lunedì, Novembre 3, 2025

Identificati i corpi di altri tre ostaggi consegnati da Hamas. Netanyahu “Li riporteremo tutti a casa”

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ROMA (ITALPRESS) – L’istituto di medicina legale ha identificato i resti dei corpi di tre ostaggi, consegnati ieri da Hamas a Israele attraverso la Croce rossa internazionale. Si tratta del colonnello Asaf Hamami, del capitano Omer Maxim Neutra e del sergente maggiore Oz Daniel. Nella Striscia di Gaza si trovano ancora otto ostaggi deceduti, tra cui sei con cittadinanza israeliana e due stranieri. Ieri, prima della consegna dei corpi, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha detto che nel territorio controllato da Israele a Gaza si trovano due sacche di miliziani di Hamas a Rafah e Khan Younis, nel sud della Striscia. “Saranno eliminati. I tentativi di ingannare noi e gli Stati Uniti sono patetici. Non ci riusciranno e gradualmente riporteremo a casa tutti i nostri ostaggi”, ha affermato. Netanyahu ha concluso: “La mia direttiva è chiara. Se c’è un tentativo di danneggiare i nostri soldati, colpiremo chi li attacca e le loro reti”.

NEGOZIATI PER EVACUARE COMBATTENTI IN LINEA GIALLA

Fonti di Hamas rivelano negoziati in corso tramite mediatori per estrarre decine di combattenti delle Brigate al-Qassam bloccati in tunnel a Rafah e Khan Yunis, dietro la “linea gialla” controllata da Israele. Le stesse fonti, citate da Al-Arabiya, stimano in diverse decine gli elementi intrappolati. I colloqui seguono le dichiarazioni di ieri del premier israeliano Benjamin Netanyahu, che ha annunciato “sacche di Hamas” in aree sotto controllo israeliano, tra cui Rafah e Khan Yunis, promettendo di “eliminarle”. Nelle scorse settimane, miliziani Qassam sono stati avvistati in zone da cui l’esercito israeliano si era ritirato ai sensi del cessate il fuoco, alla ricerca di salme di ostaggi sepolti sotto le macerie. La settimana scorsa Israele ha accusato Hamas di ritardare la consegna dei resti, rifiutando la presenza di Croce Rossa durante le operazioni. Lo scambio dei corpi resta punto centrale della fase 1 dell’accordo di tregua mediato dagli Usa ed entrato in vigore il 10 ottobre.

Il piano in 20 punti annunciato dal presidente Donald Trump prevede una forza internazionale di stabilizzazione con partner arabi e internazionali, in coordinamento con Egitto e Giordania, per garantire confini e rispetto della tregua. Vari Paesi hanno espresso interesse ma chiedono mandato chiaro del Consiglio di Sicurezza Onu. Tra i nodi ancora in discussione: disarmo di Hamas, governance post-bellica di Gaza e tempistiche per l’aumento degli aiuti umanitari.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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