mercoledì, Ottobre 22, 2025

Media “Hamas ha ancora 10-20 mila combattenti”. Israele identifica i corpi di altri due ostaggi

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TEL AVIV (ITALPRESS) – Il gruppo terroristico palestinese Hamas avrebbe ancora tra i 10.000 e i 20.000 miliziani, dopo averne persi circa 20.000 durante la guerra nella Striscia di Gaza. Lo ha riferito Nbc News citando una fonte delle Forze di difesa israeliane (Idf), secondo cui fino al 90% dei razzi dell’organizzazione terroristica al potere a Gaza è stato distrutto e Israele è riuscito a impedirle di ripristinare la pesante potenza di fuoco persa. La fonte ha sottolineato: “Gli impianti di produzione e le rotte del contrabbando (colpite da Israele) sono molto importanti. Non abbiamo solo portato via il pesce, abbiamo preso la canna da pesca”. 

IDENTIFICATI CORPI 2 OSTAGGI, 13 RESTANO ANCORA A GAZA

L’istituto di medicina legale ha identificato i corpi degli ostaggi consegnati ieri sera da Hamas alla Croce Rossa e successivamente giunti in Israele. Appartengono a Arie Zalmanovich, 85 anni, e Tamir Adar, 38 anni, vice comandante della sicurezza locale, entrambi del kibbutz Nir Oz. “Il governo israeliano condivide il profondo dolore delle famiglie Zalmanovich e Adar e di tutte le famiglie degli ostaggi deceduti. Il governo e l’intero apparato israeliano di risposta alla cattura degli ostaggi rimangono determinati, impegnati e lavorano instancabilmente per restituire tutti gli ostaggi deceduti per una degna sepoltura nella loro patria. La sua memoria sia benedetta”, si legge nella dichiarazione dell’ufficio del primo ministro diffusa nella notte. Zalmanovich è stato ucciso durante la prigionia a Gaza, mentre Adar è stato ucciso il 7 ottobre 2023 e portato a Gaza.

La Croce rossa ha dichiarato di aver facilitato il trasferimento di 15 corpi palestinesi da Israele a Gaza nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco, portando il totale a 165. In base all’accordo di cessate il fuoco di Gaza, Israele restituisce i corpi di 15 palestinesi in cambio del corpo di ogni ostaggio riconsegnato.

NETANYAHU LICENZIA IL SUO CONSIGLIERE PER LA SICUREZZA NAZIONALE

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha sostituito con effetto immediato il suo consigliere per la Sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi, a causa dei disaccordi sulle politiche adottate durante la guerra a Gaza. Membro di spicco del partito Likud e ministro dagli anni ’90, Hanegbi si sarebbe opposto al piano di Netanyahu di invadere Gaza City durante l’estate, nonché al fallito attacco del mese scorso contro i leader di Hamas in Qatar. Gil Reich, che era il vice di Hanegbi, assumerà immediatamente la carica di capo ad interim del Consiglio per la Sicurezza nazionale e consigliere per la Sicurezza nazionale.

Prima di assumere l’incarico di vice nel 2022, Reich è stato vicedirettore della Commissione israeliana per l’energia atomica. Netanyahu ha rilasciato una dichiarazione in cui ha ringraziato Hanegbi per il suo servizio e gli ha augurato “molto successo nei suoi impegni futuri e buona salute”. Nella sua dichiarazione, Hanegbi ha ammesso i disaccordi con Netanyahu. “Ho ringraziato il primo ministro per il privilegio di essere stato un partner nel definire la politica estera e di sicurezza di Israele in anni difficili, per l’opportunità di esprimere una posizione indipendente in discussioni delicate e per il dialogo professionale che abbiamo mantenuto, anche in tempi di disaccordo”, ha affermato.

Hanegbi ha avvertito che la guerra iniziata il 7 ottobre 2023, nonostante sia in vigore un cessate il fuoco, “non è ancora finita”. “I nostri combattenti rimangono in guardia su molti fronti”, ha affermato, “e la missione di riportare a casa tutti i nostri ostaggi non è ancora stata completata. Né è stato ancora adempiuto l’obbligo – con mezzi diplomatici o militari – di garantire che le organizzazioni terroristiche nella Striscia di Gaza vengano rimosse dal potere, disarmate e che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele”.

Hanegbi ha ammesso la propria responsabilità per il “terribile fallimento del 7 ottobre” e – in un messaggio apparentemente indirizzato al primo ministro, che da tempo si oppone a una commissione d’inchiesta statale sulla questione – ha affermato che “occorre indagare a fondo per garantire che vengano apprese le lezioni necessarie e per contribuire a ripristinare la fiducia pubblica che è stata scossa”. “Dobbiamo tutti rimanere impegnati e attenti ai bisogni di coloro che hanno pagato il prezzo più alto di tutti: le famiglie in lutto e i feriti, nel corpo e nell’anima”, ha affermato Hanegbi. Infine, ha esortato all’unità all’interno della società israeliana, definendola “essenziale per garantire l’eternità di Israele”.

– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).

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