Tra le storie ilari o serie o fatte passare per opera divina di cui siamo a conoscenza, si trova sempre un inizio che, però, non comincia dall’inizio, ma da un certo punto di quella storia che non si scrisse. Allora anche Caino sapeva cosa fosse la morte e che picchiando il fratello l’avrebbe ucciso.
Ma io vorrei diversamente. Vorrei si cominciasse da quando l’umano appena tolto dall’humus si rese conto di vivere, chiedendomi quando quel primo essere si rese conto di vivere, cosa pensò di essere e cosa scelse di fare.
Mi si dirà e mi si chiederà cosa ciò abbia importanza. Il fu è immerso nella notte dei tempi, sepolto e disperso quale sabbia nel deserto col vento del Ghibli. Giusta perplessità, ma io non lascio. Non è che se fossero allora le cose andate diversamente, diverso sarebbe il nostro attuale essere? E’ che allora nacque il bene perchè era nato il male? E’ che senza la morte si sarebbe spenta la fiaccola della vita e che passeggiando potrei incontrare Caino od Abele o qualche altro fratello di allora o fratello di adesso.
Frugandomi nelle tasche trovai dei grani di frumento. Se li pianto, pensai, ne cresceranno delle spighe che mi daranno ancora grani di frumento che potrei piantare ancora e raccogliere spighe, sempre perchè sempre vivono. Questo, a ben guardare non è per l’essere umano, come a dire che una spiga di frumento può essere considerata eterna e l’uomo no.
Amici miei! Lucrezianamente parlando, non credo alla ricomposizione degli atomi, in quanto, in ogni caso, formerebbero qualcosa che niente ha a che fare con l’aggregato precedente. Sto discutendo, meglio mi sto sbrodolando sull’esistenza e sue conseguenze per il gusto di farlo lasciando che le parole trascinino i miei pensieri. Inutilmente pensieri e parole al vento? perchè no! Ogni volta che mi guardo allo specchio vedo la stessa persona dicendomi “quello sono io” ma non posso smettere l’uso dello specchio chè la barba me la devo pur fare. Tra parentesi “vivo, ma mai mi è piaciuto, e mi dò del vigliacco”.
Meno male che ci fu Caino ed anche Abele.