di Stefano Vaccara
NIAGARA-ON-THE-LAKE (CANADA) – Si è conclusa nella regione di Niagara, in Ontario, la riunione dei ministri degli Esteri del G7, ultimo sotto la presidenza canadese di Anita Anand. Oltre ai capi della diplomazia di Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Francia, Germania, Italia e Giappone, hanno partecipato anche i ministri di Brasile, India, Arabia Saudita, Messico, Corea del Sud, Sudafrica e Ucraina, segno della volontà di ampliare il dialogo sulle principali crisi globali e sulle sfide della sicurezza energetica, marittima e delle materie prime critiche. Al centro della due giorni, il sostegno a Kiev di fronte all’offensiva russa e i nuovi strumenti per aumentare la pressione economica su Mosca. “La Russia continua ad attaccare l’Ucraina con bombardamenti a lungo raggio per distruggere la rete elettrica e demoralizzare la popolazione, ma sta perdendo circa settemila soldati a settimana”, ha dichiarato il segretario di Stato americano Marco Rubio, sottolineando che il conflitto “resta in una situazione di stallo” e che la priorità è “spingere la Russia a negoziare con Kiev per una pace giusta e duratura”.
Nel Joint Statement finale, i ministri hanno ribadito il pieno sostegno alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina, indicando come base di eventuali negoziati “l’attuale linea di contatto”. Il G7 ha anche condannato il sostegno militare a Mosca da parte di Iran, Corea del Nord e Cina e ha discusso nuove misure per colpire i Paesi e le entità che finanziano la macchina bellica russa, incluso l’uso coordinato dei beni sovrani congelati. La ministra canadese Anand ha annunciato nuove sanzioni contro 13 individui e 11 entità, comprese aziende coinvolte nel programma di droni russi e nel settore del gas naturale liquefatto. “Chi sostiene la guerra di aggressione russa affronterà conseguenze”, ha affermato la titolare di Ottawa, aprendo la sessione con il ministro ucraino Andrii Sybiha, che ha ringraziato i Paesi del G7 per “l’aiuto vitale alla difesa e alla ricostruzione energetica” in vista dell’inverno.
L’Italia, rappresentata dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha confermato “pieno sostegno a Kiev”, annunciando un dodicesimo pacchetto di aiuti militari e l’invio di generatori e tecnologie per la riabilitazione delle centrali elettriche colpite. Tajani ha ricordato che Roma ha già stanziato oltre 100 milioni di euro per la resilienza energetica ucraina e ha aperto alla discussione europea sull’utilizzo dei fondi russi congelati “nel rispetto della legalità e della stabilità dell’area euro”. Ampio spazio anche al Medio Oriente, dove i ministri hanno riaffermato il sostegno al “Comprehensive Plan” promosso dal presidente Donald Trump per la fine del conflitto a Gaza. Il G7 ha accolto con favore la tregua e la liberazione degli ostaggi, ma ha espresso preoccupazione per le restrizioni agli aiuti umanitari, chiedendo che l’accesso sia garantito “senza interferenze e su larga scala”, sotto il coordinamento dell’ONU e della Mezzaluna Rossa. Tajani, dopo un colloquio bilaterale con Rubio, ha ribadito “il ruolo di primo piano dell’Italia nella fase di ricostruzione e stabilizzazione della Striscia”.
Un passaggio importante del comunicato è dedicato anche al Sudan, dove i ministri hanno condannato “le violenze a sfondo etnico e le atrocità delle Forze di Supporto Rapido contro civili e operatori umanitari”. Il G7 chiede un cessate il fuoco immediato e un accesso senza ostacoli per gli aiuti, sostenendo gli sforzi diplomatici per la pace. Tajani ha annunciato che “entro Natale partiranno un aereo e una nave con aiuti italiani diretti a Port Sudan”. Il documento tocca anche altre crisi regionali, dall’instabilità in Haiti e nell’Est del Congo fino alla persecuzione dei cristiani in Nigeria, temi sollevati da Tajani nei colloqui bilaterali. Sul Venezuela, il ministro italiano ha confermato ai giornalisti di essere preoccupato per la situazione di tensioni con gli USA (in Venezuela risiedono circa 150 mila cittadini italiani) e confermato l’impegno per ottenere il rilascio dei cittadini italiani detenuti, “compreso Alberto Trentini, in carcere da un anno senza accuse chiare”. Nel capitolo dedicato all’Indo-Pacifico, i ministri hanno espresso “seria preoccupazione” per le manovre coercitive di Pechino nel Mar Cinese Meridionale e ribadito il principio di un Indo-Pacifico libero e aperto “basato sul diritto internazionale e sulla libertà di navigazione”. Infine, ampio spazio all’economia globale e ai minerali critici, con l’impegno a contrastare le pratiche “non di mercato” che distorcono le catene di fornitura, rafforzando i partenariati con Africa, America Latina e Oceania. “Non possiamo lasciare che sia la Cina a dettare i prezzi delle materie prime: ne va della nostra competitività”, ha ribadito Tajani. Il G7 si è detto unito nel promuovere “stabilità, sicurezza e prosperità” e ha dato appuntamento al prossimo vertice ministeriale in vista del Summit dei leader previsto in primavera sotto presidenza francese.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).


