Abbiamo da poco celebrato la festa dell’amore, San Valentino: quale occasione migliore per scoprire di più sui due innamorati più famosi di tutti i tempi? Stiamo parlando della tragica storia d’amore di Romeo e Giulietta, conosciuta in tutto il mondo grazie alla tragedia del drammaturgo inglese William Shakespeare. Non tutti sanno, però, che la storia dei due sfortunati amanti veronesi nasce dalla mente di un vicentino, Luigi Da Porto.
Luigi Da Porto, il “papà” di Romeo e Giulietta
Da dove viene dunque questa novella, che tanta fortuna ebbe tra i contemporanei e altrettanta ne continua ad avere dopo cinque secoli? Luigi Da Porto la scrisse nella sua splendida villa di Montorso Vicentino, ma non la vide mai pubblicata. Fu solo nel 1531, due anni dopo la sua morte, che la Historia novellamente ritrovata di due nobili amanti, questo il titolo originale, vide la luce nel completo anonimato del suo autore.
Non è chiaro quanto ci sia di autobiografico nella storia e quanto sia materiale mutuato dalla tradizione. In particolare, il modello sarebbe stata la novella Mariotto e Giannozza di Masuccio Salernitano, la storia senza lieto fine di due amanti senesi. Sappiamo di per certo, però, che Da Porto si trovò a vivere un amore impossibile per sua cugina Lucina Sarvognan, appartenente a un ramo rivale della famiglia materna.
La fortuna dell’opera
Come fece la storia di Giulietta a giungere fino a Shakespeare, al di là della Manica? Sembra che il filo che collega il nostro vicentino al bardo inglese sia la novellizzazione di Matteo Bandello. Questa versione dell’opera fu tradotta in inglese e in francese, espandendo la sua fama oltre le Alpi e quindi ancora più a nord.
La tragedia dell’amore impossibile dei due giovanissimi amanti ha ispirato secoli e secoli di produzione artistica: letteratura, teatro, musica, ma anche pittura e scultura. E a raccontarla per la prima volta è stato un vicentino.