Per gli italiani la transizione energetica è una grande opportunità
ROMA (ITALPRESS) – La transizione ecologica fa bene all’ambiente, all’economia e ai cittadini. È questo il messaggio che arriva dall’ultimo sondaggio Ipsos, presentato durante l’Ecoforum sull’economia circolare organizzato da Legambiente, Kyoto Club e Nuova Ecologia. Per il 79% degli intervistati la transizione ecologica porta con sé benefici ed elementi positivi. In particolare, per il 34% è fondamentale per la salvaguardia del pianeta; per il 24% è utile per abbassare il costo dell’energia/le bollette per famiglie e imprese; per il 22% è il futuro, le aziende che non lo comprendono prima o poi saranno fuori mercato, e porterà ad avere prodotti migliori, più sicuri per la salute. Cresce anche la fiducia nei green jobs, con il 40% degli intervistati convinto che aumenteranno. Sul fronte energia, gli italiani chiedono a gran voce più rinnovabili: il 47% vuole più incentivi, il 36% procedure più snelle per realizzare gli impianti. E sul nucleare? Una bocciatura sonora: il 91% non vuole centrali vicino casa, giudicate troppo costose e con benefici troppo lontani nel tempo. Dall’Ecoforum arrivano anche tre proposte concrete al Governo: velocizzare gli iter per gli impianti di riciclo, semplificare le regole per il riuso dei materiali e rafforzare i controlli ambientali contro l’illegalità. “L’economia circolare è un’eccellenza italiana e crea lavoro, innovazione e risparmi per tutti”, dice il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani. Gli fa eco il vicepresidente del Kyoto Club, Francesco Ferrante, che sottolinea: “Altro che crisi del green, le aziende più sostenibili sono sane, crescono e danno futuro all’economia italiana”. Il messaggio è chiaro: gli italiani la transizione ecologica non la vedono come un problema, ma come una grande opportunità.
mgg/gtr/col
Al via la riqualificazione della zona industriale di Carini, aperti i cantieri
PALERMO (ITALPRESS) – Un intervento da oltre 12 milioni di euro (8 dai fondi Zes, 4,3 dal Fondo sviluppo e coesione) per riqualificare la zona industriale di Carini e le infrastrutture circostanti: il progetto, redatto dall’Istituto regionale sviluppo attività produttive (Irsap), punta a offrire un nuovo volto all’area entro un anno, dal momento che la data entro cui andranno ultimate le opere è il 15 maggio 2026.
I cantieri sono stati aperti oggi pomeriggio, alla presenza tra gli altri dell’assessore regionale alla Attività produttive Edy Tamajo e del sindaco di Carini Giovì Monteleone. Sono previsti il rifacimento del manto stradale, la realizzazione di due rotatorie, la manutenzione dei viadotti e delle barriere di protezione, il completamento dell’illuminazione pubblica e l’installazione di nuova segnaletica: gli interventi interesseranno le vie Don Luigi Sturzo, Padre Francesco Randazzo, Angelo Russello, Don Lorenzo Milani, Matteo Picone, Archimede, Mariano Di Trapani, via delle Industrie e via Val di Mazara, i viadotti Don Luigi Sturzo e Don Milani est. A ciò si aggiunge l’installazione di un’antenna 5g, che sarà attiva entro un mese al fine di dotare l’area industriale di tecnologie super avanzate.
“In meno di un anno la zona industriale di Carini potrà avere una viabilità più sicura e funzionale per le imprese che vi operano – sottolinea in una nota il presidente della Regione Renato Schifani, – Anche questo investimento riflette l’attenzione del mio governo verso il mondo produttivo, coltivando una proficua collaborazione con gli enti locali per raggiungere risultati concreti e significativi per la comunità. Il futuro economico della nostra Regione è una priorità. Anche attraverso questa iniziativa miglioreremo la competitività delle aziende del territorio”.
Per Tamajo l’aspetto prioritario è che “le aziende debbano lavorare in luoghi dove ci siano decoro, servizi e opere di urbanizzazione primaria: da questo punto di vista abbiamo voluto investire, attraverso il Fondo sviluppo e coesione, su diverse porzioni del territorio siciliano. Su Carini abbiamo investito circa 12,5 milioni di euro: finalmente l’area industriale verrà riqualificata, oggi siamo qui per rispettare i tempi e gli impegni presi. Oggi partirà il cantiere, noi faremo attenzione a tutti i lavori che verranno fatti: siamo convinti che quest’area industriale vada potenziata e riqualificata, noi ci stiamo investendo molto perché è un cuore pulsante del mondo produttivo siciliano; abbiamo trovato tanto abusivismo qui, attraverso la riforma che abbiamo attuato stiamo dando la possibilità agli industriali di mettersi in regola”. Allargando lo sguardo al resto dell’isola, prosegue l’assessore, “stiamo cercando di mettere a terrà tutte le risorse del Po-Fesr: abbiamo investito sulle aree industriali e la Sicilia oggi è particolarmente attrattiva dal punto di vista commerciale, per cui puntiamo a dare la possibilità alle imprese di venire a investire in Sicilia e trovare aree disponibili per fare impresa, rafforzare la competitività e crescere”.
Soddisfatto anche Monteleone: “Finalmente la zona industriale diventa protagonista del territorio di Carini, perché prima era considerata un’area ‘spuria’: noi abbiamo insistito perché avesse servizi e strutture adeguate al forte sviluppo che sta avvenendo. La nostra area industriale, pur essendo più piccola di quella di Termini Imerese, è quella che ha più attività nella provincia di Palermo. Abbiamo fatto la nostra parte per sollecitare questa ristrutturazione, puntando sui servizi della nettezza urbana che prima non esistevano, come se questa parte non rientrasse nel Comune di Carini: noi invece su questo abbiamo spinto, perché quest’area è il polmone dell’economia carinese. Per attrarre nuovi investimenti abbiamo insistito sulla funzionalità del depuratore, che prima funzionava a fasi alterne mentre ora può svolgere il riciclo delle acque reflue al fine di utilizzarle per scopi industriali o agricoli”.
– foto xd8/Italpress –
(ITALPRESS).
Sepsi e infezioni severe, a Palermo confronto sul progetto SIS-NET
PALERMO (ITALPRESS) – Creare reti cliniche e identificare markers precoci utili a contrastare le infezioni severe e le sepsi: è l’obiettivo di SIS-NET, progetto di ricerca che coinvolge a livello nazionale 17 partner pubblici e privati, tra Università, IRCCS, aziende ed enti privati accreditati e Società Scientifiche, e di cui è capofila l’Ateneo di Palermo. E proprio nel capoluogo siciliano è stata organizzata una tre giorni per fare il punto sui risultati raggiunti a metà percorso.
f15/fsc/gtr
A giugno in netto calo il mercato dell’auto
ROMA (ITALPRESS) – In netto calo il mercato dell’auto a giugno. Secondo i dati forniti dal ministero delle Infrastrutture edei Trasporti, sono state immatricolate poco più di 132 mila vetture, rispetto alle 160 mila dellostesso mese del 2024, con una diminuzione del 17,4%.I trasferimenti di proprietà sono stati oltre 439 mila, un dato in aumento rispetto ai quasi 421 milaregistrati a giugno 2024. Il volume globale delle vendite mensili ha riguardato per il 23,1% vetturenuove e per il 76,8% usate.Sul fronte della transizione energetica, a giugno si registra un lieve recupero di quota delle autoelettriche pure che salgono al 6% rispetto al 5,1 di maggio. In termini assoluti i volumi di venditasono però quasi dimezzati rispetto a giugno 2024, quando era stato fissato il “click day” per l’avviodegli incentivi. Secondo l’Unrae il sistema non sta funzionando come dovrebbe. Senza una retecapillare e realmente operativa, il percorso di elettrificazione resterà incompleto e l’Italia rischia direstare fanalino di coda in Europa.
sat/mrv
Bat Italia, a Trieste investimenti raddoppiati nel 2024
TRIESTE (ITALPRESS) – Nel 2024 gli investimenti di BAT Trieste sono raddoppiati, passando dagli 84 milioni del 2023 a 168 milioni di euro (+100%). Contestualmente, anche il valore della produzione è cresciuto: dai 23 milioni di euro registrati nell’esercizio 2023, ai 30 milioni del 2024 (+30,43%). Sempre positivo l’utile, che nel 2024 si attesta a 1,6 milioni di euro, completamente reinvestito – come già era avvenuto nell’anno precedente – nello sviluppo della società sotto forma di autofinanziamento. E’ quanto emerge dalla seconda edizione del rapporto MIB Trieste School of Management, presentata a Trieste in occasione dei 2 anni dell’A Better Tomorrow Innovation Hub di BAT.
L’analisi ha evidenziato anche ulteriori aumenti di capitale per un totale di oltre 90 milioni di euro, confermando la strategia d’impresa analizzata nel corso dell’anno precedente.
“Trieste ha un ruolo strategico per BAT e questo studio è per noi una conferma concreta, fondata su dati oggettivi, del valore generato dalla scelta di investire in questo territorio” – ha dichiarato Fabio de Petris, Presidente e Amministratore Delegato di BAT Italia. “Solo due anni fa, l’Innovation Hub era una promessa. Oggi è una realtà solida e riconosciuta, frutto di una visione precisa: unire eccellenza italiana, industria, sostenibilità e innovazione, valorizzando il capitale umano e il saper fare italiano. Trieste è diventata un punto chiave nella produzione delle nostre soluzioni innovative a rischio ridotto: la scelta di portare in Italia la produzione end-to-end non ha solo valore industriale, ma è una precisa scelta culturale e strategica, poichè permette di radicare il know-how nel nostro Paese, creare competenze locali e rafforzare la filiera italiana dell’innovazione”.
Lo studio del MIB si pone quale obiettivo la quantificazione del valore aggiunto, ovvero il risultato generato dalla gestione, non solo a vantaggio degli azionisti ma anche degli altri soggetti coinvolti nel processo produttivo: il personale, l’azienda stessa con ammortamenti e cespiti, i creditori e la pubblica amministrazione. Se tale valore nel 2023 aveva raggiunto i 15 milioni di euro, il 2024 vede un ulteriore aumento del 16%, con una quantificazione di 17,8 milioni di euro, di cui l’87% ricade sul territorio di Trieste e il 3% sul resto del Friuli Venezia Giulia.
“Il rapporto annuale” – ha dichiarato Andrea Di Paolo, Presidente di BAT Trieste – “si prefigge l’obiettivo di misurare, analizzare e sintetizzare, attraverso la riclassificazione del bilancio, l’impatto del nostro stabilimento e quindi del nostro continuo investimento sul territorio, condividendo con i nostri stakeholder la crescita e lo sviluppo, il valore che la nostra realtà crea per Trieste e il Friuli Venezia Giulia, testimoniando il positivo rapporto tra il nostro impianto e il contesto locale. Il nostro programma di investimento sta proseguendo, e l’impatto positivo è costante ed evidente”.
Anche nel 2024 e nei primi mesi del 2025 la parola chiave di BAT Trieste è stata, infatti, crescita: “Abbiamo aumentato investimenti, occupazione, spazi a nostra disposizione e produzione” – prosegue Andrea Di Paolo – “e non ci fermiamo, tanto che annunceremo il 9 settembre un’altra novità molto importante, alla presenza del chairman e dei rappresentanti del main board del Gruppo, che saranno a Trieste per l’occasione”.
Per BAT Trieste il periodo preso in esame dallo studio del MIB è stato caratterizzato anche dall’aumento delle assunzioni: il personale, infatti, è più che raddoppiato, passando da 114 unità censite nel precedente rapporto alle 256 del 2024, con ulteriore accelerazione nei primi sei mesi del 2025 arrivando a quasi 300 unità.
Aumenta anche il “peso” dei fornitori locali che si attesta ad oltre il 40% della quota totale, documentando il solido legame economico tra BAT Trieste e il territorio. Una percentuale che vede crescere la quota di fornitori triestini, che raggiunge il 36% a fronte del 25% evidenziato nel rapporto precedente. Rimane stabile, intorno al 6-7%, il numero dei fornitori provenienti dal resto della Regione.
Il rapporto del MIB misura anche il valore della tassazione: quasi 760mila euro di gettito rispetto ai 576mila dell’anno precedente, di cui una consistente parte finanzia le casse della Regione Friuli Venezia Giulia.
“Andare oltre la misurazione del risultato economico, e valutare anche l’impatto delle proprie attività sugli stakeholder e sul territorio di riferimento. E’ questo lo scopo dello studio che oggi viene presentato” – ha affermato Andrea Tracogna, Dean di MIB Trieste School of Management – “MIB è onorato di aver condotto questa articolata valutazione anche per il secondo anno di attività di BAT a Trieste e nel FVG. Attraverso il confronto di dati relativi a due anni consecutivi (2023 e 2024), lo studio mette in evidenza – per il territorio giuliano e regionale – una netta accelerazione degli investimenti e delle attività operative, e crescenti ricadute positive sui livelli di occupazione, sull’indotto di fornitura, e sulle entrate fiscali. Un caso emblematico, o potremmo dire “di Scuola”, di creazione e di condivisione di valore, che rispecchia pienamente il senso di responsabilità sociale che muove la multinazionale anglo- americana”. “Sono i dati a testimoniare l’impegno reciproco assunto dalle istituzioni e da BAT” – ha dichiarato Alessia Rosolen, assessore regionale al Lavoro, Formazione, Istruzione, Ricerca, Università e Famiglia. “L’azienda ha mantenuto gli impegni sia in termini occupazionali sia rispetto alle prospettive di ampliamento dell’insediamento industriale, dimostrando un concreto interesse a sviluppare ulteriori collaborazioni con il territorio, in particolare nell’ambito della ricerca. Sono convinta che i territori si innovino grazie alle aziende che sono in grado di accogliere: è una consapevolezza che avremmo dovuto maturare già molti anni fa, e BAT ne è oggi la dimostrazione più concreta, portando valore e innovazione reale al Friuli Venezia Giulia”.
-foto ufficio stampa Bat Italia –
(ITALPRESS).
Infezioni severe e sepsi, confronto a Palermo sul progetto SIS-NET
PALERMO (ITALPRESS) – Fare rete per il riconoscimento precoce, la diagnosi e la gestione delle infezioni severe e delle sepsi mediante approcci innovativi e multidisciplinari: questa la missione di SIS-NET -Severe Infections and Sepsis clinical NEtwork, progetto in ambito Pnrr di cui l’Università di Palermo, vincitrice di bando a cascata, è capofila. SIS-NET è un’iniziativa strategica che coinvolge 17 partner tra Università, IRCCS, Aziende ospedaliere e Società scientifiche. Il responsabile scientifico del progetto, Antonino Giarratano, Professore Ordinario di Anestesiologia afferente al Dipartimento MePreCC diretto da Giorgio Stassi, sta coordinando le attività di oltre 50 ricercatori, grazie anche alla collaborazione di Giovanni Giammanco, Matilde Todaro, Antonio Cascio e Mario Giuffrè, afferenti al capofila Unipa e referenti delle aree microbiologica, immunologica, infettivologica e pediatrica e dell’area amministrativa del dipartimento Me.Pre.CC.
Al Marina Convention Centre di Palermo si è tenuto un incontro per fare il punto sui risultati ottenuti dal progetto, finanziato dal ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del partenariato Inf-Act: tre giorni di confronto per parlare di quanto già fatto e quanto ancora c’è da fare in termini di condivisione delle risorse e scambio di dati per l’identificazione e il monitoraggio di infezioni gravi e sepsi da agenti patogeni acquisiti sia in comunità che in ospedale.
All’apertura dei lavori hanno preso parte tra gli altri il responsabile scientifico del progetto Antonello Giarratano, la direttrice generale del Policlinico Maria Grazia Furnari, l’assessore regionale alla Salute Daniela Faraoni e il prorettore alla Ricerca dell’Università di Palermo Andrea Pace.
“Il progetto prevedeva la creazione delle reti cliniche e il monitoraggio con dei protocolli di ricerca di ben 16 centri partner sulle polmoniti comunitarie, infezioni molto gravi che portano spesso il paziente a essere ricoverato in ospedale, in malattie infettive, ma nei casi più gravi anche in terapia intensiva – ha detto Giarratano -. Siamo al 50% dell’arruolamento, lo completeremo entro ottobre/novembre”.
“Da dg dell’Azienda sanitaria che ospita il progetto, non posso che essere contenta dell’obiettivo che si pone e dei risultati che man mano si stanno raggiungendo, ovvero organizzare una rete multidisciplinare di centri che hanno l’obiettivo di individuare i marcatori per poter prevenire anche le infezioni e addivenire a delle cure di precisione sui pazienti – ha sottolineato Furnari -. Con questo progetto i ricercatori aiuteranno l’assistenza sanitaria, il sociale, l’economia sanitaria, a sconfiggere la sepsi, un problema emergenziale per la sanità”.
Per Andrea Pace, Prorettore alla Ricerca dell’Università di Palermo, “siamo già a un buon punto del progetto, un progetto di rete che resterà al servizio del Paese anche al termine del Pnrr. L’Università di Palermo ha ricevuto 100 milioni di euro su varie progettualità, dal manifatturiero all’energia all’economia sostenibile, un ampio spettro di opportunità che continuerà a valle con un finanziamento ulteriore del ministero che copre 2026, 2027 e parte del 2028. Quindi questa – conclude Pace – è un’azione di sistema messa in rete dalla ricerca italiana”.
– foto Italpress –
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Pichetto Fratin “Obiettivo produzione da fonti rinnovabili entro il 2030”
ROMA (ITALPRESS) – “Il più recente Piano Nazionale Integrato per l’Energia ed il Clima (PNIEC), presentato a giugno 2024 ha definito gli obiettivi di crescita delle fonti rinnovabili in funzione dei target energetici e ambientali previsti al 2030 verso i quali l’Italia si è impegnata in sede comunitaria, nonché le misure necessarie per il loro raggiungimento. Le misure previste dal PNIEC per lo sviluppo delle rinnovabili elettriche ai fini del raggiungimento di tali obiettivi sono state delineate secondo criteri di efficienza e sicurezza. Tanto premesso, si conferma che l’aspettativa è di un’elevata penetrazione nel Sistema elettrico di energia prodotta da fonti energetiche rinnovabili, in ragione degli sfidanti obiettivi al 2030. Il Ministero sta perciò implementando una strategia coordinata di sviluppo delle rinnovabili congiuntamente allo sviluppo di sistemi di accumulo, sia elettrochimico sia in forma di pompaggi idroelettrici, al fine di evitare distorsioni legate a fenomeni di overgeneration, ossia di sovra-produzione”. Lo ha detto in senato il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin nel question time al Senato.
“Il riferimento, in particolare, è al cosiddetto Decreto FERX, e ai suoi meccanismi di supporto, che includono anche interventi di repowering e revamping. Per tali fattispecie, è stata prevista una revisione del disegno dei contratti a due vie tradizionali, finalizzata a garantire una maggiore e più efficiente integrazione delle FER con la rete e le esigenze del Sistema elettrico nazionale. Si è voluto perciò intervenire per risolvere alcune delle attuali criticità ed inefficienze, che diverrebbero sempre più rilevanti all’aumentare della penetrazione delle FER elettriche, con un approccio concreto e proiettato verso l’effettivo soddisfacimento delle esigenze del sistema elettrico. Come detto, ai meccanismi di supporto si affianca la disciplina del Mercato a termine degli stoccaggi, cosiddetto MACSE. In particolare, si segnala che già nel prossimo mese di settembre si terrà la prima asta, in cui verranno assegnati 10 GWh da tecnologia a ioni di litio da sviluppare al 2028. Per concludere, sul tema idroelettrico sapete tutti come la penso. Non appena le interlocuzioni con Bruxelles consentiranno di affrontare il tema, saremo pronti a valutare le ipotesi di rinnovo nella chiave delineata dall’interrogante” conclude il ministro Pichetto Fratin.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).