LA VALLETTA (MALTA) (ITALPRESS/MNA) – La storia dell’antica civiltà maltese ha preso una svolta straordinaria, poiché nuove scoperte archeologiche hanno spostato indietro di mille anni la cronologia dell’insediamento umano sull’isola. I ricercatori hanno scoperto prove nel sito di Ghar tal-Latnija, una grotta a Mellieha, che sfidano la comprensione precedente del passato preistorico di Malta.
Questi ritrovamenti indicano che gli esseri umani hanno abitato per la prima volta le Isole Maltesi almeno 8.500 anni fa, un intero millennio prima di quanto precedentemente ritenuto. La ricerca pionieristica, guidata dai professori Eleanor Scerri e Nicholas Vella del Dipartimento di Studi Classici e Archeologia dell’Università di Malta, ha ridefinito il posto di Malta nella preistoria europea.
Lo studio, iniziato nel 2019, ha portato alla luce prove di una civiltà mesolitica, ovvero cacciatori-raccoglitori che prosperavano sull’isola in un periodo molto prima dell’arrivo dell’agricoltura. Fino ad oggi, si riteneva che i primi coloni di Malta fossero agricoltori arrivati circa 7.500 anni fa, segnando l’inizio dell’era neolitica.
Tuttavia, gli ultimi ritrovamenti rivelano che i primi abitanti umani di Malta erano, in effetti, parte di una società di cacciatori-raccoglitori arrivati sull’isola molto prima, durante le ultime fasi dell’ultima era glaciale europea. Questi primi abitanti vivevano grazie alla caccia alla fauna locale e alla raccolta di cibo, uno stile di vita che ha dominato la storia umana per millenni. La professoressa Scerri spiega che le persone arrivate a Malta circa 8.500 anni fa erano sopravvissuti all’ultima era glaciale europea.
Questi primi coloni avrebbero incontrato un ecosistema unico e rigoglioso di specie endemiche oggi estinte, come cervi rossi, tartarughe, volpi, lucertole di grandi dimensioni e una varietà di uccelli che oggi non esistono più. La loro capacità di prosperare sull’isola segna un passo cruciale per comprendere le capacità degli esseri umani antichi e il loro legame con il più ampio mondo mediterraneo. I ritrovamenti a Ghar tal-Latnija, che includono aree di cottura, ceneri con resti di cibo cotto e utensili di pietra, forniscono prove chiare della presenza di una società di cacciatori-raccoglitori.
Molti degli utensili utilizzati da questi primi coloni erano realizzati con pietra locale e ciottoli raccolti lungo la costa, evidenziando l’ingegnosità e l’adattabilità di questi antichi abitanti. Una delle rivelazioni più sorprendenti di questa ricerca è la consapevolezza che questi primi cacciatori-raccoglitori erano abilissimi naviganti.
Il viaggio verso Malta dal continente europeo avrebbe richiesto di percorrere almeno 100 chilometri di acque aperte un’impresa precedentemente considerata al di là delle capacità delle società mesolitiche. Questa nuova scoperta capovolge le precedenti ipotesi sulle limitazioni dei cacciatori-raccoglitori europei tardivi e pone Malta al centro di una rete intricata di connessioni marittime mesolitiche che si estendevano in tutto il Mediterraneo. Scerri sottolinea che Malta, un tempo considerata isolata, era in realtà un hub centrale in una rete di società mesolitiche. Queste connessioni, che coinvolgevano navigazioni a lunga distanza, stanno trasformando la nostra comprensione della migrazione umana preistorica e della diffusione delle culture nel Mediterraneo. I cacciatori-raccoglitori che arrivarono a Malta almeno 8.500 anni fa facevano parte di un mondo molto più grande e dinamico di quanto si pensasse in precedenza.
L’importanza di questi ritrovamenti va ben oltre i confini di Malta. La scoperta di insediamenti mesolitici sull’isola spinge indietro la cronologia dell’insediamento umano nel Mediterraneo e offre nuove intuizioni su come le società di cacciatori-raccoglitori interagissero con i loro ambienti.
Il collasso delle specie endemiche delle isole nel Mediterraneo, un processo accelerato dall’arrivo e dallo sfruttamento umano delle isole, è ora meglio compreso nel contesto di queste antiche società di navigatori. Inoltre, la ricerca solleva importanti questioni sui movimenti più ampi delle popolazioni preistoriche. La presenza di cacciatori-raccoglitori europei a Malta, insieme alle recenti scoperte di discendenze europee nei contadini del Nord Africa, suggerisce che questi primi gruppi umani erano molto più mobili e interconnessi di quanto si pensasse.
Il ministro Owen Bonnici, responsabile per la cultura, ha elogiato la scoperta come un momento cruciale nel riscrivere la preistoria di Malta. “Questa scoperta apre un nuovo capitolo nella nostra comprensione del passato antico di Malta,” ha detto. “È una testimonianza del lavoro straordinario dei ricercatori e dell’importanza di un continuo investimento nell’esplorazione archeologica”.
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(ITALPRESS).