VENEZIA (ITALPRESS) – I rischi sono quadruplicati. Averne consapevolezza è un primo passo. Sapere individuarli e gestirli è il secondo, a cui deve seguire un’adeguata strategia per mitigarli.
Da 24 anni, a Venezia, si tiene il convegno internazionale C.r.e.d.i.t., co-organizzato dal dipartimento di Economia dell’Università Cà Foscari Venezia, GRETA Associati e il progetto PNRR GRINS. L’edizione di quest’anno ha discusso di tensioni geopolitiche, trasformazioni della società per le dinamiche demografiche e l’aumento delle disuguaglianze, rischi climatici, energetici, legati all’intelligenza artificiale in tutte le sue declinazioni, fino alla salute, non solo a causa delle pandemie. I rischi sono aumentati e nuovi si sono palesati, e con un risk warning che possano collidere.
L’edizione 2025 di C.r.e.d.i.t. ha preso avvio con il settore che più si occupa della gestione rischi, quello assicurativo, mettendo in evidenza la necessaria integrazione tra sistema assicurativo e finanziario per affrontare il contesto sfidante che viviamo. L’apertura del convegno è stata tenuta da Mario Greco, CEO Zurich Insurance Group, che ha stimolato la sala gremita della Scuola Grande San Giovanni Evangelista grazie alla sua pragmaticità. Motivata la sala di accademici e professionisti della finanza e dell’industria, i confronti si son fatti serrati. Alcuni rischi non si possono proteggere e altri sono troppo costosi data la probabilità del loro verificarsi e l’entità del danno. Alcune decisioni politiche possono distorcere la percezione del rischio e l’esempio dei recenti incendi in California dove i residenti di Hollywood sono stati più protetti rispetto a quelli in aree meno abbienti, ricordato dal CEO di Zurich con visione globale, ha posto l’attenzione sul ruolo del decisore politico e la capacità di governance lungimirante rispetto a cambiamenti e transizioni che coinvolgono importanti questioni sociali oltre che ambientali.
Si è affrontata anche la tematica dell’obbligo assicurativo catastrofale per le aziende italiane che dovrebbe a breve entrare definitivamente in vigore e su cui alcuni hanno evidenziato l’utilità di una detrazione fiscale, almeno per le micro imprese. Il tema principe è che accanto agli strumenti classici di riassicurazione oggi ci vuole coinvolgimento anche della finanza e degli Stati. Quindi bisogna affrontare la tematica delle differenti visioni: quella assicurativa votata al lungo periodo, quella finanziaria al breve, ricordando anche che abbiamo Stati i cui debiti limitano e differenziano la loro capacità di azione. E su questo concetto bisogna lavorare e cambiare paradigma soprattutto in virtù del crescente dualismo tra occidente e oriente. Dualismo che si riversa sempre più anche sulla visione della sostenibilità che permea sull’industria a livello sia di competitività sia di leadership tecnologica. L’esperienza oramai tangibile che la finanza verde non sia bastata all’Europa per fare la transizione verde richiede un cambio di passo.
Il convegno ha visto oltre 10 panel di discussione. Tra i lavori più interessanti l’analisi sulle strategie di decarbonizzazione del sistema bancario, da parte di Banca d’Italia; il costo dell’energia e il rischio di fallimento per i mutui; il finanziamento del deep tech e le sue opportunità per innovazioni ingegneristiche avanzate che arrivano ad accrescere la speranza di vita, il bene più prezioso che abbiamo; il prezzo del rischio geopolitico; le aree europee sempre più esposte a forti alluvioni come quelle spagnole e inglesi. Ma anche in Italia. A tal proposito gli studi parlano oggi di oltre un 40% del territorio esposto per cui è necessaria una azione di prevenzione in tempi brevi per non dover affrontare spese sempre maggiori. La forza di questo convegno che raccoglie studiosi e professionisti da tutto il mondo è la circolarità della conoscenza rapidissima quanto il desiderio di fornire soluzioni concrete per ridurre i rischi. Mantra della finanza da sempre ma che tutti dovremmo avere: cittadini e gestori della res pubblica in primis.
“In questa edizione emerge prepotentemente il tema della connessione e combinazione dei rischi. Cosa significa? Il contesto geopolitico crea incertezza, incide sui costi dell’energia e delle materie prime – afferma Monica Billio, ordinaria di Econometria all’Università Cà Foscari di Venezia -. Il rischio climatico costringe a scelte di decarbonizzazione che incidono sull’uso di risorse sempre più limitate a dispetto di consumi in aumento. Il contesto geopolitico e il rischio climatico portano a rischi sociali: dai conflitti alle migrazioni. Tutto ciò porta non solo alla somma di rischi ma a un effetto esponenziale del loro impatto. Fondamentale è prenderne consapevolezza e avere visione imparando anche dagli errori fatti per scelte miopi – prosegue -. In un mondo che cresce in complessità la possibilità di errore aumenta ma non ce lo possiamo permettere. La governance deve essere consapevole, capace e lungimirante, quindi di altissimo profilo e tutti devono prendere consapevolezza che le sfide in essere richiedono il contributo di tutti: cittadini, decisori pubblici, finanza e sistema assicurativo”.
“Questo convegno è una risorsa per tutti e su scala globale. E’ una eccellenza italiana – spiega Davide Alfonsi, Chief Risk Officer, Intesa Sanpaolo -. E come Intesa Sanpaolo lo seguiamo dall’inizio perchè è sempre di stimolo, come l’edizione di quest’anno, che auspica una convergenza rapida tra finanza e assicurazioni con un supporto pubblico pragmatico sulle tante sfide che ci troviamo a vivere e che hanno elevato i rischi a un numero mai visto prima, ma che possono trasformarsi in altrettante opportunità”.
“Una attenta gestione dei rischi permette investimenti per risultati significativi – afferma Andrew W. Lo, Professor of Finance al Massachusetts Institute of Technology di Boston -: nella salute gli investimenti sul deep-tech hanno prodotto più medicinali sul mercato dei grandi player. Quindi è l’esempio di come dalla gestione ragionata dei rischi si possano ricavare grandissime opportunità. Nel caso specifico prodotti che accrescono il bene più prezioso che abbiamo, la vita”.
– Foto C.r.e.d.i.t. 2025 –
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