mercoledì, Agosto 6, 2025

Il mio piccolo mondo antico

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(Articolo sul piccolo mondo della VIcenza di una volta di Paola Marcante da Vicenza In Centro n. 8-2025).

Vicenza, correva l’anno millenovecento…e qualcosa. Sei settembre, giornata calda e afosa. Verso sera “Ginetto”, titolare del bar Castello, sito nell’omonima piazza, portò la moglie, incinta al nono mese, a prendere un po’ di fresco e una fetta di anguria in Campo Marzo (c’erano anche le giostre). La giovane signora, Valeria il suo nome, mangiò una buona metà di una rossa e sugosa anguria e ……alle prime luci dell’alba del 7 settembre nacqui io, Paola, frugoletta di circa kg 3, conseguenza di una quasi indigestione di anguria. Vissi con la mia famiglia per circa vent’anni “sopra il bar “, in piazza Castello, allora piazza vivace, trafficata, con numerosi negozi che vi si affacciavano. Ricordo, oltre al bar/ pasticceria Castello (dei miei genitori), la tabaccheria dello zio Gentile (detto Lino), un negozio dib borsette (Vitali), il mobilificio Marchiori, un altro bar, Italia, il cinema Italia, una pompa di benzina! (Nani il mitico benzinaio!), un po’ defilato l’albergo/ ristorante “Agli Schioppi “, la drogheria/ salumeria Aldighieri, il negozio di fiori Apolloni, di casalinghi Baggio, la sede della SIP (compagnia telefonica) e per finire la mitica “agenzia d’affari” della signorina Talpo (signorina per scelta, originale, un po’ scorbutica nei modi, ma non con me!). Negli anni ‘50 sopra al bar e al cinema Italia c’era la Pretura e, a livello stradale il “servizio delle auto pubbliche” (ora taxi). Il mio mondo era lì, in quella pizza, figlia unica fino ai 10 anni con i genitori entrambi impegnati nel lavoro, durante la bella stagione trascorrevo gran parte della giornata seduta su una seggiolina, sistemata in finestra. Dalle prime luci del giorno alle ore piccole della notte per tutto un brulicare di persone, un vocio vario e continuo (mai fastidioso), mescolato al rumore dei motori delle auto, ai fischi del vigile che dirigeva il traffico. Ho impresso nella memoria il lento snodarsi della processione del Corpus Domini e la volta che passò la Madonna Pellegrina, ma io non la vidi, perché, dopo tante ore di attesa, mi ero profondamente addormentata. Spiare tra i finestroni della Pretura, di fronte a casa mia, era per me un passatempo, ero troppo piccola per capire cosa potesse accadere, ma quelle strane figure, che si muovevano all’interno, alimentavano la mia fantasia. Sempre in finestra, in estate, mi divertivo ad ascoltare i discorsi, le ciacole dei clienti del bar seduti ai tavolini all’aperto, chiamavo e salutavo quelli che conoscevo e quando venni in possesso di un giradischi e mi fu permesso di usarlo, mi scatenavo, a tutto volume, con le canzoni allora in voga (Mamma- Papaveri e papere-Granada – Parlami d’amore Mariu’ ecc.). Da sotto arrivavano richieste di bis, che io puntualmente esaudivo fino allo sfinimento dei clienti e mio. (sopraggiungeva la mamma che mi faceva smettere!!). Sono passati tanti anni e, ora, la mia piazza Castello non esiste più. Un grande magazzino (speriamo resti!) una banca, un bar, anonimi negozi, una fermata di autobus occupano gli spazi. Di sera, poi, è proprio spenta e insicura. Non restano che i miei ricordi per tentare di farla rivivere un po’.

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