(Articolo di Fabio Gasparini su Vincenzo Scamozzi da Vicenza In Centro n. 12, periodico dell’associazione Vicenza in Centro aps).
Giandomenico era un noto imprenditore edile della città, quindi il ragazzo ebbe vita agiata, possibilità di studiare e imparare presto le basi dell’architettura. A soli 26 anni, nel 1574, progettò la Rocca Pisana di Lonigo, capolavoro di razionale eleganza. Da subito la Rocca soffrì il confronto con la Rotonda palladiana e ne fu oscurata; recenti gli studi del prof. Barbieri chiariscono come i due edifici siano diversi: villa agibile e di stile rigoroso la Rocca, splendida dimora degli Dei (disse Goethe) la Rotonda. Successivamente Scamozzi lavorò molto a Vicenza dove progettò e realizzò palazzo Trissino al Duomo (ora Unicredit), palazzo Trissino-Baston (ora Municipio), palazzo Valmarana-Salvi (sul Corso Palladio, angolo S.Corona).
Lavorò poi a Venezia, dove completò la Libreria di S.Marco iniziata dal Sansovino e realizzò le Procuratie Nuove in Piazza S.Marco nel 1582. Molte sue opere sorgono nel territorio della Serenissima, ricordiamo: la villa Molin a Padova; il complesso di villa Duodo a Monselice con sette cappelle votive che la precedono; la chiesa di Palmanova, la città-fortezza allora in costruzione. Scamozzi viaggiò molto per approfondire le sue conoscenze: fu a Roma, a Praga, a Parigi dove disegnò accuratamente le architetture gotiche in un taccuino pervenutoci. Progettò e realizzò a Sabbioneta per Vespasiano Gonzaga un teatro di corte, coperto come l’Olimpico ma più razionale per l’accesso al palco di attori e scenografie. Progettò il Duomo di Salisburgo, realizzato poi solo in parte secondo il suo disegno. Palladio aveva 40 anni più di Scamozzi; i due ovviamente lavorarono assieme in città, forse nei ruoli di Maestro e Discepolo e Scamozzi completò di sua mano tre lavori del Maestro: il teatro Olimpico con le meravigliose prospettive delle sette vie di Tebe, la Rotonda con una cupola ribassata (non più emisferica) e gli annessi rustici. il palazzo Bonin-Longare per la facciata posteriore. Come furono i rapporti tra i due grandi architetti? La critica ha formulato ipotesi varie, anche di latente rivalità; fu Scamozzi che vendette a Inigo Jones (architetto inglese a Vicenza nel 1614) circa 100 disegni originali palladiani da allora conservati a Londra. Scamozzi scrisse un trattato: “Idea di Architettura universale” previsto in 10 volumi; prima di morire, nel 1616, pubblicò i primi 6. Non ebbe eredi e prescrisse nel testamento un lascito per studenti bisognosi dedicati all’architettura, purché i vincitori assumessero il suo cognome; il più illustre tra questi fu Ottavio Bertotti Scamozzi. Nella chiesa di S.Lorenzo, sulla controfacciata, un busto ed una lapide lo ricordano.
ing. Fabio Gasparini