La storia del Castello di Thiene è documentata dalla cartografia trovata nella dimora storica. Ecco di seguito la ricerca di Storie Vicentine. Il complesso archivistico, composto dai fondi delle famiglie Porto, Colleoni, Capra e Thiene, oltre a una ricca collezione di disegni e a numerosi frammenti di archivi diversi pervenuti per dote o per lascito testamentario, conserva materiali di diversa tipologia, tra cui pergamene, bolle papali e ducali, privilegi imperiali, lettere, registri, mappe, ecc. (originali e in copia), prodotti dalla prima metà del secolo XI fino alla metà del XX.
Grazie al sostegno della Fondazione Cariverona nel quadriennio 2018-2021 (Progetto Archiporto) e della Regione del Veneto nel 2021 (Progetto Disegni), è stato possibile intraprendere un nuovo lavoro di censimento, ordinamento e descrizione inventariale dell’archivio della famiglia Porto (sec. XI-XIX), cardine dell’intera documentazione, e della ricca collezione di Disegni (sec. XVI-XX), al fine di rendere accessibili gli inventari – pensati per essere caricati in rete – nel Portale degli archivi della Biblioteca Bertoliana di Vicenza.
I due progetti hanno permesso di individuare nella documentazione alcune tematiche ricorrenti, tra cui molteplici aspetti legati alla gestione e al controllo delle acque nel territorio vicentino, nonché allo sviluppo e affermazione delle antiche attività artigianali, elementi talvolta intrecciati con i principali contesti palladiani e con l’amministrazione dei palazzi e delle ville dominicali di proprietà delle più illustri famiglie vicentine.
Questi argomenti, identificati con la consultazione dei catastici di corredo del fondo Porto (interamente digitalizzati nel corso del Progetto Archiporto) e con il controllo dei materiali in archivio, si riscontrano con più evidenza – data la loro particolare tipologia – nella cospicua cartografia storica raccolta nel fondo Disegni, costituito per lo più da materiali estrapolati dallo stesso archivio Porto.
Tra la fine del Settecento e la seconda metà dell’Ottocento, infatti, secondo una metodologia applicata al tempo in altri archivi pubblici e privati del territorio italiano, anche l’archivio del Castello è stato partecipe di un’incauta estrazione dei materiali grafici dai rispettivi fondi di appartenenza, allo scopo di costituire un fondo tematico (o collezione) di disegni, con la conseguente perdita dei vincoli archivistici tra le carte. A questo proposito i lavori svolti con il Progetto Archiporto e con il Progetto Disegni, hanno permesso di identificare quasi nella totalità dei casi il fondo di provenienza dei singoli disegni e, talvolta, la loro collocazione originaria, consentendo altresì di rintracciare 110 mappe e disegni in precedenza non indicati nei catastici di corredo (e per questo motivo esclusi dall’operazione di estrapolazione).
Questi ultimi si aggiungono idealmente ai molteplici altri disegni e mappe del Castello, a oggi oltre 545 dei secoli XVI-XX, tra cui si registrano oltre 450 cartografie storiche e rappresentazioni manoscritte anteriori al 1866 di particolare interesse paesaggistico, geografico e vedutistico. Durante il Progetto Archiporto, proprio ai fini di una maggiore tutela e conservazione delle cartografie dell’Archivio, è stato possibile avviare una Summer School di aggiornamento in conservazione del patrimonio archivistico, destinata a giovani e specialisti del settore del restauro: l’attività di laboratorio svolta dai partecipanti, articolata in lezioni teoriche e pratiche, ha permesso di effettuare le analisi e gli interventi, oltre che su alcuni documenti pergamenacei, anche su sette mappe del fondo Disegni.
La cartografia storica, per lo più prodotta in occasione di liti, processi, contenziosi o divisioni di beni tra i da Porto, i Capra, i Colleoni, i Thiene e le varie altre parti in causa, costituisce una testimonianza imprescindibile non solo per l’analisi e lo studio del territorio vicentino e dei suoi principali cambiamenti nel corso dei secoli, ma anche per l’approfondimento di alcuni fattori legati all’imprenditoria dell’aristocrazia vicentina, capace di emergere nella gestione di imprese agricole, commerciali e proto- industriali.
La verifica dei materiali in archivio, necessaria per la compilazione degli inventari digitali, oltre a consentire l’individuazione di errori di datazione o di numerazione, documenti mancanti, redatti in copia o danneggiati, ha permesso infatti di accertare la presenza di numerosi elementi prettamente legati allo svolgimento delle attività economiche del passato. Tra questi si registrano in particolare i numerosi mulini situati in tutto il territorio, i magli da ferro e da rame per la lavorazione dei metalli, le pile da riso (la cui coltura è attestata nella cartografia del Castello fin dal Seicento), i filatoi e i folli per la manifattura dei tessuti. In merito a questo ultimo aspetto, non mancano accenni alla produzione della seta, il cui commercio è testimoniato nei documenti del fondo Porto a partire dalla prima metà del Cinquecento: alcuni disegni rappresentano infatti colture di morari (gelsi), molto probabilmente adibiti all’allevamento dei bachi da seta.
Inoltre, anche se limitatamente, vi è accenno alla fabbricazione della carta attraverso la raffigurazione di alcune cartiere. Le mappe dell’archivio risultano di particolare importanza anche per la rappresentazione delle numerose proprietà terriere appartenute alle principali famiglie vicentine (o tuttora possedute), tra cui i Chiericati, i Valmarana, i Bissari, i Godi, i Ferramosca, i Nievo e molte altre. Di queste si delineano in particolar modo gli aspetti pertinenti con i contesti palladiani, direttamente connessi con le vicende agricole e con l’amministrazione e gestione dei beni situati nelle adiacenze delle dimore di campagna. Ne è un esempio Villa Chiericati a Vancimuglio, acquisita dai da Porto nel 1574, la cui rappresentazione si attesta fino al XIX secolo nei disegni relativi alle località a essa circostanti (Grumolo delle Abbadesse, Sarmego, Lerino, Marola, Barbano, ecc.), per lo più legate alla gestione delle acque adibite al funzionamento dei mulini e delle pile da riso, nonché all’irrigazione delle molteplici risaie ancora oggi presenti in questa specifica zona.
Non mancano tuttavia anche rappresentazioni di palazzi e ville dominicali postume, appartenenti cioè ai secoli XVII-XVIII, alcune delle quali ancora bisognose di studi e approfondimenti, come villa Capra a Santa Maria di Camisano Vicentino, il cui fasto e splendore nel Seicento è testimoniato nella documentazione in gran parte conservata nell’omonimo fondo del Castello. Vi sono poi accenni sulla gestione dei boschi e sul controllo delle acque dei fiumi e dei torrenti, questi ultimi spesso oggetto di vere e proprie opere idrauliche realizzate nel corso dei secoli.
Alla cartografia storica e ai disegni di tipo paesaggistico-geografico, si aggiungono infine, anche se in minor numero, alcuni schizzi, disegni decorativi e studi di tipo architettonico, testimonianze della costante collaborazione delle famiglie Porto, Colleoni, Capra e Thiene con architetti, pittori, scultori e artigiani, coinvolti soprattutto nella progettazione e decorazione degli edifici, ma anche dei giardini a essi annessi, arricchiti di peschiere, labirinti, giochi d’acqua, roseti, cedraie e altri alberi da frutto. I dati inseriti negli inventari digitali del fondo Porto e del fondo Disegni, entrambi realizzati grazie all’adozione del software archivistico xDams Open Source7, in linea con gli standard descrittivi di riferimento, sono stati scelti per rilevanza ed efficacia nel campo della ricerca.
Nello specifico l’attività di inventariazione ha previsto lo studio analitico dei regesti riportati nei catastici di corredo, permettendo, per la gran parte, la descrizione di ogni singola unità documentaria attraverso l’inserimento degli estremi cronologici, delle segnature (comprese quelle originarie o antiche), della tipologia e del supporto (cartaceo, pergamenaceo, ecc.), dei nomi di persona e di luogo, oltre alla descrizione sintetica dei contenuti. Relativamente alla cartografia storica e ai disegni, invece, si è aggiunta la consistenza (dimensioni, cromatismo, scala), mentre per specifici atti e documenti del fondo Porto, sono stati inseriti i nomi dei notai, delle parti e controparti (nel caso, ad esempio, dei processi), dei personaggi illustri e degli avvenimenti e fatti storici di particolare interesse. Entrambi gli inventari sono liberamente accessibili nel Portale de- gli archivi della Biblioteca Bertoliana, all’interno della sezione dedicata agli archivi di altri enti e istituzioni.
La Bertoliana ha infatti scelto di attuare progetti di inventariazione per conto di altri enti del territorio vicentino detentori di archivi, in collaborazione con gli istituti stessi e con la Soprintendenza archivistica e bibliografica del Veneto e Trentino Alto Adige. Oltre al fondo Porto e al fondo Disegni dell’Archivio privato Porto Colleoni Thiene, la sezione comprende a oggi anche l’Archivio Istrevi S(Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea della Provincia di Vicenza) e l’Archivio dei Musei Civici di Vicenza. Il Portale offre differenti chiavi di lettura e di ricerca, permettendo di ‘navigare’ attraverso i vari fondi archivistici ed esplorare così nel dettaglio la descrizione delle carte che vi sono conservate, garantendo inoltre la possibilità di effettuare ricerche all’interno di un singolo archivio o di più archivi tramite l’inserimento di termini chiave. A questo proposito, gli inventari dell’archivio del Castello di Thiene, descritti a livello di unità documentaria, possono costituire senz’altro un punto di partenza per studiosi o semplici appassionati. La loro consultazione consente infatti di ricavare molteplici informazioni relative a documenti di specifici luoghi, notai, famiglie o personalità di spicco del territorio vicentino, diminuendo i tempi di ricerca e favorendo gli studi interdisciplinari, in previsione di una collaborazione sempre più partecipativa tra i vari enti aderenti al Portale degli archivi della Biblioteca Bertoliana.
Di Sofia Stefani da Storie Vicentine n. 12 del 2023.
Il presente contributo contiene dati estratti dagli inventari del fondo Disegni e del fondo Porto, liberamente accessibili nel Portale degli archivi della Biblioteca Bertoliana nella sezione dedicata all’Archivio privato Porto Colleoni Thiene: <https://archivio.bibliotecabertoliana.it> (alla data 30/12/22). Il lavoro di descrizione inventariale informatizzata e di controllo dei materiali presenti in archivio è a cura della scrivente con il coordinamento scientifico della Biblioteca civica Bertoliana (Mattea Gazzola).