Il ponte Ponte di San Michele a Vicenza è stato definito più elegante della città con la sua unica arcata slanciata e audace, così come siamo abituati ad ammirarlo specie nella prospettiva da ponte San Paolo in tutta la sua armoniosa bellezza.
È una costruzione che risale a quattro secoli fa, ma la storia di questo ponte va ancora più indietro fino a circa otto secoli. Le prime notizie risalgono al 1260 circa quando gli statuti comunali decisero di avviare i lavori per costruire un attraversamento sul Retrone, che fosse accessibile con carri e cavalli, per collegare il centro della città a quella zona dall’altra parte del fiume dove l’ordine degli Eremitani di Sant’Agostino stava costruendo la sua nuova chiesa.
Questo primo ponte era in legno e prese il nome appunto dalla vicina chiesa di San Michele, che oggi non esiste più. Lo storico Battista Pagliarino nelle sue “Croniche di Vicenza” (1663) riporta che “nel 1422 fu cominciato a fondare il ponte in pietra di San Michele” e inoltre afferma che “li Nobili de Ferramosca haueuano case, molini , & molti altri edifici nel fiume dal volgo chiamato Retrone, ove al presente è il ponte di pietra da San Michele, nel qual luogo hora sono le sue case, le quali benchè per alquanto spatio di tempo siano state possedute dalli nobili Boni finalmente tornarono alli suoi primi possessori.”
Questo ponte del 1422, più robusto, in pietra di Montecchio, era ad unica grande arcata, ispirandosi in qualche modo al modello del ponte di Rialto già famoso e ammirato. I cronisti del tempo lo descrivono come “opera bellissima e da meraviglia”, la sua immagine è giunta fino a noi in un disegno del Marzari contenuto nella “Historia di Vicenza” del 1604.
Fu danneggiato da disastrose piene e restaurato nel corso degli anni, dal 1500 in poi, ma finì col crollare rovinosamente nel 1619. La prima pietra del nuovo ponte, quello che vediamo oggi, veniva posta nel 1621 e la costruzione fu completata solo nel 1636 con la posa delle balaustre.
Secondo lo storico Francesco Formenton i vicentini decretarono di erigere una chiesa per commemorare la liberazione di Vicenza dal tiranno Ezzelino III da Romano, che fu sconfitto definitivamente il 27 settembre 1259 e alla fine di quel mese morì (il 29 settembre è il giorno in cui si commemora l’Arcangelo Michele, che è considerato protettore e difensore nelle battaglie).
All’epoca nella città di Vicenza ognuno dei tre ordini ecclesiastici aveva la sua chiesa: Santa C rona ai Domenicani, San Lorenzo ai Francescani e San Michele agli Eremitani di Sant’Agostino. Lo storico Barbarano, vissuto nel 1600, riferisce che quel tempio misurava circa 4900 piedi quadrati e ne ha tramandato qualche descrizione: aveva la facciata a capanna con un portale adorno di intagli e colonne sostenute da leoni (simile a San Lorenzo).
Era una chiesa oltremodo ricca di opere d’arte con dipinti di Lorenzo Veneziano, Maffei, Carpioni, Tintoretto, Montagna, Buon- consiglio, Cittadella e altri. Quasi tutte queste opere sono andate disperse. Una pala del Montagna con la Madonna in trono tra i santi Onofrio e Giovanni Battista è ora presso la pinacoteca di palazzo Chiericati. L’opera, una delle più significative del Montagna, è firmata su un cartiglio alla base del trono della Vergine, era originariamente collocata sul terzo altare, alla sinistra dell’ingresso.
La chiesa, dopo l’abbandono degli agostiniani a fine settecento, divenne semplice parrocchiale ma, essendo soggetta a frequenti inondazioni, fu conglobata con la vicina Santa Maria in Foro detta “dei Servi” e, purtroppo, fu demolita nel 1812. Nulla rimane dell’antico annesso convento.
Di Luciano Cestonaro da Storie Vicentine n. 3 Luglio-Agosto 2021