Storie Vicentine ci racconta lo stile liberty a Vicenza, sia nei villini, nei castelletti, nei prospetti finemente decorati, sia nelle case popolari, che erano arricchite con raffinate
lavorazioni di intonaci e finiture colorate.
Nell’ultimo decennio dell’Ottocento, in architettura nacque lo stile Liberty. Si sviluppò durante la famosa “Belle Epoque” e si caratterizzò principalmente per l’ornamento e la decorazione. Si diffuse in vari paesi d’Europa, con nomi diversi. In Italia fu chiamato Liberty o stile floreale, in Spagna il termine fu arte Modernista, in Germania diventò di Jugendstil, in Austria Secessione Viennese, mentre in Francia fu adottata l’espressione Art Nouveau. Questa fu la denominazione che maggiormente si utilizzò per descrivere il Liberty.
Ogni nazione però aggiunse qualcosa proveniente dalla propria cultura, ma nonostante questo i caratteri distintivi erano univoci: uso di materiali colorati, il ferro, il vetro, forme asimmetriche, ornamenti ispirati ad elementi della natura come fiori, alberi e uccelli, linee sinuose. Su tutto si applicò il nuovo stile a partire dalle abitazioni fino a tessuti, mobili, abiti, gioielli, oggetti decorativi, arti applicate in genere.
La creazione di gioielli raggiunse un livello molto alto, la figura sinuosa della donna ricorreva spesso, oltre a motivi geometrici o floreali. Numerosi furono gli artisti che adottarono il Liberty, tra questi: Alphonse Mucha, con i suoi manifesti pubblicitari e la carta da parati, molto attivo a Parigi. Le sue opere sono con colori molto leggeri, figure femminili e fantasie ispirate ai fiori. Gustave Klimt, il pittore che maggiormente rappresentò questo stile in Austria. Usò figure geometriche molto stilizzate e reinterpretò il mosaico.
Emile Gallé, artista del vetro, fu una figura di spicco nelle arti decorative, elaborando motivi con animali e piante, prediligendo l’iris. Molto noti i suoi vasi slanciati e sinuosi, si dedicò anche alla progettazione di mobili. In Italia, secondo il giornalista torinese Emilio Thovez, la nuova corrente si affermò come “arte floreale” perché era molto decorativa e naturalistica. Nel 1902 vi fu a Torino l’esposizione internazionale d’arte decorativa moderna, importante evento espositivo internazionale e primo su questa tematica.
In seguito a ciò vi fu un proliferare del nuovo stile. Il liberty ebbe il suo maggior successo nell’architettura, grazie ad alcuni dei maggiori progettisti dell’epoca come gli architetti Raimondo D’Aronco e Pietro Fenoglio. Questo stile si affermò inizialmente a Palermo e Torino, città dove si possono trovare alcune tra le più famose opere, per poi svilupparsi in molte altre città italiane, tra queste anche Vicenza.
Ho sempre ammirato questo tipo di architettura, forse anche con una leggera invidia di chi ha la possibilità di vivere all’interno di una simile bellezza. Con questa mia ricerca fotografica ho voluto raccoglierne alcuni esempi presenti in vari punti della città. In molti casi un attento restauro li ha riportati agli splendori di cento anni fa, lasciando ai posteri la possibilità di ammirarne ancora per molto tempo la bellezza.
Di Tiziano Casanova (foto dell’autore) da Storie Vicentine n.12-2023