Come ogni anno, il Veneto si prepara a celebrare una delle sue tradizioni più sentite: il Panevin, il grande falò che la sera della vigilia dell’Epifania illumina piazze e campi, portando con sé il calore della comunità e il fascino di antiche usanze. Anche per l’edizione 2025, il presidente della Regione, Luca Zaia, sarà protagonista della serata, partecipando a quattro appuntamenti tra i più significativi della Marca Trevigiana.
Domani, domenica 5 gennaio, Zaia farà tappa a Bibano di Godega di Sant’Urbano alle ore 19.00, per poi proseguire con le accensioni di Fontanelle alle 20.00, Vazzola alle 20.30 e Arcade alle 21.00. Quattro località che incarnano lo spirito autentico del Veneto, tra i canti, le musiche e i sapori che accompagnano il rito del fuoco.
Il Panevin non è solo una festa, ma un momento di riflessione collettiva. Il falò, infatti, simboleggia il rinnovamento: il fuoco che brucia il vecchio anno e i suoi problemi, per lasciar spazio alla speranza e alla prosperità del nuovo. Non manca mai l’osservazione delle scintille, che secondo la tradizione indicano come sarà l’anno che verrà: se si alzano verso est, sarà un anno positivo; se vanno verso ovest, occorrerà prepararsi a qualche difficoltà.
Zaia, da sempre vicino alle tradizioni della sua terra, ha sottolineato l’importanza di mantenere vive queste usanze: “Il Panevin è il cuore pulsante della nostra identità. È il racconto di una comunità che, attorno al fuoco, si riunisce per guardare avanti con speranza e determinazione. La tradizione non è solo memoria, ma anche futuro.”
Gli eventi saranno accompagnati da vin brulé, pinza (il tipico dolce veneto preparato per l’occasione) e un clima di festa che coinvolgerà grandi e piccini. Con l’arrivo della notte, il Veneto si riappropria di un pezzo della sua anima, rinnovando quella magia che ogni anno continua a scaldare i cuori di tutti i partecipanti.
Non resta che lasciarsi trasportare dal calore del fuoco e dalla suggestione delle scintille, per vivere insieme un rito che attraversa il tempo, unendo passato e presente in un unico grande abbraccio.