venerdì, Maggio 16, 2025

Referendum, Landini “Chi dice di andare al mare vuole la precarietà dei giovani”

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MILANO (ITALPRESS) – “Chi oggi ha 20 anni ha l’occasione per avere un futuro. Noi che non abbiamo più vent’anni non possiamo lasciare a chi viene dopo di noi un mondo senza diritti”, ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, oggi al Teatro alla Scala, durante un’iniziativa dedicata ai referendum del lavoro dell’8 e 9 giugno. “A differenza di tanti giovani, io ho avuto la fortuna di non vivere la precarietà: quando ho iniziato a lavorare c’erano diritti e contratti”, ha sottolineato Landini.

“Chi è giovane oggi, invece, rischia una precarietà perenne, quasi eterna. Non una parentesi della vita, ma una condizione permanente”. “Oggi il voto dei giovani può servire a cambiare questa situazione, a ridare un futuro e la possibilità di essere persone libere, che si realizzano nel lavoro e non vengono sfruttate”, ha aggiunto. “Giovani che possano usare la loro intelligenza, discutere non solo dello stipendio ma anche del senso di ciò che fanno, per essere protagonisti della loro vita e del futuro”. “Credo che la nostra generazione si debba mettere a disposizione – ha concluso – per cancellare le follie mercatiste che in questi anni sono state realizzate”.

“Se di fronte al diritto di votare, chi è stato votato e ha giurato sulla Costituzione invita la gente a non andare alle urne, vuol dire che c’è qualcosa che non torna”, ha sottolineato. “Se raggiungiamo il quorum, succede che quattro milioni di giovani ottengono l’articolo 18, che chi lavora in una piccola impresa avrà finalmente tutele, che si dirà basta ai contratti a termine e alla precarietà”, ha spiegato Landini. “Succede che si mettono in discussione gli appalti e si smette di morire o di farsi male sul lavoro. Succede che si estende la cittadinanza a chi lavora e paga le tasse in questo Paese. Se si raggiunge il quorum, migliorano i diritti”. “Quindi perché andare al mare?“, ha incalzato il leader sindacale. “Chi dice di andare al mare non vuole questi miglioramenti, vuole che i giovani restino precari”. “Chi va a votare non vota per un partito o per un governo, ma per cancellare leggi che tutti i partiti e i governi hanno fatto”, ha proseguito. “Invitare a non votare significa lasciare le cose come stanno, favorire un processo che ha aumentato lo sfruttamento. Questa è una battaglia che riguarda soprattutto i giovani, per cancellare la precarietà costruita da un modello fondato solo sul profitto e sul mercato”.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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