(Articolo su Monte Berico di Dionigi Tanello da Vicenza In Centro n. 7- luglio 2025)
L’anno prossimo anno ricorrerà il sesto centenario delle apparizioni della Vergine Maria sul Monte Berico a Donna Vincenza Pasini. Per capire bene l’importanza di queste apparizioni, sia dal punto di vista religioso e umano, occorre ricordare il momento storico in cui le apparizioni avvennero. È un periodo particolare, caratterizzato dalla peste, dal trasferimento del Papa ad Avignone e dallo scisma dell’Occidente. Si può capire quindi come la popolazione vicentina e non solo abbia trovato nella Vergine apparsa sul Monte berico e nei suoi miracoli un punto di riferimento e di aiuto. Vicenza viveva dal punto di vista politico un momento difficile che si concluse nel 1404, ad opera di Giampietro de’ Proti, con il passaggio sotto la Serenissima, iniziando così un periodo di serenità politica. Non fu così per quanto riguarda la salute. Dalla fine del 1300 e il principio del 1400 le terre venete, Vicenza compresa, furono funestate dai così detti morbo pestifero e peste bubbonica. La provincia di Vicenza “venne spogliata del suo popolo e della sua gente”. Gli abitanti o morivano dal contagio o, per sfuggire il morbo, lasciavano per anni le loro case, causando un forte crollo economico. Da un punto di vista religioso dal 1309 al 1417 fu un periodo difficile per la Chiesa, travagliata dal trasferimento della sede papale ad Avignone e dallo Scisma d’Occidente. La cristianità italiana, e non solo, non trovò più nella Chiesa e nella religione un punto di riferimento sicuro. Roma, per le lotte dei nobili, divisi in opposte fazioni, era diventata insicura. Si decise di convocare un Conclave a Perugia, dove venne eletto papa Clemente V, che trovandosi in Francia, vista la situazione, decise di restare e di stabilirsi definitivamente ad Avignone, terra dei Signori d’Angiò. Viste le continue ingerenze dell’Imperatore, nel governo della Chiesa, nel 1377, Gregorio XI decise di ritornare a Roma. Ma, nel 1378, in seguito alla morte di Gregorio XI, per il mancato accordo tra i Cardinali francesi ed italiani furono eletti due Papi, Urbano V a Roma e Clemente VII ad Avignone. Seguì un periodo buio con addirittura tre Papi regnanti, senza quindi un unico punto religioso di riferimento. Sarà l’imperatore Sigismondo a porre fine a questo contrasto, nel 1418, provocando il Concilio di Costanza, in cui fu eletto Martino V, ponendo fine allo Scisma. In questi conflitti tra i vari Papi naturalmente Vicenza non restò immune. Fu Alessandro V di Pisa che nominò Vescovo di Vicenza. Il nobile canonico veneziano Emiliani. Colui che nel 1426, quando Donna Vincenza andò a riferirgli quanto le aveva detto la Vergine sul monte Berico, la licenziò come donna demente e stupida.
prof. Dionigi Tanello