ROMA (ITALPRESS) – Il Regno Unito ha avviato una profonda riorganizzazione del proprio apparato di intelligence militare con la costituzione del Military Intelligence Services (MIS), una nuova struttura che riunisce sotto un unico comando le principali capacità di raccolta, analisi e condivisione informativa del Ministero della Difesa. L’iniziativa, parte integrante delle riforme previste dallo Strategic Defence Review 2025, segna un cambio di paradigma nell’approccio di Londra alla sicurezza nazionale e risponde all’esigenza di fronteggiare minacce sempre più complesse e multidominio, che spaziano dal cyber allo spazio, dal mare alla terra, fino alla disinformazione e alle interferenze sulle infrastrutture critiche. Il MIS integra le componenti di intelligence della Royal Navy, dell’Esercito, della Royal Air Force, dell’UK Space Command e del Permanent Joint Headquarters, con l’obiettivo di accelerare i flussi informativi, ridurre i tempi decisionali e rafforzare l’interoperabilità con gli alleati, in particolare in ambito NATO.
Contestualmente è stata istituita una Defence Counter-Intelligence Unit (DCIU), che concentra le competenze di controspionaggio provenienti da tutti i rami della Difesa per contrastare attività ostili sempre più pervasive: secondo il Ministero, nell’ultimo anno le minacce dirette contro personale, strutture e programmi sensibili della Difesa sono aumentate di oltre il 50%. La presentazione ufficiale delle nuove strutture è avvenuta presso RAF Wyton, nel Cambridgeshire, uno dei principali hub di intelligence del Paese e centro di fusione dei dati classificati condivisi con i partner del network Five Eyes. Proprio in questa cornice, durante la conferenza di lancio, il Segretario alla Difesa John Healey ha sottolineato come l’evoluzione dell’ambiente strategico imponga un salto di qualità nel modo di fare intelligence. “Di fronte a minacce in crescita e sempre più sofisticate, stiamo rendendo l’intelligence della difesa più intelligente ed efficace”, ha dichiarato, spiegando che il nuovo assetto garantirà “tecnologie all’avanguardia, strutture più chiare e flussi informativi più rapidi”, così da fornire “un allarme precoce e una maggiore capacità di prevenire e contrastare i rischi”. Sulla stessa linea, il generale Sir Jim Hockenhull, comandante del Cyber and Specialist Operations Command, ha definito MIS e DCIU “un passaggio fondamentale per rafforzare la capacità del Regno Unito di anticipare l’attività ostile”, ricordando che “l’intelligence è al cuore della difesa e sostiene in modo continuo tutte le operazioni militari, in ogni dominio”.
Le riforme dell’intelligence si inseriscono in un quadro strategico più ampio, delineato anche dalle recenti dichiarazioni del Ministro per le Forze Armate Al Carns, che ha parlato apertamente della necessità di preparare il Paese a un possibile peggioramento delle tensioni in Europa. In occasione della presentazione e in successive interviste, Carns ha spiegato che il governo sta lavorando a un piano urgente di preparazione che coinvolge, oltre al Ministero della Difesa, il Cabinet Office e altri dicasteri chiave. “L’ombra della guerra torna a proiettarsi sull’Europa: è una realtà che non possiamo ignorare”, ha affermato, aggiungendo che “dobbiamo essere pronti a scoraggiarla attraverso una deterrenza credibile e una preparazione concreta”. Secondo il Ministro, una crisi di ampia portata richiederebbe una risposta che vada oltre l’ambito strettamente militare: “Sono le società, le industrie e le economie a vincere le guerre”, ha sottolineato, chiarendo che la pianificazione attuale mira a coinvolgere l’intero sistema Paese.
Le parole di Carns trovano eco negli avvertimenti del Segretario Generale della NATO Mark Rutte, che ha richiamato gli alleati all’impegno a rafforzare la prontezza militare e la capacità industriale, ribadendo che l’aumento della spesa per la difesa deve essere accompagnato da una reale capacità produttiva. In questo contesto, la nascita del MIS rappresenta uno dei pilastri della strategia britannica per adattarsi a uno scenario di sicurezza sempre più competitivo e instabile, nel quale un’intelligence integrata, rapida e condivisa diventa un elemento centrale non solo per le operazioni militari, ma per la protezione complessiva degli interessi strategici nazionali e della sicurezza euro-atlantica.
– foto IPA Agency –
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