(Articolo della psicologa Sabrina Germi sulla depressione natalizia da VicenzaPiù Viva n. 294, sul web per gli abbonati).
L’albero, i regali, le luci colorate, il profumo dei biscotti appena sfornati… L’atmosfera natalizia è davvero magica, ma per alcune persone questo è il periodo più triste dell’anno.
Sono coloro che soffrono della Christmas Blue, la cosiddetta depressione natalizia, che colpisce milioni di italiani.
Christmas Blues è direttamente collegata al periodo festivo: un vero e proprio ‘tour de force’ di convenzioni sociali e festeggiamenti ‘obbligati’ che, per alcuni, porta con sé ansia, insonnia, crisi di pianto, pensieri negativi, anedonia.
Il Natale è associato, infatti, al ‘dover essere felici’, ad avere una famiglia unita, oltre al “dover apparire al meglio”. La depressione natalizia è strettamente legata e circoscritta al periodo delle feste natalizie e tende a scomparire con la fine delle stesse. Queste ultime, infatti, implicano degli elementi che potenzialmente innescano un umore triste:
• cene con i parenti e occasioni conviviali che riattivano dinamiche conflittuali non risolte;
• regali da fare che possono generare l’ansia di non trovare il regalo perfetto oppure l’ansia di spendere troppo;
• riduzione degli impegni lavorativi che generano tempo libero e dunque un maggior contatto con se stessi, con i propri pensieri o con vissuti emotivi negativi non risolti, che spesso vengono mascherati e soffocati dalla routine quotidiana.
Paradossalmente, di fronte agli addobbi e alle luci colorate capita di non provare la gioia del Natale.
Come mai? È il “paradosso del sii spontaneo” di cui parla Paul Watzlawick nella Pragmatica della Comunicazione Umana (1971): dal momento in cui si chiede a qualcuno di essere spontaneo si annulla l’essenza stessa della spontaneità, quando mi sento obbligato a condividere un sentimento è il momento in cui non lo provo. Quindi, c’è qualcosa di sensato nel fatto che il Natale porta con sé molta più rabbia e depressione di quanto si sia disposti ad ammettere.
Come affrontare, dunque, la malinconia del Christmas blues?
Vediamo insieme alcuni suggerimenti:
• organizzarsi per tempo, per non ritrovarsi coinvolti nell’estenuante “corsa ai regali” dell’ultimo minuto; acquistare con criterio, stabilendo in anticipo un budget;
• partecipare agli eventi sociali nel rispetto dei nostri “limiti”, sapendo “dire di no”;
• accogliere le proprie emozioni senza combatterle: sentirsi tristi o malinconici non significa che siamo “sbagliati” o che ci dobbiamo sforzare per uniformarci al contesto;
• abbandonare il rimuginìo sul passato o sui problemi della vita: il pensiero ricorsivo non contribuisce a risolvere i problemi, non aiuta a prendere decisioni, non lenisce l’angoscia;
• utilizzare le ore di luce: una passeggiata di almeno un’ora all’aria aperta, favorisce il nostro benessere psicofisico e aiuta a contrastare gli effetti del Christmas blues;
• prendersi cura di sé: dedicare del tempo ad attività piacevoli, alla cura del proprio corpo, alla lettura o al cinema, ai propri hobbies. Anche facendosi un piccolo regalo.
Se non puoi evitare di festeggiare, puoi però gestire la tua realtà piuttosto che subirla, uscendo dalla classica ritualità e inventando nuovi modi per organizzare le feste, divertendoti. E se proprio ti senti obbligato a provare emozioni, per ‘paradossare’ il paradosso del “sii spontaneo”, sforzarti di provare proprio le emozioni negative che vorresti evitare, così le bloccherai!
Dai quotidianamente uno spazio all’angoscia e alle sensazioni depressive, ma solo al mattino, isolandoti. Calati nei pensieri catastrofici rispetto alla giornata davanti a te. Questa attività consente di dedicare uno spazio e un tempo alle sofferenze, limitandone così il vissuto.
Inoltre, essendo una prescrizione paradossale, fa fare quello che volontariamente vorremmo evitare, tende a ridurre l’impatto dell’angoscia e dei meccanismi depressivi limitandoli a una fase temporale per poi dare spazio alla positività.
Se il tempo del Natale dovesse, alla fine e per qualunque motivo, significare rimanere soli, o quasi, ti auguro a maggior ragione di darti la possibilità di affrontare questo spazio vuoto: è sulle pagine bianche che si possono iniziare scrivere le storie migliori!
Buon Natale.
Per scrivere alla dottoressa:
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Riferimenti bibliografici
P. Watzlawick, J.H. Beavin, D.D.
Jackson, Pragmatica della comunicazione umana, Roma, Astrolabio,
1971.
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