domenica, Novembre 24, 2024
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Palazzo del Monte di Pietà di Vicenza: gli affreschi cinquecenteschi perduti di Zelotti

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Il Palazzo del Monte di Pietà sorge nel cuore di Vicenza e risulta essere il complesso monumentale più antico oggi visibile nella piazza dei Signori; comprende l’isolato tra contrà del Monte e la piazza, fino ad inglobare gli edifici medioevali preesistenti come la Chiesa di San Vincenzo, patrono di Vicenza. Dal XV secolo ad oggi sono state aggiunte, modifiche e restauri.

La facciata della chiesa di San Vincenzo venne progettata da Paolo Bonin con le sculture di G.Battista Al- banese, mentre quelle della facciata trecentesca vennero poste all’interno sulla parete occidentale; Giambattista Zelotti affresca le due ali del palazzo a metà del 1500. Dato che l’entrata dalla piazza divenne insufficiente mentre cresceva l’attività del Monte vennero commissionate all’architetto del Comune Francesco Muttoni, nel 1703, sia la facciata su contrà del Monte, allora del Capitanio, sia la ristrutturazione dell’ala destinata ad ospitare i libri del conte Giovanni Maria Bertoldo, con le necessarie scaffalature. La prestigiosa entrata è rimasta inalterata, nonostante i bombardamenti del 1944, che distrusse l’archivio storico del Monte, e del 1945.

Trionfale è l’arco d’ingresso a lesene doriche e d’effetto ottico il chiaroscuro del bugnato rustico al piano terra; all’interno nell’atrio classiche colonne ioniche sorreggono possenti volte a crociera. Da qui a destra si sale al Monte dei Pegni, a sinistra si accedeva alla Biblioteca Civica, inaugurata nel 1708, per ospitare la prima donazione libraria alla cittadinanza, quella di Giovanni Maria Bertolo (1631-1707), che studiò legge e si dedicò all’avvocatura, figlio di un falegname “tornidor”, che regalava il suo patrimonio”purché fosse pubblico ed accolto in una sede degna”. 

affreschi palazzo del Monte della Pietà Vicenza
Una recente proiezione delle immagini degli affreschi sulla facciata del palazzo

Gli affreschi cinquecenteschi dello Zelotti ammirati da Vasari sulle due facciate gemelle si degradarono rapidamente. Quasi scomparsi tra il Settecento e l’Ottocento, furono sostituiti nel 1909 da quelli del perugino Domenico Bruschi. Nelle fotografie dei primi decenni del Novecento si possono vedere le ricche decorazioni che oggi risultano completamente sbiadite e irriconoscibili.

Di Luciano Parolin da Storie Vicentine n. 5 Novembre-Dicembre 2021


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