Risalendo di 10 km la città di Valdagno, si arriva a un piccolo paradiso su un piccolo altopiano di colline e alture. E’ la frazione di Castelvecchio, dove l’aria pulita e il bel panorama, fanno godere appieno della natura circostante. Castelvecchio divide l’alta valle dell’Agno dalla valle del Chiampo. Dalla chiesa, proseguendo per la strada adiacente, si arriva a Marana di Crespadoro.
La natura
Qui ci sono molti sentieri percorribili a piedi e in bicicletta. Il territorio è disseminato di pini e ciclamini, tant’è che, il giorno di ferragosto nel periodo della Sagra dell’Assunta, viene organizzata la tradizionale marcia “Tra Pini e Ciclamini”. Durante la sagra dell’Assunta c’è anche la Festa del Pane, o meglio della famosa “ciopa” fatta in casa. La vista dalla chiesa di Castelvecchio è spettacolare. E’ possibile vedere Cima Marana, tutte le colline circostanti e una parte dell’anello delle Piccole Dolomiti.
La leggenda
Il nome Castelvecchio secondo la leggenda potrebbe derivare da un castello che nella prima metà del XIII secolo, l’allora tiranno Ezzelino da Romano aveva fatto costruire proprio al posto dell’attuale chiesa per controllare le valli dell’Agno e del Chiampo. Alla sua morte nel 1259, per l’odio che le popolazioni avevano verso di lui tutti i suoi castelli furono completamente rasi al suolo lasciando soltanto il nome alla frazione che ricordasse quell’antica fortezza.
L’arte e il Simposio di scultura
Da tradizione a Castelvecchio, solitamente in luglio, si svolge il “Simposio di scultura del legno“. Scultori professionisti provenienti da diverse zone d’Italia si ritrovano per realizzare le loro sculture all’aperto, nella piazza e nelle vie di Castelvecchio. Vengono loro messi a disposizione tronchi di pino cembro, detto cirmolo, un legno dalla pasta morbida che ben si presta ad essere scolpito. Moltissimi sono i visitatori che, curiosi, ammirano l’affinamento delle opere da parte degli artisti.
Per gli amanti dell’arte è consigliata la visita dell’esposizione permanente di sculture del parroco Adriano Campiello, il quale da materiali bellici della prima guerra mondiale rinvenuti sul Pasubio, crea sculture raffiguranti alcuni episodi del Vangelo.