sabato, Luglio 26, 2025

Monopattini, velocipedi e micromobilità elettrica

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(Articolo sui monopattini di di Michele Camarata Commissario E.Q. Polizia Locale Vicenza da VicenzaPiù Viva n. 299, sul web per gli abbonati).

I monopattini, tra odio e amore degli automobilisti e pedoni, fanno ormai parte della circolazione cittadina. Alcuni scelgono la cara bici ed altri la moderna bici a pedalata assistita cosiddetta elettrica.
In ogni caso, la praticità di entrambi è indiscutibile: sono veicoli che offrono una modalità di trasporto nell’ambito urbano utile per piccoli spostamenti.
I monopattini, introdotti all’interno della micromobilità urbana in Italia nell’estate del 2019, si affiancano alle antenate bici e il via fu demandato ai Comuni con la condizione di aderire alla sperimentazione.
Vicenza partecipò e alle porte della città installò la segnaletica per delimitarne l’area.
Da allora in poi si sono succedute diverse norme, in particolar modo per i monopattini che, se dapprima furono equiparati alle bici, oggi acquisiscono la maggiore età e sono veicoli a sè stanti restando comunque in qualche modo “parenti” poiché alcune regole per le bici valgono anche per i monopattini.
In attesa dell’emanazione di norme tecniche che li regolino più approfonditamente e gli restituiscano aree di sperimentazione, poiché ad oggi il periodo a loro dedicato è scaduto, restano indietro nella classifica della micromobilità urbana i segway, i monowheel e gli overboard. Segway, monowheel (o monoruota) e overboard sono mezzi elettrici di micromobilità basati sull’equilibrio dinamico.
Il Segway, più ingombrante, si guida col movimento del corpo; monowheel e hoverboard, più compatti, si controllano spostando il proprio peso.

ecomobilità
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Quindi, le classiche bici, le bici a pedalata assistita e i monopattini sono i tre veicoli alla griglia di partenza.
Alla griglia di partenza perché, se le classiche bici sono quelle più pacate (perché se vuoi andare devi pedalare), per quelle elettriche e i monopattini elettrici muoversi è meno faticoso (ricordo mio figlio la prima volta che guidò la bici elettrica la definì “la bici che non si suda!”). Ma siccome sulla strada non si è in competizione si deve andar piano perché ci si fa male!
Se da una parte gli automobilisti dicono che i monopattini sfrecciano e i ciclisti vanno ovunque, dall’altra i “monopattinisti” e i ciclisti affermano di non essere visti dagli automobilisti che tagliano loro la strada.
Chi ha ragione? Citando un pensiero filosofico è da dire che la libertà è nelle regole e per essere liberi tutti devono rispettarle e conoscerle.
Perciò, con la nuova legge (L. 177/2024 in vigore da dicembre 2024) per i monopattini cos’è cambiato? Le novità le possiamo così riassumere: possono circolare sulla carreggiata solo sulle strade urbane che hanno velocità non elevata cioè non superiore a 50 kmh; fuori dai centri abitati, la circolazione sulla strada e anche sulle piste e corsie ciclabili è
sempre vietata; l’obbligo del casco è per tutti i conducenti, a prescindere dall’età; il casco deve essere conforme alle norme UNI EN 1078 o UNI EN 1080 (cioè i caschi per le biciclette); nuove sanzioni per assenza di frecce e freni su tutte le ruote; istituzione della “targa” e la conseguente assicurazione ma si attende uno specifico decreto del Ministero Infrastrutture e Trasporti (MIT) per l’attuazione; sono stati introdotti nuovi obblighi per i gestori di servizi di noleggio che devono installare dei sistemi automatici che impediscano il funzionamento fuori città (praticamente fuori città l’alimentazione elettrica si interrompe e il monopattino si ferma); possono esserci aree di sosta riservate ai monopattini prive di segnaletica orizzontale e verticale, purché le coordinate GPS della loro localizzazione siano consultabili pubblicamente nel sito internet istituzionale del Comune. E’ comunque consentita la sosta negli stalli riservati ai velocipedi, ai ciclomotori e ai motoveicoli E per gli altri dispositivi di micromobilità elettrica (segway, monowhell, overboard) diversi dai monopattini?
Sarà emanato un decreto dal MIT contenente le caratteristiche tecniche e costruttive e che reintrodurrà o estenderà, vedremo, il periodo di sperimentazione attualmente scaduto. Quindi attualmente non possono circolare e i conducenti rischiano una “multa” da euro 200 a euro 800.
E per le bici quali novità?
Vediamone alcune è stata definita la corsia ciclabile cioè laddove non è possibile installare a regola d’arte una pista ciclabile si può tracciare su parte della strada una corsia per favorire la circolazione delle bici; ad un incrocio con semaforo, laddove termina una pista ciclabile
o una corsia ciclabile, davanti alla linea dove si arrestano le auto e le moto è possibile tracciare un’area riservata alle bici; le luci devono essere sempre presenti e funzionanti come per le autovetture (da mezz’ora prima del tramonto a mezz’ora dopo l’alba); i conducenti dei veicoli a motore devono dare la precedenza ai velocipedi circolanti sulle corsie ciclabili delimitate da striscia discontinua; il sorpasso delle bici da parte dei veicoli a motore deve essere effettuato, ove le condizioni della strada lo consentano, ad una
distanza di sicurezza di almeno 1,5 metri.
In conclusione, vari interventi normativi si stanno compiendo per aumentare la sicurezza stradale a tutela degli utenti vulnerabili, quali bambini, anziani, disabili, pedoni, ciclisti e conducenti di ciclomotori e di motocicli, e tutti siamo invitati ad analizzare e valutare con attenzione le situazioni nelle quali ci troviamo durante la guida in modo da poter prendere decisioni sagge e consapevoli.

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