martedì, Novembre 4, 2025

La chiesa dei Santi Filippo e Giacomo a Vicenza

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(Articolo di Enrico Rossi sulla chiesa dei Santi Filippo e Giacomo da Vicenza In Centro n.11-2025)

Ora si parla di restituire ai cittadini la bella chiesa del 1548 dei Santi Filippo e Giacomo sita nell’omonima piazzetta e via in pieno Centro Storico. Pochi ricordano che questa bellissima chiesa dopo la distruzione della Cattedrale di Vicenza nel 1945, ospitò sino al 1955 la parrocchia del Duomo e quindi tutte le famiglie del Centro città compresi i “ragazzi delle macerie” che in questo caso si chiamavano anche i “tosi del domo”. All’interno la chiesa di “San Giacomo” ha una unica navata con cinque cappelle e attico retto da lesene corinzie; ricca di tele del Maganza, di Maffei e del Liotto con una cantoria che ospitava l’organo funzionante con un grosso mantice a mano azionato, con fatica, dai soli chierichetti. Tra le numerose lastre tombali che interrompono il pavimento, ricordo la sepoltura dello scultore vicentino Orazio Marinali. Il Parroco era l’arciprete Mons. Giovanni Albiero, sacerdote capace e preparato ma molto severo, non apparentemente vicino ai giovani. Facevano da contrapposto i cappellani che si succedettero don Alfonso Burato, don Severino Tiso, don Luciano Carabaic, Don Giovanni Migliorini. In particolare, don Severino Tiso, per oltre sette anni e cioè sino al 1957, fu un cappellano speciale. Di lui si ricordano, oltre alle normali funzioni ecclesiastiche, quelle dirette in particolare ai giovani: la domenicale Messa del Fanciullo alle ore 9 (guai ad arrivare in ritardo: si veniva richiamati ad alta voce per nome e cognome da Mons. Albiero), la scuola di Dottrina Cristiana divisa in classi negli altari laterali; la preparazione alla prima comunione in S. Giacomo; la cresima a S. Corona; infine, era promotore di numerosi giochi presso il “circolo” (un primo piano di un palazzone nobile con tanto di salone adibito a teatro di Contrà Carpagnon al civico 11). Presso il Circolo si svolgevano anche le prove teatrali della “virtus et gaudium” per le rappresentazioni che vedevano affluire, oltre alle famiglie della parrocchia, anche numerose altre dell’intera città. Particolarmente apprezzate e ripetute le commedie, una delle quali cantata (oggi si direbbe musical) dal titolo: Sarà rosso sarà verde. Il tenore era il giovanissimo Rolando Albanese e gli altri principali attori Giorgio Sala (che sarà poi Sindaco di Vicenza), Sandro Brendolan (poi Primario urologo), Mariano Bertolo (poi dirigente pubblico a Milano), Dino Franceschi (poi medico internista), Bassani Felice e Bruno Farina. Quanti ricordi ci sarebbero da raccontare ma a me resta vivo quello della mia prima comunione in una chiesa colma di fiori ed amici cari e di una cresima in una grande chiesa di Santa Corona che sostituiva la Cattedrale che noi chiamavamo “el Domo”.

dott. Enrico Rossi

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