ROMA (ITALPRESS) – La città di Zawiya, a ovest di Tripoli, è in stato di massima tensione dopo l’uccisione di Khansaa al-Mujahid, moglie del comandante miliziano Muadh al-Manfukh, avvenuta in circostanze definite “orribili” al termine di un inseguimento armato tra le zone di Janzur e al-Sarraj. Secondo fonti locali, la donna sarebbe stata raggiunta da colpi di arma da fuoco che le hanno fatto esplodere la testa. L’omicidio ha provocato un’ondata di collera nella città. Diverse formazioni armate di Zawiya hanno accusato milizie rivali – senza nominarle direttamente – di essere responsabili del crimine e hanno iniziato a mobilitarsi in convogli pesantemente armati diretti verso l’ingresso ovest di Tripoli (ponte al-Ghiran).
La “Prima Brigata di Supporto” di Zawiya ha pubblicato una serie di comunicati in cui concede alle autorità 72 ore per identificare e punire i responsabili. In caso di mancata risposta, l’unità ha annunciato che “applicherà la legge con la forza” e avanzerà fino al quartiere tripolino di Souk al-Thalatha per “sradicare quella che definisce la milizia del saccheggio generale”. Le stesse fonti della brigata hanno denunciato un tentativo, attribuito a Walid al-Lafi, di addossare la colpa dell’omicidio a gruppi interni a Zawiya al fine di seminare divisione e fitna (discordia). La rabbia popolare è palpabile e molti temono che l’episodio possa rappresentare un punto di svolta, con rischio concreto di scontri armati tra Zawiya e Tripoli se la crisi non verrà contenuta nelle prossime ore.
La vicenda riaccende i timori per l’aumento di rapimenti, traffico illegale e violenze tra le due città. Va ricordato che solo il 17 novembre scorso si erano registrati festeggiamenti a Zawiya Per la decisione del governo libico nell’Est che ha annunciato l’approvazione della creazione di un nuovo valico aereo nella città nell’ovest del paese, in base alla decisione del Consiglio dei Ministri n. 415 dell’anno 2025.La decisione mira a creare un nuovo aeroporto commerciale sotto il nome di (Aeroporto Commerciale di ZAWIYA) in un passo che il governo ha affermato rientrare nel suo piano per sviluppare le infrastrutture e potenziare le reti di trasporto interno.La decisione ha stabilito l’incarico al Ministero dell’Aviazione Civile di intraprendere le necessarie procedure legali e tecniche e preparare gli studi richiesti in coordinamento con le autorità competenti all’interno e all’esterno del paese, in preparazione per l’approvazione del progetto e la sua integrazione nei progetti del Ministero dei Trasporti per il 2026.
Pochi giorni prima infatti il maresciallo Khalifa Haftar, comandante del Comando generale dell’Esercito nazionale libico (Enl), ha ricevuto presso il quartier generale di Bengasi una delegazione di notabili provenienti da Zawiya, crocevia strategico per traffici e milizie situato 50 chilometri a ovest di Tripoli. A riferirlo e’ il Dipartimento media e informazioni dell’Enl, secondo cui Haftar ha esortato i rappresentanti della citta’ a svolgere un ruolo attivo nella sensibilizzazione dei cittadini e a “mettere l’interesse nazionale al di sopra di ogni altra considerazione”. Il comandante ha ricordato che, per il suo peso politico e la sua influenza, Zawiya “non puo’ restare ai margini del processo decisionale nazionale”, ribadendo la necessita’ di una soluzione alla crisi politica libica “decisa dal popolo stesso, senza interferenze. La città quindi si avvicina sempre di più al governo di Bengasi e l’omicidio di ieri non fa che accrescere le frizioni con Tripoli.
IL COMMENTO ALL’ITALPRESS DELL’ANALISTA ZAHER
“L’uccisione della giovane influencer Khansa Mujahid non è solo un omicidio: è un atto che colpisce al cuore l’immagine di una Tripoli ‘normale’ che il governo cerca di vendere all’Europa”. Lo afferma in un’intervista all’Italpress l’analista libico Ahmed Zaher, esperto di dinamiche politiche e securitarie della Tripolitania. “Khansa Mujahid rappresentava esattamente ciò che il governo di Abdulhamid Dabaiba vuole mostrare al mondo: una donna giovane, libera, attiva sui social, impegnata nella moda e nel lifestyle, lontana dalla politica e dalle milizie. Colpirla in pieno giorno, in una zona urbana dell’ovest di Tripoli, ha il sapore di un’esecuzione mirata e manda un messaggio chiaro: nessuno è davvero al sicuro, nemmeno chi sta fuori dai giochi di potere”, spiega Zaher.
Secondo l’analista, “la politicizzazione immediata del caso – con voci che già nelle prime ore parlavano di ‘eliminazione politica’ – dimostra quanto sia fragile il controllo del racconto pubblico in Libia. Quando il monopolio della forza è ancora frammentato tra milizie e apparati di sicurezza, la narrazione diventa arma di conflitto interno prima ancora che emergano i fatti”. Zaher sottolinea le ricadute internazionali: “Negli ultimi due anni Tripoli ha investito molto per presentarsi all’Europa, soprattutto all’Italia, come partner affidabile su tre fronti: migranti, antiterrorismo e diritti delle donne. L’omicidio di una influencer disarmata in una strada della capitale distrugge in un attimo questa narrazione. Per Roma e le altre capitali europee il messaggio è univoco: lo Stato libico non controlla ancora pienamente il territorio e gruppi armati o estremisti possono colpire impunemente”. “Che dietro ci siano salafiti madkhaliti, reti criminali o attori che vogliono indebolire il governo attuale poco cambia: l’effetto è lo stesso. La sicurezza rimane volatile e l’ordine pubblico fragile”, conclude Ahmed Zaher. “Questo caso rischia di pesare sul dossier libico in Italia più di cento rapporti ufficiali: perché mostra che la Tripoli ‘civile’ esiste solo sui social, non ancora per le strade”.
– foto IPA Agency –
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