giovedì, Novembre 21, 2024
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Donna Vicenza. L’enigma di una icona devozionale. Considerazioni sul “Ritratto di Vincenza Pasini” dopo le indagini diagnostiche

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Storie Vicentine ci racconta le considerazioni sul “Ritratto di Vincenza Pasini” detta Donna Vicenza, dopo le indagini diagnostiche.

La «vera effigie» di Vincenza Pasini, testimone delle apparizioni mariane è una delle testimonianze figurative di primario interesse per la storia della pietà popolare, che si sviluppa nel tempo attorno al santuario di Monte Berico, sorto nel 1428. Nello specifico, l’opera proviene dall’antico monastero di Ognissanti in Borgo Berga, soppresso all’inizio del XIX secolo. È proprio questo cenobio femminile, affidato prima all’ordine degli Umiliati e, a partire dal 1571, alle monache camaldolesi, ad assumersi il compito della diffusione non solo della memoria delle apparizioni, ma anche del culto rivolto alla veggente, illuminata e
consacrata dalla luce mariofanica.
Secondo la tradizione, la pia donna risiedeva nei pressi della chiesa di Ognissanti e, di conseguenza, il percorso che la condusse a incontrare la Regina del cielo iniziava lì, a due passi dalle scalette che portano sul colle. Inoltre, nel 1431, il suo corpo mortale fu sepolto nel cimitero accanto alla medesima chiesa.
Il dubbio sull’effettiva datazione del cimelio – che riporta il nome di un pittore del Quattrocento, Girolamo Tonisi, che per grazia ricevuta avrebbe dedicato un omaggio ritrattistico a «donna Vicenza Pasini da Sovizzo» – ha portato a un progetto di ricerca
multidisciplinare ideato e coordinato da Agata Keran, curatrice del Museo d’arte sacra di Monte Berico, con il contributo di Federico Bauce e Carlotta Dal Santo.
Per le indagini diagnostiche non invasive sono stati coinvolti gli esperti del laboratorio CMR, Roberta Giorio e Francesco Rizzi. L’intera superficie del dipinto è stata sottoposta, in associazione alle riprese in luce visibile sia del fronte che del retro, a un’indagine riflettografica IR eseguita a due lunghezze d’onda a 750 nm e 1000 nm, da cui è emerso un disegno sottostante (underdrawing), che presenta alcune importanti divergenze rispetto allo strato visibile all’occhio nudo, che riguardano sia i tratti fisionomici che l’abito della donna.
Tali differenze hanno sollecitato un approfondimento storico, iconografico e iconologico relativo all’opera devozionale, condotto da Agata Keran. Il focus ha portato a delineare un’ampia panoramica sul contesto religioso in cui si colloca la genesi dell’opera, collocabile nel secondo Cinquecento. Gli esiti della ricerca, comprese le relazioni tecniche del laboratorio CMR e della restauratrice Carlotta Dal Santo, sono raccolti e pubblicati in un opuscolo documentario, il primo della serie dei «Quaderni del Museo d’arte sacra di Monte Berico» (disponibile in sede).

donna vicenza
Fig.2 Immagine a infrarosso dell’opera

“La ricerca dedicata al ritratto di Vincenza Pasini apre un orizzonte conoscitivo e spirituale capace di incuriosire e coinvolgere, anche emotivamente, chi desidera a scoprire in modo approfondito una storia antica, ma di grande freschezza per il nostro tempo”, commenta padre Carlo Rossato, rettore del santuario e priore della comunità dei Servi di Maria di Monte Berico.
Tutto il progetto gode della collaborazione e del supporto economico dell’Associazione Domenico Cariolato, che nell’ambito dell’omonimo premio, ha incentivato alcuni progetti culturali e sociali, ritenuti di particolare interesse per la storia e l’attualità di Vicenza.
“L’ Associazione, che nei suoi programmi promuove eventi di significativa rilevanza culturale, è orgogliosa di aver contribuito allo studio del ritratto ed è onorata della sua collaborazione con tutti coloro che hanno condotto tale indagine”, ribadisce Patrizia Rossini, presidente dell’Associazione.
L’evento si inserisce nell’ambito delle iniziative di «Un Giubileo per la rinascita», in attesa dell’Anno giubilare mariano 1426-2026.

Per visitare il Museo d’arte sacra: ogni sabato ore 10-12 e 14-18
ingresso con offerta libera.
info e prenotazioni di visite guidate e percorsi didattici: [email protected]

Di Agata Keran da Storie Vicentine n.15-2023.

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