(Articolo di Fabio Gasparini su Paolo Gualdo da Vicenza In Centro n. 9, periodico dell’associazione Vicenza in Centro aps).
Il grande scienziato toscano fu professore di matematica e astronomia alla Università di Padova dal 1592 al 1610. Negli stessi anni a Padova divenne amico del nobile vicentino Paolo Gualdo, che fu una importante figura della nostra cultura dell’epoca e merita di essere ricordato ai Vicentini curiosi. Nacque nel 1553 dal giureconsulto conte Giuseppe Gualdo; è ritratto come un elegante giovinetto tredicenne dal pittore Fasolo in un quadro ora al Museo di palazzo Chiericati; fu avviato al sacerdozio e fu ordinato prete nel 1579; contemporaneamente studiò giurisprudenza a Padova e si laureò “utroque jure” (diritto civile e canonico); andò poi a Roma dove operò in Curia. Nel 1596 tornò a Padova poiché nominato Vicario Generale dal vescovo della città. Da poco insegnava all’Università Galileo, ed i due si incontrarono: frequentavano entrambi la casa del nobile e ricco Vincenzo Pinelli, nato a Napoli da famiglia genovese, studente coltissimo in varie materie scientifiche e umanistiche. La casa padovana di Pinelli era accogliente, ben fornita di cibi e vini pregiati, dotata di una ricchissima biblioteca con più di 3000 libri e 400 manoscritti; amici del Pinelli erano il Tasso, il card. Federico Borromeo, Aldo Manuzio, il meglio della cultura dell’epoca; in quella casa si esaminavano e discutevano gli argomenti più vari e interessanti. P. Gualdo scrisse e pubblicò la biografia “Vita di Vincenzo Pinelli patrizio genovese”.
Scrisse anche la prima breve ma precisa vita di Palladio che conobbe personalmente a Vicenza, lui giovane studente universitario e l’architetto al vertice della carriera; ricorda Palladio come persona amabilissima, pronto a istruire muratori, lapicidi e falegnami; precisa che Palladio fu sepolto a S. Corona senza lapide poiché le sue opere basteranno a perpetuarne la memoria. Galileo fu forse a Vicenza, magari dal suo amico Monsignore letterato?
Sembra di no ma sappiamo per certo che Galileo soggiornò ospite dei conti Trento a Costozza, dove sperimentò (a suo danno, con fastidiosi dolori reumatici) l’effetto dei freschi venti- dotti. Quando Galileo lasciò Padova per insegnare a Pisa, i due amici si scambiarono negli anni successivi varie lettere pervenuteci: Gualdo ragguaglia lo scienziato sulle dispute che le sue teorie suscitano a Padova tra i vari professori, Galileo risponde che a Pisa sempre più studiosi e professori si convincono delle sue scoperte.
Paolo Gualdo morì nel 1621, prima che Galileo venisse processato dalla Inquisizione per le sue teorie astronomiche (terra rotante attorno al sole) all’epoca rivoluzionarie.