ROMA (ITALPRESS) – “L’insegnamento di san Francesco è ancora oggi la fonte da cui scaturisce un’ampia disponibilità da parte di noi frati del Sacro Convento e, sono sicuro, di tutta la compagine civile ed ecclesiale assisana, a ospitare dei colloqui di pace che speriamo aiutino a porre fine alla barbarie ormai imperante in Terra Santa e in tanti altri luoghi del mondo. Certo, per incontrarsi occorre la disponibilità al dialogo e al pensare la pace insieme. Non occorre porre precondizioni all’ascolto dell’altro. Occorre giungere disarmati a parlarsi, come san Francesco e il Sultano, per riuscire ad essere disarmanti”. Così fra Marco Moroni, custode del Sacro Convento di Assisi, in un intervento sul Corriere dell’Umbria.
“In questo senso apprezzo molto ciò che Papa Leone XIV sta dicendo fin dal giorno della sua elezione e che di recente ha espresso in modo estremamente chiaro e forte”, aggiunge.
Quindi, citando le parole del Santo Padre, prosegue: “‘Come si può credere, dopo secoli di storia, che le azioni belliche portino la pace e non si ritorcano contro chi le ha condotte? Come si può pensare di porre le basi del domani senza coesione, senza una visione d’insieme animata dal bene comune? Come si può continuare a tradire i desideri di pace dei popoli con le false propagande del riarmo, nella vana illusione che la supremazia risolva i problemi anziché alimentare odio e vendetta?’. Quindi siano benvenuti ad Assisi coloro che vogliono fare pace. Noi frati ci impegniamo in primo luogo nella preghiera per questo. E in ogni caso, ad Assisi, a Roma o in qualsiasi altro luogo nel mondo si giunga ad accordi duraturi perché sia pace vera e non semplicemente equilibrio della deterrenza”, conclude fra Marco Moroni.
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