(Articolo di Lucio Panozzo sui Cimbri da Vicenza In Centro n. 5-2025, periodico dell’associazione Vicenza in Centro aps).
Alcuni li chiamano Cimbri (Zimber) perché sono bravi a lavorare il legno: falegname, in tedesco Zimmermann (letteralmente colui che fabbrica le camere). Si usa anche Tischler (colui che fabbrica i tavoli), ma il primo è prevalente. Anche questa non è un’ipotesi peregrina. In realtà oggi si tende a classificare questa popolazione come parlante un dialetto bavarese del XII/XIII secolo, secondo studi riferiti alla somiglianza dei due idiomi. Un esperimento l’abbiamo fatto anche in famiglia, facendo colloquiare il marito bavarese di una nostra nipote con un oste di Luserna. Si capivano perfettamente. Quest’ultima ipotesi sarebbe suffragata da lettere dei vescovi di Verona dirette ai colleghi bavaresi per chiedere manodopera adatta al duro lavoro della terra in montagna. Insomma, c’era bisogno di manodopera, che in Germania sovrabbondava.
Senonché quelle lettere non è ancora certo che siano state scritte, pare che sia tutto un falso. È importante anche ricordare la presenza generalizzata tra noi di gruppi germanici di varie etnie fin dall’inizio della grande migrazione dei popoli provocata dall’avanzata degli Unni, che misero in moto tutta l’Europa a partire dalle popolazioni minori della steppa e delle pianure sarmatiche, le quali, avanzando verso terre che consideravano più sicure, le nostre, spinsero altri a cercar casa da un’altra parte. Fu la partita di domino più grande della storia. Quindi è giusto ricordare anche la presenza tra noi di popolazioni non
germaniche, tipo Avari, Sarmati, Alani, in una mescolanza gigantesca mai vista prima. Alcuni arrivarono muniti di “permessi”, avendo sottoscritto il “foedus” col l’Impero Romano, quindi regolarmente federati (es. la prima ondata dei Sarmati, la seconda arrivò come alleata dei Longobardi un paio di secoli dopo). Tutta gente che nella maggior parte dei casi si stabilì qui da noi. Essendo in maggioranza le popolazioni germaniche, comprese quelle che ci occuparono, chiaro che elementi di lingue non germaniche vennero facilmente assimilati. I Cimbri, se Cimbri furono, facevano parte di questo disordine magno, e costituirono solo un elemento del grande movimento di popoli. Ecco perché gli studiosi non si raccapezzavano. Faccio un esempio: Val Martello vicino a Roana. In cimbro Mahrtal, Valle del Cavallo. Ma il lemma Mahr è longobardo, non cimbro. Insomma, iniezioni di altri idiomi ce ne furono a bizzeffe, e gli studiosi che ci hanno sbattuto le corna trovarono pane per i loro denti.
Lucio Panozzo