martedì, Marzo 25, 2025

Compie 10 anni l’operazione ‘Mediterraneo Sicuro’ della Marina Militare

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ROMA (ITALPRESS) – L’operazione “Mediterraneo Sicuro“, già “Mare Sicuro” alla nascita, compie dieci anni. “Nel decimo anniversario dell’Operazione nata come Mare Sicuro ed evoluta in Mediterraneo Sicuro, la Marina Militare – come sottolineato dal Comandante in Capo della Squadra Navale, ammiraglio di squadra Aurelio de Carolisrinnova il suo impegno per la sicurezza marittima e la difesa gli interessi strategici nazionali in una regione marittima di fondamentale importanza per gli equilibri globali. OMS è in costante evoluzione, pronta ad affrontare le sfide del futuro con la professionalità, la dedizione e lo spirito di servizio che contraddistinguono i nostri marinai”.

Il dispositivo aeronavale finalizzato a garantire la sicurezza marittima nel Mediterraneo centrale è stato avviato il 12 marzo 2015: l’instabilità generata dalla crisi libica del 2011 e il crescente fenomeno migratorio avevano reso indispensabile un intervento a tutela della sicurezza nazionale e della stabilità regionale. Nel corso degli anni, l’operazione si è evoluta costantemente, potenziando le proprie capacità, adattandosi alle nuove sfide geopolitiche e strategiche.

Fin dall’inizio, l’Operazione Mare Sicuro ha garantito una presenza operativa costante nel Mediterraneo centrale e nello Stretto di Sicilia, attraverso un dispositivo che comprendeva fino a sei unità tra navi e sommergibili, inclusa una unità con capacità di comando e controllo, oltre a elicotteri imbarcati e team di protezione della Brigata Marina San Marco.

A supporto delle operazioni, erano schierati anche velivoli da sorveglianza e ricognizione dell’Aeronautica Militare. Le unità impiegate operavano con l’obiettivo di garantire una costante attività di presenza, sorveglianza e sicurezza marittima, proteggendo le rotte commerciali e contrastando ogni forma di attività illecita. Tra gli altri obiettivi principali vi erano la deterrenza e il contrasto delle minacce alle operazioni SAR condotte dai mezzi nazionali, la raccolta di informazioni sui traffici illeciti via mare, la sorveglianza e la protezione delle piattaforme petrolifere di interesse nazionale, la tutela della flotta peschereccia italiana.

L’operazione, inserita in un più ampio quadro strategico, è divenuta un elemento fondamentale di cooperazione marittima, operando in crescente sinergia con tutti gli attori presenti o di passaggio nel Mediterraneo, inclusa l’UE con l’Operazione IRINI e la NATO con i suoi gruppi navali permanenti, consolidando un ruolo di leadership nel promuovere attività di scambio, cooperazione e incrementando, più in generale, i livelli di interoperabilità e intercambiabilità con le Marine alleate operanti nella regione.

L’operazione, ampliando il suo raggio d’azione verso Oriente, ha acquisito un ruolo sempre più centrale nella Naval Diplomacy, in particolare durante le soste nei porti del Mediterraneo Orientale. Un esempio emblematico di tale ruolo è stato il periodo successivo allo scoppio del conflitto israelo-palestinese, che ha ulteriormente evidenziato il valore delle unità della Marina Militare come strumenti flessibili e proiettabili, al servizio della Difesa e diplomazia italiana, nel consolidamento della sua presenza internazionale Nel 2018, l’Operazione ha subito una prima e significativa evoluzione con la delibera della Presidenza del Consiglio, che ha previsto l’inclusione di un’unità di tipo moto trasporto costiero ormeggiata nel porto di Tripoli.

Il team di specialisti imbarcato a bordo di questa unità ha svolto, negli anni, attività tecniche e di supporto alla Guardia Costiera e Marina libica, sempre nel pieno rispetto delle convenzioni internazionali e della sovranità nazionale. L’operazione ha così contribuito a potenziare la capacità di sorveglianza marittima libica, supportando, tra le altre cose, una serie di attività tecniche fondamentali per la costituzione di un efficiente Libyan Maritime Rescue Coordination Centre (LMRCC). Nel 2022, a seguito dell’inizio della crisi Russa-Ucraina e con un Mediterraneo che assumeva un ruolo sempre più cruciale per la sicurezza nazionale, la missione si è evoluta nella sua forma e denominazione attuale, “Mediterraneo Sicuro“, un dispositivo di sicurezza potenziato che ha visto l’espansione dell’area operativa da 160.000 a oltre 2 milioni di chilometri quadrati.

Gli obiettivi della missione si sono ampliati, garantendo sempre la protezione delle linee di comunicazione marittime e la salvaguardia delle rotte commerciali essenziali per il benessere della Nazione. Un ulteriore passo fondamentale è stato il rinnovato ed intensificato impegno nel monitoraggio e nella protezione delle infrastrutture sottomarine critiche, nell’ambito dell’operazione “Fondali Sicuri“, con particolare attenzione alla protezione delle linee di approvvigionamento energetico (gasdotti) e dei cavi di comunicazione strategici.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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