venerdì, Ottobre 31, 2025

Bandiera della pace: colore, storia e significato

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La bandiera della pace è diventata negli anni uno dei simboli più riconoscibili dei movimenti pacifisti e delle campagne contro la guerra.

I suoi colori arcobaleno e la scritta PACE sono immediatamente associati a un messaggio di non violenza, convivenza tra i popoli e rifiuto dei conflitti armati. Pur essendo una creazione relativamente recente, ha saputo unire linguaggi diversi e contesti politici eterogenei, diventando un emblema civile che va oltre le appartenenze religiose e nazionali.

Origini e contesto storico

La versione più diffusa della bandiera della pace nasce in Italia all’inizio degli anni 60, ispirata alla bandiera del movimento pacifista internazionale e a simboli utilizzati già nelle marce contro le armi nucleari. A farla conoscere al grande pubblico fu però la grande Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fraternità, che adottò i colori arcobaleno come segno di pluralità e di speranza. L’idea era semplice ma potente: mostrare che la pace non è l’assenza di conflitto in senso militare, ma la presenza di relazioni giuste, inclusive e rispettose tra le persone.

Negli anni 2000 la bandiera si è diffusa in modo capillare con la campagna Pace da tutti i balconi, nata per dire no alla guerra in Iraq. In quei mesi la si vedeva esposta su finestre, scuole, sedi di associazioni e parrocchie: un esempio concreto di come un simbolo possa diventare linguaggio quotidiano e strumento di mobilitazione civile.

Colori e significato

Il tratto distintivo della bandiera della pace è la sequenza di bande orizzontali a colori, solitamente sette, che richiamano l’arcobaleno. L’arcobaleno è un’immagine antica, presente in molte culture, e rimanda all’idea di alleanza e di riconciliazione. In chiave contemporanea viene letto anche come messaggio di inclusione delle differenze.

La versione italiana più comune prevede questo ordine dall’alto verso il basso: viola, indaco, azzurro, verde, giallo, arancione, rosso, con al centro la scritta PACE in bianco. Non esiste tuttavia un unico standard internazionale e in alcune varianti i colori possono cambiare posizione o numero. Ciò che resta invariato è la scelta dell’arcobaleno come codice visivo: un insieme di colori diversi che, messi insieme, non si escludono ma creano armonia. È esattamente il messaggio che il movimento pacifista vuole trasmettere.

Diffusione e utilizzi nei movimenti

Per capire quanto questo simbolo sia duttile è utile osservare alcuni contesti in cui viene utilizzato:

  • Manifestazioni contro la guerra e per il disarmo

  • Giornate mondiali della pace promosse da associazioni laiche e religiose

  • Scuole e oratori che vogliono educare alla non violenza

  • Comuni ed enti locali che la espongono per motivi istituzionali o per solidarietà internazionale

  • Associazioni per i diritti umani che la affiancano ad altri simboli civili

In ciascuno di questi ambienti la bandiera diventa un modo semplice per dire: qui la pace è un valore prioritario. La sua forza sta proprio nell’essere riconoscibile anche da chi non conosce i dettagli della storia del movimento pacifista.

Altre bandiere e simboli di pace

La bandiera arcobaleno con la scritta PACE non è l’unico segno utilizzato per veicolare un messaggio pacifico. Esistono, ad esempio, le bandiere bianche adottate come segno di cessazione delle ostilità e il celebre simbolo della pace disegnato nel 1958 da Gerald Holtom per la Campagna per il disarmo nucleare britannica. In diversi paesi sono state ideate anche bandiere locali della pace, spesso con richiami alla colomba o all’ulivo.

Rispetto a questi segni, la bandiera arcobaleno ha il vantaggio di essere inclusiva e non aggressiva, di portare un messaggio positivo e non solo di protesta, e di poter essere esposta senza ambiguità in contesti scolastici, istituzionali e familiari. Non richiama un blocco politico preciso, ma un principio etico generale: la dignità di ogni popolo e di ogni persona.

Perché esporla oggi

Oggi la bandiera della pace non è solo memoria di grandi mobilitazioni del passato. Può diventare uno strumento educativo per le nuove generazioni, un segno di dialogo in quartieri multiculturali, un gesto di solidarietà verso le popolazioni colpite da conflitti. Esporla significa dichiarare che la pace non è un fatto privato, ma una responsabilità pubblica.

È utile anche ricordare che la pace non è solo assenza di guerra, ma anche giustizia sociale, tutela dei diritti umani, rispetto dell’ambiente, cooperazione internazionale. Mostrare la bandiera può allora essere il primo passo di un percorso più ampio: informarsi, sostenere organizzazioni che promuovono la non violenza, educare bambini e ragazzi al linguaggio del rispetto. Un piccolo simbolo, ma con un messaggio che continua a parlare a tutti.

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