Tra i personaggi più famosi di Vicenza, con un bel salto indietro nel tempo, c’è Antonio Pigafetta, rampollo di una nobile famiglia vicentina che negli anni 1519-1522 seguì Ferdinando Magellano nella sua avventura attorno al globo e la raccontò con cura e passione, da antesignano, quasi, dei giornalisti alla Piero Angela.
Chi era Antonio Pigafetta?
Antonio Pigafetta nasce a Vicenza intorno all’anno 1491. Fin dalla tenera età si distingue per il suo interesse verso materie come l’astronomia e la cartografia, che studia con passione fino agli anni universitari. Verso il 1518 si trasferisce in Spagna al seguito del nunzio apostolico Francesco Chiericati, potente monsignore, anche lui vicentino. Uomo profondamente ambizioso e desideroso di gloria, Pigafetta stava per imbarcarsi in un’avventura incredibile per un uomo del tempo.
La circumnavigazione del globo
Corre l’anno 1519 quando l’esploratore portoghese Ferdinando Magellano riceve dal re di Spagna Carlo I il patrocinio per un progetto piuttosto ambizioso: raggiungere le cosiddette Indie Orientali passando da Ovest. Gli europei sanno già da alcuni decenni dell’esistenza del continente americano e gli imperi di Spagna e il Portogallo già si sono “spartiti” le terre al di fuori dell’Europa, dividendo il mondo in est e ovest, come sancito dal Trattato di Tordesillas.
Magellano, tuttavia, è convinto che sia possibile aggirarlo, che ci sia una via d’acqua che unisca l’Oceano Atlantico con le acque al di là delle Americhe. Il viaggio sarà lungo più di due anni, e terminerà con il ritorno in Spagna di sole due delle cinque navi partite per la spedizione. Magellano morirà prima di fare rientro in Spagna.
Il “Racconto del primo viaggio intorno al mondo”
Il racconto del vicentino Pigafetta, uno dei soli 18 superstiti di una spedizione partita con 265 membri, costituisce un’importantissima fonte per la storiografia e l’etnografia di quegli anni. In esso sono narrate nei minimi dettagli non solo le fasi del viaggio, ma anche gli usi e i costumi dei popoli indigeni incontrati.
La sua è una relazione appassionata di un uomo curiosissimo, sempre con la penna pronta ad annotare qualsiasi informazione, dalle storie che ascolta dalle parole delle persone che incontra alla descrizione dettagliata della fauna e della flora di quelle terre. La lingua cebuana, parlata nelle Filippine, ha nella descrizione e nella traduzione che ne fece Pigafetta la sua prima attestazione. A ricordo di ciò e, come recita la motivazione, “come simbolo dell’amicizia tra l’Italia e le Filippine”, sull’isola di Cebu è stata eretta una statua in suo onore.