PALERMO (ITALPRESS) – Nelle casse della Regione “oltre quattro miliardi di entrate extra dall’insediamento del mio governo, mai avvenuto prima”: 1,5 miliardi nel 2023, 1,6 nel 2024 e analogo trend nell’anno in corso. Una parte di queste risorse è stata già utilizzata “per ripianare il disavanzo della Regione, che conto di avere già azzerato”, ma cambierà anche la strategia finanziaria del governo.
A parlare è il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, in un’intervista su La Sicilia. “Finora, in sede di bilancio preventivo – spiega il governatore – abbiamo fatto delle scelte prudenziali e ci siamo trovati a fare delle variazioni a fine anno con risorse aggiuntive, il che è una cosa positiva, ma per spenderle si deve correre. Dal prossimo bilancio dobbiamo avere il coraggio di una visione più espansiva”.
Schifani afferma che la Regione gode di “una salute finanziaria mai vista: l’ultimo dei nostri problemi, in questo momento, sono i soldi” e rivendica “dati incontrovertibili, che parlano di occupazione in crescita, di Pil che cresce più del resto d’Italia, di rating migliorato, di velocizzazione dei processi decisionali che ci porta a essere molto attrattivi per gli investimenti, grazie alla riforma della Cts. La Sicilia cresce e lo riconoscono tutti: da Bankitalia a Istat, da Svimez a Unioncamere”.
“La Sicilia oggi è un cantiere in piena attività – prosegue ancora il governatore sul tema cantieri – entro pochi anni si presenterà già pronta a sfruttare il Ponte, che mi piacerebbe fosse intitolato a Silvio Berlusconi, come anello di trasmissione di una rete di infrastrutture moderna ed efficiente”.
A proposito delle infrastrutture dell’isola dice: “A livello di strade la A19 Palermo-Catania, di cui sono commissario, è oggetto di lavori per 900 milioni, si interverrà presto sulla Messina-Catania, i cantieri per il raddoppio della Catania-Ragusa sono in pieno svolgimento così come sulla Palermo-Agrigento e sulla Agrigento-Caltanissetta. E poi le ferrovie: i lavori per l’alta capacità fra Palermo, Catania e Messina vanno avanti. Per la sistemazione delle strade provinciali oltre 100 milioni in tutto”.
Schifani sottolinea poi che “se qualcuno pensa di indebolirmi con giochini di palazzo si sbaglia. La mia forza è il consenso che nasce dai risultati del mio governo”.
A proposito dei franchi tiratori durante l’approvazione della finanziaria in aula, Schifani dice: “Ho provato ad analizzare i numeri, che in occasione di alcune norme sono stati pesanti e non certo casuali, come se ci fosse dietro una regia che abbia aggregato e organizzato i franchi tiratori e penso di non sbagliarmi. Sulla matrice le idee sono chiare: c’è chi parla di voti contro il presunto asse Sammartino-Cuffaro e chi di segnali per cambiare gli assessori tecnici. Magari influisce il sistema elettorale in cui, dal giorno dopo della conquista del seggio all’Ars, si pensa subito a lavorare per la propria rielezione senza guardare ai processi politici di grandi dimensioni. Mi spiace che, dietro l’anonimato, c’è chi usa questi mezzi non compatibili sotto il profilo dell’etica politica e dell’appartenenza. Ma vado avanti per la mia strada”.
Alla domanda se si può parlare di un “governo in ostaggio”, risponde: “Scelgono il metodo sbagliato perché non sono il tipo che si lascia intimidire da questi metodi. Conosco bene le prerogative dei parlamentari e quelle mie. Lo scenario delinea una volontà di lanciare un segnale al governo attraverso un metodo becero ed inaccettabile che non accetterò mai. Chi vuole dire qualcosa sulla azione di governo abbia il coraggio e la dignità di farlo pubblicamente. Ci sono state varie frange che si sono contrapposte per farsi dispetto. Non capiscono che lo fanno nei confronti di un governo forte che sta dando e conta di dare alla Sicilia risultati senza precedenti e a danno dei siciliani”.
Poi Schifani annuncia: “Alla ripresa estiva in accordo con il presidente dell’Ars, ho intenzione di portare in Aula una riforma non più rinunciabile. Chiederemo al parlamento di votare per abolire il voto segreto, mantenendo le sole ipotesi autorizzative previste da Camera e Senato: quando si vota per diritti delle persone e salvaguardia delle minoranze”.
Sullo scontro fra Cuffaro e Lombardo dice: “Fra Totò e Raffale sembra esserci un problema personale, che rispetto ma non apprezzo. Si tratta comunque di alleati strategici per l’azione del mio governo, oltre che persone cresciute politicamente assieme. Ricordo che fu Cuffaro, nel 2008, a garantire a Berlusconi che la candidatura di Lombardo fosse vincente. Hanno storie e caratteri diversi, ma entrambi condividono i valori del popolarismo europeo, mi auguro che questa conflittualità, sulla quale magari ci lavorerò anch’io, possa finire”.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS)