Da venerdì 18 a domenica 27 agosto si terrà la VII edizione del festival di teatro popolare “Be popular”. La rassegna è ideata e organizzata dalla compagnia teatrale StivalaccioTeatro, in collaborazione con l’assessorato alla cultura, al turismo e all’attrattività e con Palazzo Da Schio, Ca’ d’Oro, con il contributo e il patrocinio del Comune di Vicenza, con la Fondazione Banca Popolare di Marostica Volksbank, il Ministero della Cultura, e avente come sponsor ufficiale il gruppo AGSM AIM.
StivalaccioTeatro, riconosciuta dal 2022 a livello ministeriale come impresa di produzione, opera da anni nel territorio attraverso la produzione di spettacoli, l’organizzazione di rassegne, laboratori formativi, e tante iniziative che mirano alla diffusione del teatro popolare e della commedia dell’arte.
L’edizione di quest’anno, rispetto alle precedenti, spazierà per il numero di giornate di festival e la diversa natura degli eventi organizzati, che richiederanno a loro volta varietà nella scelta delle location implicate.
Da martedì 22 a domenica 27 agosto si svolgerà come di consueto, la settimana di spettacoli serali che avranno luogo nell’antico cortile cinquecentesco di Palazzo Da Schio, Ca‘ d’Oro a Vicenza in corso Palladio. Il pubblico sarà accolto in uno dei luoghi più suggestivi della città e avrà occasione di degustare i vini dell’Agricola da Schio, azienda che adotta e promuove un’agricoltura sostenibile in tutto il suo territorio. Nel prezzo del biglietto sarà, infatti, incluso un calice di vino offerto dalle Cantine Da Schio. Ogni serata si articolerà in due appuntamenti scenici, il primo alle 19 e il secondo alle 21.30, in un susseguirsi di ospiti d’eccezione, che si esibiranno spaziando tra vari generi teatrali, dal musical, alla pantomima, ai concerti, alla commedia dell’arte, e molti altri ancora.
Durante la settimana di festival, dal 21 al 27 agosto, si terrà inoltre per il secondo anno di fila un laboratorio intensivo di recitazione incentrato sull’arte del buffone medievale, tenuto da Michele Mori e Marco Zoppello. Ogni partecipante sarà guidato nella costruzione del proprio oratore, sviscerando ed esplorando le proprie qualità, per poi farne dono al pubblico sabato 27 agosto nello spettacolo itinerante gratuito che si costruirà attraverso varie tappe, che permetteranno la valorizzazione di vari angoli del centro storico di Vicenza.
Il festival si aprirà con l’evento collaterale di venerdì 18, sabato 19 e domenica 20 agosto. Alle ore 20.30, andrà, infatti, in scena il banchetto-spettacolo La Cena dei Buffoni, che si terrà presso l’Agriturismo da Sagraro a Barbarano Mossano (Vicenza). La rappresentazione, creata da StivalaccioTeatro in coproduzione con Operaestate Festival Veneto, vedrà performare tra i tavoli dei commensali Michele Mori, Stefano Rota,Matteo Cremon, Anna De Franceschi, Sara Allevi, Pierdomenico Simone, e lo stesso regista Marco Zoppello.
Da martedì 22 agosto il festival prenderà il via da Palazzo Da Schio: alle 19 Luca Radaelli e Maurizio Aliffi di Teatro Invito porteranno al Be Popular Macbeth Banquet, uno spettacolo che trasforma la tragedia shakesperiana in un monologo con inserti di dialetto lombardo. Una cucina, un luogo dove si preparano piatti oscuri e macchinazioni crudeli. La scenografia è composta da oggetti di uso comune, come pentole, vasellame, coltelli, attrezzi da cucina, in un’ambientazione scabra. In Macbeth Banquet un cuoco racconta la vicenda shakespeariana con l’ausilio dei cibi disponibili in cucina, entrando nei pensieri dei personaggi, e interpretandone i gesti. Le azioni alludono alla preparazione del banchetto in cui apparirà il fantasma di Banquo. Un banchetto “casalingo” per un assassinio perpetrato tutto in famiglia, in cui le ambizioni del protagonista svaniranno in una nuvola di vapore. L’azione scenica sarà accompagnata da musica dal vivo: la chitarra di Maurizio Aliffi dialogherà con l’interprete Luca Radaelli in una vera e propria tragedia musicale.
Alle 21.30 sarà invece il turno di Tournèe da Bar, che calcherà il palcoscenico di Palazzo Da Schio con Elena, interpretato e suonato da Elisabetta Raimondi Lucchetti e Maria Luisa Zaltron, premio hystrio alla vocazione 2021. Elena è la donna che tutti conoscono come la causa della lunga guerra di Troia, ma Euripide mette in scena la seconda versione del mito: Elena non è mai stata a Troia. Al centro dell’opera si pone dunque una terribile consapevolezza: la guerra di Troia è stata combattuta per un’illusione e si è sofferto per nulla. La riflessione si dipana, dunque, intorno all’inutilità della guerra di Troia, della violenza e della devastazione. Vi sono poi le pesanti conseguenze: da una parte i morti, la sofferenza delle famiglie e le città distrutte, dall’altra una donna, la cui reputazione è infranta da un’infamia che non ha mai compiuto. La guerra di Elena, dunque, non è ancora finita, in quanto ella dovrà lottare per convincere i compatrioti della sua innocenza. Compito arduo, perché ammettere che la vera Elena non è mai stata a Troia significa comprendere che, citando Euripide, si è “sofferto invano per una nuvola”.
Mercoledì 23 agosto sarà una giornata interamente dedicata al teatro spagnolo, grazie alla presenza di due mimi quali Cia Maria Andrés e Alberto Castrilo-Ferrer. La serata inizierà con Cia Maria Andrés alle 19 in Fràgil, uno spettacolo di clown gestuale e fisico, adatto a qualsiasi tipo di pubblico, che metterà in relazione la pantomima con i nuovi linguaggi, come ad esempio la poesia. La protagonista, uscendo da una semplice scatola di cartone, intraprenderà un viaggio pazzo e divertente attraverso le emozioni, l’incomprensione e le assurdità umane, nell’attesa che arrivi qualcosa, o qualcuno, che possa dare un senso alla nostra speranza e al tempo trascorso ad aspettare. Cadere e tirarsi su. Cadere e tirarsi su. Cadere e tirarsi su. E nel mezzo di tutto questo, continuare a giocare, sognare e soprattutto a ridere di noi stessi. Perché, tra una caduta e l’altra, chi non si innamora?
Lo stesso giorno, alle 21.30, Alberto Castrilo-Ferrer porterà in scena come prima nazionale Ildebrando Biribó, un “monologo a più voci” in cui l’attore gioca con miriadi di personaggi, intrecciando le loro storie e creando vortici di idee che vengono lanciate sulla scena. Con grandi dosi di umorismo, una trentina di ruoli, dai più terreni ai più aulici, Alberto Castrilo-Ferrer racconta la sua tragedia evocando diversi mondi, epoche passate e situazioni estreme. Un’eterna caduta nell’abisso, un continuo aprirsi di cassetti, ambientazioni, e una riflessione sul teatro partendo da uno dei suoi pilastri: l’ufficio del teatro, personificato nella figura del suggeritore. A supporto della proposta entra in scena un mobile multiuso dalla facoltà di diventare tutto l’immaginabile, da nuvola celestiale a conchiglia del suggeritore, dai fruttivendoli parigini al teatro dei burattini, permettendo al mimo di creare e coinvolgere il pubblico nel magico mondo di Ildebrando Biribó.
Giovedì 24 agosto, alle 19, la voce e la fisarmonica di Veronica Canale incontreranno il trombone e la sega armonica di Luca Tapino nello spettacolo I Sognaturi, canti d’amore, ninna-nanne e altre storie. Il progetto nasce nel 2014 dalla collaborazione fra Veronica Canale e Trevor Brown. Il repertorio, di canti tradizionali e veneziani arrangiato in chiave contemporanea, narra attraverso la musica sentimenti e frammenti di vite passate. Il duo si è esibito fra il 2014 e il 2016 in Europa e in Australia in vari festival, piccoli teatri, case, strade e palchi di vario genere. Per questa occasione, il duo assume una nuova forma con Luca Tapino.
La stessa sera alle 21.30, Matthias Martelli presenterà La Fame dello Zanni, spettacolo tratto dalla celebre opera di Dario Fo e Franca Rame Mistero Buffo, per la regia di Eugenio Allegri. Dario Fo, premio Nobel per la letteratura, compone con maestria questo monologo che va alle radici del teatro: in uno spazio vuoto l’attore evoca mondi e personaggi, facendo esplodere l’immaginazione del pubblico, in un mix di ironia e satira, fra lingue inventate, grammelot, uso istrionico del corpo e della gestualità. La Fame dello Zanni, fra le più note giullarate di Dario Fo, è il racconto di una fame disperata, grottesca e smodata, che spinge lo Zanni, prototipo di tutte le maschera della Commedia dell’Arte, a mangiare se stesso pur di saziare il suo irresistibile appetito. Lo Zanni, tuttavia, non è una figura astratta, ma la metafora di tutti i derelitti, gli sconfitti, gli “affamati” che ancora oggi cercano riscatto. A interpretare tutto ciò è Matthias Martelli, erede della tradizione giullaresca e di Dario Fo, che riscopre in nuove forme e con nuovi linguaggi questa antica e sorprendente arte teatrale.
Venerdì 25 agosto, alle 19, la serata verrà aperta da Armamaxa nel suo Orlando Furiosamente Solo Rotolando, messo in scena e raccontato da Enrico Messina. Camicia bianca, una tromba e uno sgabello: è tutto quel che serve per raccontare le vicende dei paladini di Carlo Magno e dei terribili saraceni. All’essenzialità della scena si contrappongono la ricchezza ed i colori delle immagini evocate: accampamenti, cavalieri, dame, duelli, incantagioni, palazzi, armature, destrieri. Un vortice di battaglie ed inseguimenti il cui motore è sempre la passione, vera o presunta, per una donna, un cavaliere, un ideale. Reale trasporto o illusorio incantesimo? Sono solo storie. Storie senza tempo di uomini d’ogni tempo, in cui tutto è paradosso, iperbole, esasperazione. Riscoprire il piacere della fabulazione e della fascinazione della parola, il senso di ascoltare delle storie e di ascoltarle assieme ad altri. Arte un tempo assai familiare alla nostra cultura, ormai trascurata se non del tutto dimenticata. Ecco perché l’Orlando Furioso di Ariosto, che proprio dall’arte dei cantastorie prese linfa per diventare alta letteratura; ed ecco perché il travolgente racconto che ne ha fatto Italo Calvino insieme a stralci di immagini “rubate” ad altri suoi libri come “Il Cavaliere Inesistente”. Così le parole dei canti e delle ottave di Ariosto prendono nuova vita, un po’ tradite un po’ ri-suonate, e la narrazione avanza tra guizzi di folgorante umorismo e momenti di grande intensità, mescolando origini, tradizioni e dialetti. Nell’appassionante lavoro di scrittura alcuni episodi sono stati ripresi, altri rielaborati, altri completamente inventati com’è nell’essenza stessa dell’arte di raccontare.
Il festival continuerà alle 21.30, con StivalaccioTeatro nel suo Romeo e Giulietta, in scena Anna De Franceschi, Michele Mori e Marco Zoppello, che ne firma anche la regia. Girolamo Salimbeni e Giulio Pasquati, sopravvissuti all’Inquisizione, ripiegano sul poco onorifico mestiere dei saltimbanchi…ma finalmente giunge, inaspettata, l’occasione per riscattarsi. Recitare per Enrico III, futuro Re di Francia, nientemeno che la più grande e tragica storia d’amore di tutti i tempi: Romeo e Giulietta. Ed ecco comparire nel campiello Veronica Franco, “honorata cortigiana” della Repubblica, disposta a cimentarsi nell’improbabile parte dell’illibata giovinetta. Si assiste dunque ad “prova aperta”, dove la celeberrima storia del Bardo prende forma e si deforma nel mescolarsi di trame, di dialetti, canti, improvvisazioni, suoni, duelli e pantomime.
Sabato 26 agosto gli eventi inizieranno alle 19 con l’incredibile pantomina di Enrico Mazza nel suo From a Suitcase, del quale cura anche la regia. L’evento nasce con il sostegno di Atelier Teatro fisico di Philip Radice. Lo spettacolo inizia con un grosso cubo nero da cui spunta una bizzarra valigia, e dalla valigia a sua volta un eccentrico personaggio. From a Suitcase è il one mime show di un mimo tanto elegante quanto strampalato, protagonista di un’insolita sequenza di sketch comici che accompagnano il pubblico in un mondo assurdo, in cui tutto può succedere. Un universo ribaltato dove anche gli oggetti più comuni, come un rotolo di scotch o una busta delle lettere, cambiano natura e diventano gioco. Comicità, leggerezza, poesia e tanto coinvolgimento!
Alle 21.30, invece, Chiara Mascalzoni andrà in scena con Sic Transit Gloria Mundi – La Papessa, uno spettacolo del 2016 prodotto da Ippogrifo Produzioni, scritto e diretto da Alberto Rizzi, vincitore di numerosi premi tra i quali il secondo posto al Premio Cervi 2016, il Primo Premio Endas Emilia Romagna 2016, la Migliore Interpretazione al Doit Festival 2017, e il Miglior Spettacolo per L’italia Dei Visionari 2017.
Nel 2017 è stato inoltre selezionato ai festival Milano Off 2017, Fringe Festival Di Roma e all’Avignone Off nel 2018. Un monologo divertente, intelligente e fantasioso, che attraverso l’inventatissima vicenda di Papa Elisabetta, la prima donna a salire sul soglio di Pietro, affronta il verissimo tema del maschilismo del mondo occidentale. Con una insolita prospettiva, ovvero la storia della chiesa cattolica, si rilegge il ruolo e la funzione della donna in tutta la storia occidentale. Si ride molto e si pensa altrettanto, soprattutto alla violenza, all’esclusione e alla discriminazione a cui la donna è stata sottoposta fin dai tempi di Eva.
Domenica 27 agosto, alle 19, partirà da Palazzo da Schio l’evento itinerante nel quale i
partecipanti al laboratorio teatrale formativo, con Michele Mori e Marco Zoppello, avranno modo di restituire alla cittadinanza il lavoro svolto nell’arco della settimana del festival, nell’evento L’arte del Buffone. Alle radici del teatro rinascimentale e della Commedia dell’Arte troviamo alcune figure ibride di artisti, solisti della maestria attoriale, donne (per la prima volta in scena) e uomini impiegati nel ruolo di intrattenitori/trici di piazza e di palazzo. Il loro repertorio era vasto e articolato: ballavano, recitavano e cantavano in falsetto, imitavano suoni, rumori, voci di animali, vecchi, bambini, stranieri, e a ciò affiancavano una gestualità oscena, salti e acrobazie. Durante la settimana di laboratorio ogni partecipante costruirà il proprio oratore, e la propria oratrice, a partire dalle capacità individuali di ciascuno/a, attitudini al movimento, al canto, alla danza, ai dialetti, al suono di uno strumento. Nel teatro popolare ognuno/a sfrutta al meglio le proprie qualità, sviscerandole, esplorandole ed esaltandole per farle poi vivere nella scena. Partendo dalla lezione del Maestro Dario Fo, si perseguirà l’idea di un teatro popolare stratificato, sacro e profano, universale e proprio per questo capace di parlare a tutti/e.
A chiudere il festival la sera stessa, alle 21.30, sarà la compagnia StivalaccioTeatro, portando in scena l’attore Stefano Rota nello spettacolo Cèa Venessia, una coproduzione del 2020 tra StivalaccioTeatro, Teatro Stabile del Veneto “Carlo Goldoni” e OperaEstate Festival. Australia, 1882. Un gruppo di coloni provenienti dal Veneto e dal Friuli fondano il primo insediamento collettivo Italiano del continente. Il nome con il quale la colonia viene tramandata oralmente, di padre in figlio, è Cèa Venessia (Piccolo Veneto), perché nel cuore di chi vi arrivò doveva ricordare casa. Il nome che risulta nei documenti è, invece, New Italy, una delle culle dell’emigrazione italiana nel continente Australe. Lo spettacolo racconta di questi migranti e del loro viaggio. Erano i Tomè, Nardi, Bellotto, Roder, Antoniolli, Piccoli e tanti altri che, spinti dalla fame e dalla miseria, caddero vittime delle promesse di un nobile francese, il Marchese De Rays. Con alle spalle una pianura agricola disperata e arretrata, i nostri si misero in viaggio. Raggiunta Barcellona con mezzi di fortuna si imbarcarono in quella che oggi chiameremmo una carretta del mare, verso la Nuova Francia pronta ad accoglierli a latte e miele. Inutile dirlo: non trovarono né il latte, né tantomeno il miele. Il punto di vista è quello di Giacomo Piccoli, un giovanotto di Orsago partito col cuore gonfio di speranze e la cieca passione di chi ha conosciuto solo la misera e che “no e poi no, è sicuro, la vita può essere meglio di così!”.
Biglietti
Spettacoli delle 19.00: 6 euro
Spettacoli delle 21.30: 10 euro
Card giornaliera per entrambi gli spettacoli: 12 euro
Nel prezzo del biglietto è incluso un calice di vino offerto dalle Cantine Da Schio.
Biglietti acquistabili online su vivaticket.it, e in loco un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.
Pagamento in contanti, Satispay o Bancomat.
Cena dei Buffoni: 50 euro comprensivo di cena, bevande, spettacolo.
Biglietti acquistabili entro il 16 agosto 2023 su vivaticket.it.
Informazioni
Stivalaccio Teatro
Tel. 0444 534321
Cell. 371 1984391
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Fonte: “Be popular”, Festival di teatro popolare , Comune di Vicenza