiché Israele controllerà il 53% del territorio della Striscia di Gaza.

Una portavoce del governo israeliano citata dai media ha dichiarato che Marwan Barghouti, leader palestinese che sconta 5 ergastoli in Israele, “non verrà rilasciato nell’ambito dell’accordo” raggiunto nella notte a Sharm el-Sheikh tra Israele e Hamas, con la mediazione di Egitto, Qatar, Turchia e Usa.

L’UFFICIO DI NETANYAHU “DATE IL NOBEL A TRUMP”

“Assegnate il Premio Nobel per la pace a Donald Trump: se lo merita”. È questo il messaggio pubblicato su X dall’ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu, accompagnato da una foto generata con l’IA in cui il premier di Israele consegna l’onorificenza a Trump.

IL RACCONTO DELLA GIORNATA DELLA POSSIBILE SVOLTA

Dopo tre giorni di negoziati indiretti fra Israele e Hamas, alla presenza dei mediatori di Egitto, Qatar, Turchia e Stati Uniti, è stata approvata la “prima fase” del piano del presidente statunitense, Donald Trump, per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza. L’annuncio è arrivato nella notte proprio da Trump con un messaggio su Truth, in cui ha annunciato che gli ostaggi israeliani saranno rilasciati presto e l’esercito israeliano si ritirerà sulle linee stabilite, come primo passo per la pace. “Ciò significa che tutti gli ostaggi saranno rilasciati molto presto e Israele ritirerà le sue truppe secondo una linea concordata, come primo passo verso una pace forte, durevole e duratura”, ha scritto Trump su Truth. Il presidente Usa ha aggiunto: “Tutte le parti saranno trattate equamente. Questo è un grande giorno per il mondo arabo e musulmano, Israele, tutte le nazioni circostanti e gli Stati Uniti d’America; e ringraziamo i mediatori di Qatar, Egitto e Turchia, che hanno collaborato con noi per rendere possibile questo evento storico e senza precedenti”, ha proseguito.

MEDIA “TRUMP IN ISRAELE TRA SABATO E DOMENICA”

Il presidente statunitense Donald Trump dovrebbe arrivare nella notte tra sabato e domenica in Israele. Lo scrive su X il giornalista israeliano Amichai Stein. “È una visita breve”, ha detto una fonte israeliana. “Attualmente è in programma una cerimonia all’aeroporto Ben Gurion e il discorso (di Trump) alla Knesset”, aggiunge.

NETANYAHU “OSTAGGI SARANNO LIBERATI, OGGI RIUNIONE”

“Con l’approvazione della prima fase del piano, tutti i nostri ostaggi saranno riportati a casa. Questo è un successo diplomatico e una vittoria nazionale e morale per lo Stato di Israele”. Lo ha annunciato nella notte il primo primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, in contemporanea con il post del presidente Usa Donald Trump sul raggiungimento della prima fase dell’accordo per porre fine alla guerra a Gaza tra Israele e Hamas. “Un grande giorno per Israele. Convocherò il governo per approvare l’accordo e riportare a casa tutti i nostri cari ostaggi”, ha aggiunto Netanyahu nei quattro comunicati stampa diffusi dal suo ufficio stampa per annunciare la svolta a due anni dal 7 ottobre 2023. Il premier israeliano ha affermato: “Ringrazio gli eroici soldati delle Forze di difesa israeliane e l’intero apparato di sicurezza, il cui coraggio e sacrificio ci hanno portato fino a questo giorno. Ringrazio, dal profondo del cuore, il presidente Trump e la sua squadra per la loro mobilitazione per il sacro compito di liberare i nostri ostaggi. Se Dio vuole, continueremo insieme per raggiungere tutti i nostri obiettivi e ampliare la pace con i nostri vicini”.

“Grazie alla nostra ferma determinazione, alla potente azione militare e ai grandi sforzi del nostro grande amico e alleato, il presidente Trump, abbiamo raggiunto questo punto di svolta cruciale”, ha aggiunto. Nel corso della notte, Netanyahu ha parlato al telefono con Trump. “I due hanno avuto una conversazione molto emozionante e calorosa, congratulandosi a vicenda per il risultato storico della firma dell’accordo per il rilascio di tutti gli ostaggi. Il primo ministro ha ringraziato il presidente Trump per tutti i suoi sforzi e per la sua leadership globale, e il presidente Trump si è congratulato con il primo ministro per la sua leadership determinata e per le azioni da lui intraprese. I due hanno concordato di continuare la loro stretta collaborazione”, fa sapere l’ufficio di Netanyahu, che ha invitato Trump a parlare alla Knesset, il parlamento israeliano.

LA CONFERMA DI HAMAS

Il gruppo terroristico palestinese al potere nella Striscia di Gaza, Hamas, ha rilasciato una dichiarazione in cui conferma l’accordo di cessate il fuoco con Israele e il rilascio degli ostaggi che, secondo il gruppo armato, “prevede la fine della guerra a Gaza, il ritiro delle forze di occupazione (israeliane), l’ingresso di aiuti umanitari e uno scambio di prigionieri”. Hamas ringrazia i mediatori e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump per aver mediato la fine della guerra scatenata dall’attacco del 7 ottobre 2023 contro Israele, esortandoli al contempo a “costringere il governo di occupazione a implementare pienamente gli obblighi dell’accordo e a impedirgli di eludere o ritardare l’attuazione di quanto concordato”.

“Rendiamo omaggio al nostro grande popolo nella Striscia di Gaza, a Gerusalemme e in Cisgiordania, in patria e all’estero, che ha dimostrato onore, coraggio e fermezza senza pari, affrontando i piani fascisti dell’occupazione che hanno preso di mira loro e i loro diritti nazionali”, aggiunge la dichiarazione. “Affermiamo che i sacrifici del nostro popolo non saranno vani e ci impegniamo a rimanere fedeli alla nostra causa e a non abbandonare mai i nostri diritti nazionali finché non saranno raggiunte la libertà, l’indipendenza e l’autodeterminazione”.

MEDIA “RILASCIO 20 OSTAGGI VIVI TRA DOMENICA E LUNEDÌ”

Il rilascio dei 20 ostaggi vivi rapiti e portati nella Striscia di Gaza il 7 ottobre 2023 potrebbe avvenire entro 72 ore dall’approvazione da parte del governo israeliano della prima fase del piano per porre fine alla guerra a Gaza tra Hamas e Israele. Lo riporta il quotidiano israeliano Globes, secondo cui alle 11 di oggi è prevista la firma dell’accordo – frutto di tre giorni di negoziati a Sharm el-Sheikh – e la conseguente entrata in vigore del cessate il fuoco. Alle 14 è attesa l’approvazione dell’intesa da parte del gabinetto di governo israeliano e alle 15 da parte dell’esecutivo. Successivamente, entro 24 ore dal via libera del governo, l’esercito israeliano inizierà il parziale ritiro da Gaza. In un’intervista a Fox News, il presidente Usa Donald Trump ha dichiarato che “gli ostaggi saranno rilasciati probabilmente lunedì, compresi i corpi dei morti”. Nell’enclave palestinese si trovano 48 ostaggi e le autorità israeliane ritengono che 20 siano in vita. Secondo indiscrezioni stampa, nel corso dei negoziati in Egitto Hamas avrebbe fornito prove dell’esistenza in vita di 20 ostaggi.

MEDIA ISRAELE “HAMAS NON SA DOVE SIANO 9 CORPI, POSSIBILE TASK FORCE”

Il gruppo terroristico al potere nella Striscia di Gaza, Hamas, non saprebbe con certezza dove si trovino nove dei 28 corpi di ostaggi. Secondo quanto riporta il quotidiano israeliano Calcalist, “verrà istituita una task force per localizzare, ricercare e riportare indietro gli ostaggi dispersi che non sono stati restituiti entro le prime 72 ore. La task force includerà Israele, Stati Uniti, Egitto e Qatar e collaborerà con le forze sul campo nella Striscia di Gaza per raccogliere tutte le informazioni e le capacità necessarie per completarne la localizzazione”. La creazione della task force internazionale “è stata concordato nei colloqui a Sharm el-Sheikh, e, se necessario, sarà supportata dalla Croce rossa”.

I media israeliani riferiscono che il cronoprogramma dell’accordo prevede oggi alle 15 la riunione del gabinetto di governo israeliano per l’approvazione e a cui seguirà alle 16 il via libera da parte dell’esecutivo. Entro 24 ore dall’approvazione del governo, inizierà il parziale ritiro delle Forze di difesa israeliane (Idf), che continueranno a controllare il 53% di Gaza, ma andranno via da Gaza City. Entro 72 ore dall’ok del governo di Israele al piano, Hamas dovrà rilasciare tutti i 20 ostaggi vivi insieme e senza cerimonie, proseguono i media. “E’ probabile che gli ostaggi vengano rilasciati sabato, in modo che possano essere già in Israele durante la visita di Trump, ma lo stesso presidente Usa ha detto che torneranno tutti lunedì”, evidenzia Calcalist, secondo cui Trump potrebbe giungere in Israele domenica. In cambio, Israele rilascerà circa duemila detenuti palestinesi, tra cui 250 ergastolani e 1.700 arrestati dopo il 7 ottobre 2023.

ABBAS PLAUDE AD ACCORDO SU GAZA

Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas, ha accolto con favore l’annuncio del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di un accordo per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza, far ritirare l’esercito israeliano, consentire l’ingresso di aiuti umanitari e facilitare uno scambio di prigionieri. Abbas ha auspicato che questi sforzi “costituiscano il preludio al raggiungimento di una soluzione politica permanente, come annunciato dal presidente Trump, che porti alla fine dell’occupazione israeliana dello Stato di Palestina e alla creazione di uno Stato palestinese indipendente sui confini del 4 giugno 1967, con Gerusalemme Est come capitale”. Il capo dell’Anp ha inoltre elogiato Trump e tutti i mediatori per i loro significativi sforzi nel raggiungimento dell’accordo, affermando la disponibilità dello Stato di Palestina a collaborare con i mediatori e con i partner internazionali per garantirne il successo, al fine di raggiungere la stabilità e una pace duratura e giusta, nel rispetto del diritto internazionale.

Il presidente palestinese ha sottolineato la necessità che tutte le parti si impegnino per l’immediata attuazione dell’accordo, incluso il rilascio di tutti gli ostaggi e i detenuti, l’invio di aiuti umanitari urgenti attraverso le organizzazioni delle Nazioni Unite, la prevenzione di sfollamenti o annessioni e l’avvio del processo di ricostruzione di Gaza. Infine, Abbas ha ribadito che la sovranità sulla Striscia di Gaza appartiene allo Stato di Palestina e che il collegamento tra la Cisgiordania e la Striscia di Gaza deve essere realizzato attraverso leggi e istituzioni governative palestinesi, attraverso un comitato amministrativo palestinese unificato e forze di sicurezza palestinesi, nel quadro di un unico sistema con il sostegno arabo e internazionale.

SMOTRICH “VOTEREMO CONTRO ACCORDO SU GAZA”

Il ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich ha parlato della firma della prima fase dell’accordo per il rilascio degli ostaggi e la fine della guerra a Gaza, affermando che i membri del suo partito messianico, Sionismo religioso, voteranno contro durante la riunione del governo israeliano per approvare l’intesa prevista alle 17. “I sentimenti sono contrastanti: enorme gioia per il ritorno dei nostri fratelli rapiti e preoccupazione per le implicazioni dello svuotamento delle prigioni e del rilascio della prossima generazione di leader terroristici. Per questo motivo, non possiamo unirci ai festeggiamenti miopi e votare a favore dell’accordo”, ha detto.

Lunedì, primo giorno dei negoziati indiretti tra Hamas e Israele il primo ministro Benjamin Netanyahu ha ordinato ai suoi ministri di astenersi dal rilasciare dichiarazioni pubbliche o parlare con i media in merito ai colloqui in corso in Egitto per il rilascio degli ostaggi rapiti il 7 ottobre 2023 e da allora a Gaza. Non è la prima volta che Netanyahu chiede ai suoi ministri di astenersi dal fare commenti in situazioni delicate. Soprattutto i ministri della destra religiosa, in particolare Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, hanno rilasciato in più occasione dichiarazioni forti e poco diplomatiche.

MEDIA “WITKOFF E KUSHNER OGGI IN ISRAELE”

L’inviato del presidente statunitense Donald Trump per il Medio Oriente, Steve Witkoff, e il genero, Jared Kushner, giungeranno oggi in Israele. Lo riportano i media israeliani. Witkoff e Kushner hanno partecipato ieri alla terza giornata di negoziati indiretti fra Israele e Hamas a Sharm el-Sheikh, culminati nella notte con l’annuncio di un accordo sulla prima fase del piano per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza proposto da Trump. Fonti citate dal quotidiano israeliano Haaretz riportano che Stati Uniti e Qatar avrebbero assicurato ad Hamas che Israele non riprenderà le operazioni militari dopo la prima fase.

MILIZIA ABU SHABAB “BENE ACCORDO, MA NON LASCEREMO GAZA”

Fonti della milizia palestinese Abu Shabab, sostenuta da Israele per creare un’alternativa ad Hamas nella Striscia di Gaza, ha dichiarato al sito israeliano Ynet di accogliere con favore l’accordo raggiunto e la fine della guerra. Tuttavia, la milizia beduina ha chiarito che i suoi membri rimarranno nel loro territorio nell’area di Rafah, nel sud di Gaza, e continueranno a difendere le loro terre, senza alcuna intenzione di lasciare la Striscia. Inoltre, i membri della milizia hanno presentato la loro visione per il futuro di Gaza: “Un luogo sicuro con un futuro e una speranza per le nuove generazioni, senza organizzazioni terroristiche, senza armi inutili e senza guerre”. Dalla Striscia di Gaza sono arrivati video diffusi dai media palestinesi e internazionali che mostrano la popolazione festeggiare per l’accordo che dovrebbe porre fine a due anni di conflitto.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

Accordo per la pace a Gaza, l’annuncio di Trump “Un grande giorno”. Israele “Cessate il fuoco solo dopo l’ok del governo”

ROMA (ITALPRESS) – Dopo tre giorni di negoziati indiretti fra Israele e Hamas, alla presenza dei mediatori di Egitto, Qatar, Turchia e Stati Uniti, è stata approvata la “prima fase” del piano del presidente statunitense, Donald Trump, per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza. L’annuncio è arrivato nella notte proprio da Trump con un messaggio su Truth, in cui ha annunciato che gli ostaggi israeliani saranno rilasciati presto e l’esercito israeliano si ritirerà sulle linee stabilite, come primo passo per la pace. “Ciò significa che tutti gli ostaggi saranno rilasciati molto presto e Israele ritirerà le sue truppe secondo una linea concordata, come primo passo verso una pace forte, durevole e duratura”, ha scritto Trump su Truth. Il presidente Usa ha aggiunto: “Tutte le parti saranno trattate equamente. Questo è un grande giorno per il mondo arabo e musulmano, Israele, tutte le nazioni circostanti e gli Stati Uniti d’America; e ringraziamo i mediatori di Qatar, Egitto e Turchia, che hanno collaborato con noi per rendere possibile questo evento storico e senza precedenti”, ha proseguito.

“Contrariamente a quanto riportato dai media arabi, la tregua entrerà in vigore solo dopo l’approvazione del governo” dell’accordo raggiunto tra Israele e Hamas a Sharm el-Sheikh. Così l’ufficio del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, dopo che i media arabi hanno annunciato l’entrata in vigore del cessate il fuoco a partire dalle 11. “Le 72 ore inizieranno a decorrere dopo l’approvazione dell’accordo nella riunione del governo. Previsto per le ore serali”, precisa il governo, come riportano i media israeliani.

MEDIA “TRUMP IN ISRAELE TRA SABATO E DOMENICA”

Il presidente statunitense Donald Trump dovrebbe arrivare nella notte tra sabato e domenica in Israele. Lo scrive su X il giornalista israeliano Amichai Stein. “È una visita breve”, ha detto una fonte israeliana. “Attualmente è in programma una cerimonia all’aeroporto Ben Gurion e il discorso (di Trump) alla Knesset”, aggiunge.

NETANYAHU “OSTAGGI SARANNO LIBERATI, OGGI RIUNIONE”

“Con l’approvazione della prima fase del piano, tutti i nostri ostaggi saranno riportati a casa. Questo è un successo diplomatico e una vittoria nazionale e morale per lo Stato di Israele”. Lo ha annunciato nella notte il primo primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, in contemporanea con il post del presidente Usa Donald Trump sul raggiungimento della prima fase dell’accordo per porre fine alla guerra a Gaza tra Israele e Hamas. “Un grande giorno per Israele. Convocherò il governo per approvare l’accordo e riportare a casa tutti i nostri cari ostaggi”, ha aggiunto Netanyahu nei quattro comunicati stampa diffusi dal suo ufficio stampa per annunciare la svolta a due anni dal 7 ottobre 2023. Il premier israeliano ha affermato: “Ringrazio gli eroici soldati delle Forze di difesa israeliane e l’intero apparato di sicurezza, il cui coraggio e sacrificio ci hanno portato fino a questo giorno. Ringrazio, dal profondo del cuore, il presidente Trump e la sua squadra per la loro mobilitazione per il sacro compito di liberare i nostri ostaggi. Se Dio vuole, continueremo insieme per raggiungere tutti i nostri obiettivi e ampliare la pace con i nostri vicini”.

“Grazie alla nostra ferma determinazione, alla potente azione militare e ai grandi sforzi del nostro grande amico e alleato, il presidente Trump, abbiamo raggiunto questo punto di svolta cruciale”, ha aggiunto. Nel corso della notte, Netanyahu ha parlato al telefono con Trump. “I due hanno avuto una conversazione molto emozionante e calorosa, congratulandosi a vicenda per il risultato storico della firma dell’accordo per il rilascio di tutti gli ostaggi. Il primo ministro ha ringraziato il presidente Trump per tutti i suoi sforzi e per la sua leadership globale, e il presidente Trump si è congratulato con il primo ministro per la sua leadership determinata e per le azioni da lui intraprese. I due hanno concordato di continuare la loro stretta collaborazione”, fa sapere l’ufficio di Netanyahu, che ha invitato Trump a parlare alla Knesset, il parlamento israeliano.

LA CONFERMA DI HAMAS

Il gruppo terroristico palestinese al potere nella Striscia di Gaza, Hamas, ha rilasciato una dichiarazione in cui conferma l’accordo di cessate il fuoco con Israele e il rilascio degli ostaggi che, secondo il gruppo armato, “prevede la fine della guerra a Gaza, il ritiro delle forze di occupazione (israeliane), l’ingresso di aiuti umanitari e uno scambio di prigionieri”. Hamas ringrazia i mediatori e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump per aver mediato la fine della guerra scatenata dall’attacco del 7 ottobre 2023 contro Israele, esortandoli al contempo a “costringere il governo di occupazione a implementare pienamente gli obblighi dell’accordo e a impedirgli di eludere o ritardare l’attuazione di quanto concordato”.

“Rendiamo omaggio al nostro grande popolo nella Striscia di Gaza, a Gerusalemme e in Cisgiordania, in patria e all’estero, che ha dimostrato onore, coraggio e fermezza senza pari, affrontando i piani fascisti dell’occupazione che hanno preso di mira loro e i loro diritti nazionali”, aggiunge la dichiarazione. “Affermiamo che i sacrifici del nostro popolo non saranno vani e ci impegniamo a rimanere fedeli alla nostra causa e a non abbandonare mai i nostri diritti nazionali finché non saranno raggiunte la libertà, l’indipendenza e l’autodeterminazione”.

MEDIA “RILASCIO 20 OSTAGGI VIVI TRA DOMENICA E LUNEDÌ”

Il rilascio dei 20 ostaggi vivi rapiti e portati nella Striscia di Gaza il 7 ottobre 2023 potrebbe avvenire entro 72 ore dall’approvazione da parte del governo israeliano della prima fase del piano per porre fine alla guerra a Gaza tra Hamas e Israele. Lo riporta il quotidiano israeliano Globes, secondo cui alle 11 di oggi è prevista la firma dell’accordo – frutto di tre giorni di negoziati a Sharm el-Sheikh – e la conseguente entrata in vigore del cessate il fuoco. Alle 14 è attesa l’approvazione dell’intesa da parte del gabinetto di governo israeliano e alle 15 da parte dell’esecutivo. Successivamente, entro 24 ore dal via libera del governo, l’esercito israeliano inizierà il parziale ritiro da Gaza. In un’intervista a Fox News, il presidente Usa Donald Trump ha dichiarato che “gli ostaggi saranno rilasciati probabilmente lunedì, compresi i corpi dei morti”. Nell’enclave palestinese si trovano 48 ostaggi e le autorità israeliane ritengono che 20 siano in vita. Secondo indiscrezioni stampa, nel corso dei negoziati in Egitto Hamas avrebbe fornito prove dell’esistenza in vita di 20 ostaggi.

MEDIA ISRAELE “HAMAS NON SA DOVE SIANO 9 CORPI, POSSIBILE TASK FORCE”

Il gruppo terroristico al potere nella Striscia di Gaza, Hamas, non saprebbe con certezza dove si trovino nove dei 28 corpi di ostaggi. Secondo quanto riporta il quotidiano israeliano Calcalist, “verrà istituita una task force per localizzare, ricercare e riportare indietro gli ostaggi dispersi che non sono stati restituiti entro le prime 72 ore. La task force includerà Israele, Stati Uniti, Egitto e Qatar e collaborerà con le forze sul campo nella Striscia di Gaza per raccogliere tutte le informazioni e le capacità necessarie per completarne la localizzazione”. La creazione della task force internazionale “è stata concordato nei colloqui a Sharm el-Sheikh, e, se necessario, sarà supportata dalla Croce rossa”.

I media israeliani riferiscono che il cronoprogramma dell’accordo prevede oggi alle 15 la riunione del gabinetto di governo israeliano per l’approvazione e a cui seguirà alle 16 il via libera da parte dell’esecutivo. Entro 24 ore dall’approvazione del governo, inizierà il parziale ritiro delle Forze di difesa israeliane (Idf), che continueranno a controllare il 53% di Gaza, ma andranno via da Gaza City. Entro 72 ore dall’ok del governo di Israele al piano, Hamas dovrà rilasciare tutti i 20 ostaggi vivi insieme e senza cerimonie, proseguono i media. “E’ probabile che gli ostaggi vengano rilasciati sabato, in modo che possano essere già in Israele durante la visita di Trump, ma lo stesso presidente Usa ha detto che torneranno tutti lunedì”, evidenzia Calcalist, secondo cui Trump potrebbe giungere in Israele domenica. In cambio, Israele rilascerà circa duemila detenuti palestinesi, tra cui 250 ergastolani e 1.700 arrestati dopo il 7 ottobre 2023.

ABBAS PLAUDE AD ACCORDO SU GAZA

Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas, ha accolto con favore l’annuncio del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di un accordo per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza, far ritirare l’esercito israeliano, consentire l’ingresso di aiuti umanitari e facilitare uno scambio di prigionieri. Abbas ha auspicato che questi sforzi “costituiscano il preludio al raggiungimento di una soluzione politica permanente, come annunciato dal presidente Trump, che porti alla fine dell’occupazione israeliana dello Stato di Palestina e alla creazione di uno Stato palestinese indipendente sui confini del 4 giugno 1967, con Gerusalemme Est come capitale”. Il capo dell’Anp ha inoltre elogiato Trump e tutti i mediatori per i loro significativi sforzi nel raggiungimento dell’accordo, affermando la disponibilità dello Stato di Palestina a collaborare con i mediatori e con i partner internazionali per garantirne il successo, al fine di raggiungere la stabilità e una pace duratura e giusta, nel rispetto del diritto internazionale.

Il presidente palestinese ha sottolineato la necessità che tutte le parti si impegnino per l’immediata attuazione dell’accordo, incluso il rilascio di tutti gli ostaggi e i detenuti, l’invio di aiuti umanitari urgenti attraverso le organizzazioni delle Nazioni Unite, la prevenzione di sfollamenti o annessioni e l’avvio del processo di ricostruzione di Gaza. Infine, Abbas ha ribadito che la sovranità sulla Striscia di Gaza appartiene allo Stato di Palestina e che il collegamento tra la Cisgiordania e la Striscia di Gaza deve essere realizzato attraverso leggi e istituzioni governative palestinesi, attraverso un comitato amministrativo palestinese unificato e forze di sicurezza palestinesi, nel quadro di un unico sistema con il sostegno arabo e internazionale.

SMOTRICH “VOTEREMO CONTRO ACCORDO SU GAZA”

Il ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich ha parlato della firma della prima fase dell’accordo per il rilascio degli ostaggi e la fine della guerra a Gaza, affermando che i membri del suo partito messianico, Sionismo religioso, voteranno contro durante la riunione del governo israeliano per approvare l’intesa prevista alle 17. “I sentimenti sono contrastanti: enorme gioia per il ritorno dei nostri fratelli rapiti e preoccupazione per le implicazioni dello svuotamento delle prigioni e del rilascio della prossima generazione di leader terroristici. Per questo motivo, non possiamo unirci ai festeggiamenti miopi e votare a favore dell’accordo”, ha detto.

Lunedì, primo giorno dei negoziati indiretti tra Hamas e Israele il primo ministro Benjamin Netanyahu ha ordinato ai suoi ministri di astenersi dal rilasciare dichiarazioni pubbliche o parlare con i media in merito ai colloqui in corso in Egitto per il rilascio degli ostaggi rapiti il 7 ottobre 2023 e da allora a Gaza. Non è la prima volta che Netanyahu chiede ai suoi ministri di astenersi dal fare commenti in situazioni delicate. Soprattutto i ministri della destra religiosa, in particolare Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, hanno rilasciato in più occasione dichiarazioni forti e poco diplomatiche.

MEDIA “WITKOFF E KUSHNER OGGI IN ISRAELE”

L’inviato del presidente statunitense Donald Trump per il Medio Oriente, Steve Witkoff, e il genero, Jared Kushner, giungeranno oggi in Israele. Lo riportano i media israeliani. Witkoff e Kushner hanno partecipato ieri alla terza giornata di negoziati indiretti fra Israele e Hamas a Sharm el-Sheikh, culminati nella notte con l’annuncio di un accordo sulla prima fase del piano per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza proposto da Trump. Fonti citate dal quotidiano israeliano Haaretz riportano che Stati Uniti e Qatar avrebbero assicurato ad Hamas che Israele non riprenderà le operazioni militari dopo la prima fase.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).