venerdì, Dicembre 19, 2025

Progetto Agropef, PMI protagoniste dell’innovazione sostenibile

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PALERMO (ITALPRESS) – Le piccole e medie imprese non solo come destinatarie, ma come soggetti attivi dei processi di innovazione sostenibile e di sviluppo territoriale: questo l’obiettivo del progetto Agropef, organizzato dal Centro di sostenibilità e transizione ecologica (Cste) dell’Università di Palermo. I risultati dell’iniziativa sono stati presentati questa mattina in un convegno nell’Aula Capitò del dipartimento di Ingegneria, alla presenza tra gli altri del direttore del Cste Maurizio Cellura. Finanziato dal ministero dell’Università e della Ricerca per i poli scientifici del Mezzogiorno, Agropef si pone la missione di supportare le imprese nella misurazione dell’impronta ambientale dei prodotti, migliorandone efficienza e competitività: in questo senso si punta a rendere le Pmi protagoniste di uno sviluppo che coniughi al proprio interno innovazione, sostenibilità ambientale e valorizzazione del territorio

In particolare, spiega Cellura, “il tema centrale è aiutare le Pmi a superare le barriere nell’adozione di strumenti e certificazioni ambientali, nella fattispecie l’impronta ambientale di prodotto. L’impiego di questi strumenti è cruciale, perché nei fatti consente di entrare nel mercato dei consumatori più sensibili alle tematiche ambientali: in questo senso è una grande opportunità per le Pmi. Ci sono barriere legate al livello organizzativo di queste imprese e alla capacità di essere più flessibili e pronte alle sfide di mercato, in particolare la conoscenza delle proprie prestazioni e le strategie per migliorarle: partendo da questo abbiamo operato nel tessuto del Mezzogiorno e cercato di capire quali sono le barriere”.

Il progetto, aggiunge il direttore del Cste, è stato “applicato a due realtà importanti del sud Italia, un pastificio e un’azienda che produce vino di ottimo livello (Primeluci e Donnafugata, ndr), proprio per testare la metodologia: i risultati sono molto interessanti, speriamo di continuare in futuro. Il valore aggiunto è legato al fatto che, con questo brand, le Pmi possono raggiungere mercati di consumatori che altrimenti non raggiungerebbero e possono farlo attraverso un marchio riconosciuto in tutta Europa: quando si parla di impronta ambientale di prodotto tutti sono in grado di riconoscerne uno, quindi diventa un vero valore aggiunto; se poi si combina con le peculiarità del territorio, grazie anche all’esperienza in corso ad esempio nel Med Green in Italy, riusciamo a combinare il brand italiano e le sue qualità tipiche con un sistema di certificazione riconosciuto a livello europeo. È molto importante che questi strumenti si diffondano presso le Pmi e le microimprese”.

– Foto xd8/Italpress –

(ITALPRESS).

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