Nel 1867, a seguito delle diatribe secolari tra proprietari di terreni lungo la Seriola, il Regio Ufficio Tecnico Provinciale elaborò sotto la Direzione del Ing. capo Girotto, un progetto del Regio Ingegnere Signor Polettini, per una documentazione storica da utilizzare per la costituzione di un Consorzio per gli Usi d07le acque convogliate per la Roggia Seriola. Alcune sorgenti d’acqua che incontransi nell’abitato suburbano di Maddalene ingrossate dalle colaticce e irrigazioni prative di Costabissara danno origine alla Roggia detta Seriola.
Il percorso di questo fiumicello con risorgive a Maddalene scorre sino a Cà Brusà (casa Bruciata) poi costeggiando la Regia Strada di Vallarsa ora S.S. Pasubio e Viale Trento arrivava in Piazzale Tiro a Segno ove si divideva in tre rami (mappa 1821). Il ramo di sinistra, passa sotto la porta di Santa Croce che aveva il ponte levatoio e va scaricarsi nel Bacchiglione, il ramo centrale entra in città attraverso le mura, percorre Contrà Corpus Domini, parte di Soccorso Soccorsetto, girando a destra per le Cantarane e Villa Romanelli, per entrare nel Giardino Valmarana (ora Salvi).
Il terzo Ramo seguiva le mura cittadine (ora Viale Mazzini), passava davanti alla Rocchetta, Contrà Carlo Cattaneo per entrare nel Giardino Valmarana attraverso la Loggia del Longhena formando la peschiera, sempre all’aperto davanti a Porta Castello, costeggiando il Campo Marzio sino al Ponte sul Retrone (questo tratto è ancora visibile) il ponte Furo era scavalcato prima con un manufatto poi un grosso tubo in ghisa, percorreva Contrà della Fossetta, Porton del Luzzo, Contrà del Guanto (Bar Ponticello) si prolungava sotto contra’ Mura San Michele e attraverso la Piarda sbucava alle Barche nel Retrone.
Negli anni ‘80 il corso d’acqua fu intubato e coperto, in località Ca’ Brusa deviato nel Bacchiglione. La Seriola durante il suo percorso dava energia idraulica a molti mulini, tintorie, serviva come acqua potabile per i vari conventi. La storia comincia il 16 luglio 1444 con una investitura rilasciata a favore di Padre Bartolomeo dei Provinciali (forse Gerolimini?) per l’utilizzo dell’acqua. Il 20 Luglio 1785, alcuni “opificanti” proprietari di mulini cioè: Trento, Checozzi, Valmarana, Cagnotto, “erigendosi arbitri assoluti dell’acqua per la Seriola fluente si obbligavano di espurgare la tratta a comuni spese sino al Ponte del Retrone; agli ultimi due utenti la residuante tratta dal Ponte Furo allo sbocco in Bacchiglione”.
Nel tempo, per diritti eredità, subentrarono le ditte: Bertolini (proprietario Missioni Estere) conte Salvi, Lampertico, De Tacchi, De Santi, Fortunato, i quali non avevano nessuna intenzione di rispettare gli accordi dimenticando il pre esistito Consorzio Acque Seriola. L’alveo così era caduto in abbandono, con problemi sanitari anche per la città, si era fatto limaccioso, fonte di morbose esalazioni invece che di acque vive e salutari, i cittadini facevano continue lagnanze, così il Municipio il 29 settembre 1809, per disposizione del Prefetto, attivò un Consorzio acque per provvedere agli emergenti bisogni, addebitando agli interessati le spese, l’intervento del Municipio suscitò opposizioni e contrarietà. Il Comune tentò di ricostituire il regolare Consorzio, ma non se ne fece nulla.
Un rapporto Municipale del 2 luglio 1852 a riguardo della situazione igienica della Seriola fece intervenire la Delegazione Provinciale per l’espurgo di una tratta d’alveo. Ma completato l’espurgo le opposizioni continuarono sul tema delle ”competenze passive”. Il Municipio dovette intervenire con ulteriori rapporti all’autorità Provinciale nel 1853 e 1854. 20 Maggio 1854. Vengono convocate alcune ditte per eleggere un Consorzio di Rappresentanza che l’ingegnere civile del Comune Angelo Durlo auspicava, ma il suo elaborato (piano attuativo e Statuto) era avversato dai proprietari dei fabbricati frontisti che si erano rivolti all’avvocato Pasini per la disputa di chi utilizzava l’acqua come forza motrice e chi per irrigazione. Il problema della pulizia della Seriola si ripeteva nel 1855 con il bisogno urgente di espurgo nel tratto dovuto ai molini Lampertico in Campo Marzio.
Il 23 Agosto 1855, una mozione Municipale: propone un piano generale di sistemazione del letto della Seriola sino allo sbocco nel Bacchiglione, deliberando che tutte le domeniche il letto della Seriola resti a secco. Per questa delibera il Municipio incaricò il nobile ing. Muttoni il quale muore poco dopo l’inizio dei lavori. Una Consulta Tecnica del 6 luglio 1864, chiede d’urgenza l’istituzione di un Consorzio di Bonifica con elezione tra gli utenti di una Rappresentanza incaricata a tutelare i singoli interessi.
15 dicembre 1864, per disposizione della Congregazione Provinciale, costituiva una Provvisoria Presidenza che l’8 marzo 1865 dava l’incarico al Dr. Gerolamo Morsoletto di condurre a fine i rilievi e altro. Ma anche Morsoletto mancò ai vivi.
Con Ordinanza 21 aprile 1866, si affidava all’Ufficio Tecnico Municipale l’incarico di completare i lavori. I proprietari degli opifici con mulino volevano estendere la spesa a tutti i frontisti che usavano l’acqua per abbeverare, per innaffiare giardini e orti,o per uso tintoria, ma tutti questi insorsero contestando e capitanati dal defunto avv. Pasini, protestarono rifiutandosi di votare il Presidente. Per questo motivo il Consiglio Comunale del 1864, respinse il progetto di Consorzio e d’ imperio l’Autorità Provinciale nominò una Presidenza provvisoria in rappresentanza degli utenti per irrigazione nella persona del nobile conte Ghislanzoni e per gli opificanti nella persona del conte Giuseppe Bertolini.
Da Archivi Comunali di Palazzo Trissino
Di Luciano Parolin da Storie Vicentine n. 1 2020