Vicolo Cieco Retrone. Questa breve strada andava sotto il nome di Cul di Sacco Retrone (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr). Con delibera Podestarile 24 febbraio 1931, fu cambiata in Vicolo Cieco Retrone.
“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Vicolo Cieco Benvenuto De Campesani, poeta vicentino dantesco
Vicolo Cieco Benvenuto De Campesani. Quartiere delle Medaglie d’Oro (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr). Ferrovieri. Intitolata Vicolo Cieco Benvenuto De Campesani con deliberazione podestarile 24 febbraio 1931. Benvenuto de Campesani, poeta vicentino contemporaneo di Dante.
Nel 1324 la fraglia dei notai, cui era iscritto nel 1324, spese «dieci soldi per l’anima di Benevenuto De’ Campesani». Studioso e imitatore dei classici, scrisse un libro eroico in esametri latini in cui celebrò le lodi di Arrigo VII e di Can Grande della Scala per la vittoria riportata a Camisano nel 1311 sui Padovani che procurò la liberazione di Vicenza.
“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Borgo Scroffa, da antica famiglia degli Scroffa con proprietà e palazzi in zona
Borgo Scroffa. Dal Provveditorato agli Studi sino alla strada per il cimitero (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr). Il nome di Borgo Scroffa deriva da quello di un’antica famiglia della nostra città, gli Scroffa. Avevano proprietà e palazzi in zona. Gli Scroffa facevano parte del Collegio Vicentino dei Giudici e successivamente del patriziato veneto, previo versamento di 100.000 ducati per le necessità della Repubblica Serenissima.
Nel 1559 furono accolti fra i cittadini di Padova, per affinità con gli Scrovegni. Degni di menzione: Camillo, letterato, morto nel 1565; Remigio Scroffa, domenicano filosofo e teologo, docente di metafisica a Padova, morto nel 1645. Un ramo della famiglia si trasferisce a Ferrara. L’ultimo degli Scroffa morì a Vicenza il 21 novembre 1847.
“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Borgo Santa Lucia, dalla chiesa eretta nel XVI secolo lungo il borgo di fronte al Seminario
Borgo Santa Lucia. Da Porta Santa Lucia a Viale Astichello (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr). Il nome del borgo fu assegnato con delibera comunale 22 luglio 1911 e deriva dal titolo della chiesa di Santa Lucia eretta nel XVI secolo lungo il borgo di fronte al Seminario. La chiesa è ufficiata dal 1899 dai Frati Francescani che vivono nel convento annesso. Ogni anno, il 13 dicembre, si festeggia Santa Lucia, il borgo è animato da migliaia di fedeli.
“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Borgo Berga, Berg significa monte in tedesco e Berga era il nome antico di Vicenza “teutonica”
Borgo Berga. Da piazzale Fraccon alla Riviera Berica (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr). Berg significa monte in tedesco. Berga era il nome antico di Vicenza con chiara origine teutonica della città. È certo che, nel passato, con il nome di Berga si designava tutta la zona sud della città, posta ai piedi di Monte Berico. Il Borgo era percorso dalla linea tramviaria Vicenza-Noventa- Montagnana.
“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Contrà Mure San Michele, Contrà Mure San Rocco e Levà degli Angeli
Contrà Mure San Michele. Purtroppo gran parte delle mura sono state inglobate dalle case che si sono costruite sopra (foto in copertina, qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr)).

Contrà Mure San Rocco. La strada scorre lungo le mura cittadine e comprendeva anche contrada Corpus Domini (qui la mappa). Il toponimo risale al 21 aprile 1936 in occasione del censimento della popolazione.

Levà degli Angeli. Al ponte degli Angeli (qui la mappa). Il nome Angeli deriva da una chiesa dedicata alla Vergine Maria esistente a fianco della Torre dell’Osservatorio, sino al 1880.
“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Contrà Mure Porta Santa Lucia, nel borgo esiste la chiesa di Santa Lucia
Contrà Mure Porta Santa Lucia. Laterale via IV Novembre (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr). La strada corre parallela alle vecchie mura cittadine su cui si sono costruite molte abitazioni. Nel Borgo omonimo esiste anche la chiesa di Santa Lucia, già sede di parrocchia.
“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Contrà Mure della Rocchetta, dal fortilizio costruito dagli Scaligeri a difesa della cerchia muraria cittadina
Contrà Mure della Rocchetta. Il nome deriva dal fortilizio costruito dagli Scaligeri a difesa della cerchia muraria cittadina (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr). La Rocchetta di Porta Nova fu eretta nel 1365 da Cansignorio che costruì anche Porta Nova e trasformò il campanile di San Felice in torre di difesa. Il nome Rocchetta fu dato dal popolo anche alla porta della Rocchetta, un varco aperto nel 1926 nelle mura medievali.
“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Contrà Mure Corpus Domini, prima via Contrà della Ceriola o Roggia Seriola che partiva dalle Maddalene
Contrà Mure Corpus Domini. Documenti del 1563 chiamano questa via Contrà della Ceriola o Roggia Seriola che circondava la città partendo dalle Maddalene (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr). Sino al 1810 esisteva un Monastero che seguiva la regola di Sant’Agostino, fondato nel 1539 da Lodovica Trento, Benvenuta Lanzé. Non ci sono più tracce dell’esistenza del monastero.
“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Contrà Mure Carmini, da chiesa per la contrada affidata ai Carmelitani o Frati del Monte Carmelo
Contrà Mure Carmini. Nota anche come Stradella del gas (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr). Contrà Mure Carmini va Dalle Beccariette al Ponte Novo. Il nome di Carmini, ha origine dal fatto che nel secolo XIV il vescovo Giovanni De Surdis volle costruire una nuova chiesa per la contrada e ne affidò la cura ai Carmelitani o Frati del Monte Carmelo. La chiesa, costruita in onore di San Giacomo, è da sempre chiamata Santa Maria dei Carmini.
La chiesa fu costruita nel 1372 in stile gotico, ampliata verso il 1420, subendo una trasformazione nel 1720 e un’altra ancora tra il 1862 e 1867 su disegno dell’architetto Schimdt dell’Accademia Imperiale di Vienna. I Carmelitani vi restarono sino al 1806 e la parrocchia fu accorpata con quella di Santa Croce.


