lunedì, Novembre 24, 2025

Foti “Autonomia energetica è anche autonomia politica”

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MILANO (ITALPRESS) – Alla XXVII Edizione di Italia Direzione Nord in corso presso Triennale Milano, il ministro per gli Affari europei, Pnrr e Politiche di coesione Tommaso Foti ha dedicato un ampio passaggio al nodo dell’energia come fattore decisivo di competitività per l’Europa e per l’Italia. Chi ha autonomia energetica ha anche autonomia politica, chi ha dipendenza energetica fatalmente poi paga un conto politico nel momento in cui vengono a mancare le forniture”, ha osservato Foti, ricordando come il vero cambio di approccio europeo sia arrivato solo dopo lo stop al gas a basso costo seguito all’invasione russa dell’Ucraina.

Il ministro ha richiamato le più recenti indicazioni della Commissione europea, a partire dalla lettera inviata dal commissario all’Energia al ministro Pichetto Fratin: “Si suggeriscono semplificazioni sul regime autorizzatorio, si evidenzia l’opportunità che operatori finanziari possano aiutare gli investitori nel settore energetico, si invita a valutare la tassazione applicata all’energia: è un elenco di buone iniziative, ma oggi non possiamo dire che vi sia stata una svolta nella politica energetica europea”. In questo quadro, Foti ha indicato come obiettivo ancora incompiuto il mercato unico dell’energia, paragonandolo al mercato unico dei capitali “di cui si ribadisce la necessità legislatura dopo legislatura, senza riuscire davvero a completarlo”.

Un passaggio specifico è stato dedicato alle diverse strategie nazionali di approvvigionamento: “Molto spesso sentiamo parlare della Spagna perché il risparmio di energia costa meno. Nessuno ricorda che, oltre a un buon mix di rinnovabili, la Spagna ha un apporto significativo dal nucleare. Noi in Italia, ad esempio, non l’abbiamo”. Guardando al futuro, Foti ha ricordato che “i consumi di energia non diminuiranno nei prossimi anni”, anche alla luce della crescita dei big data e dei grandi consumatori energivori, e ha invitato a evitare “la miopia politica di chi continua a dire che l’energia non serve”.

Al centro dell’intervento anche il tema dell’idroelettrico e delle concessioni, inserite dall’Italia nel Piano nazionale di ripresa e resilienza: “Sull’idroelettrico ci siamo fatti del male da soli. Nessuno ci aveva chiesto di inserire quella riforma nel Pnrr. Così oggi siamo gli unici in Europa obbligati ad andare a gara, mentre negli altri Paesi si prorogano le concessioni anche di 40 o 50 anni”. Una scelta che, secondo il ministro, altera il campo di gioco: “Paradossalmente non vi è un principio di reciprocità. Le nostre imprese non trovano gare all’estero, ma nel frattempo tutte le imprese europee possono partecipare alle gare in Italia. Se è l’Italia che va sulla gara come Nazione, vuol dire che diventa un territorio di conquista e non è più un mercato aperto”.

Foti ha ricordato come una possibile via d’uscita passi dall’applicazione del principio di reciprocità: “Si può mantenere il principio e la norma, a una condizione semplice: che venga applicata dal momento in cui vale la reciprocità. Se tutta Europa decide di andare a gara, allora si apre un vero mercato. Se andiamo solo noi, gli altri creano un monopolio e noi ci creiamo una disgrazia”. Sullo sfondo, anche il tema della tariffa per aree e dell’impatto sui distretti industriali: “Rischiamo che le aree più industrializzate, dove si insediano i grandi consumatori di energia, debbano pagare un tributo superiore. Andare da un imprenditore che già oggi ha costi altissimi e prospettargli che nel breve periodo le tariffe potrebbero aumentare ulteriormente non è esattamente una scelta popolare”.

– Foto ufficio stampa Direzione Nord –

(ITALPRESS).

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