ROMA (ITALPRESS) – La U.S. Space Force sta ultimando un documento strategico volto a espandere la collaborazione internazionale in orbita, mentre la branca militare cerca di prepararsi a operare in un dominio conteso. Parlando allo Space Symposium, il capo delle operazioni spaziali del servizio, il generale Chance Saltzman, ha detto che presto pubblicherà una “Strategia di partnership internazionale”, descrivendola come un quadro per aumentare la collaborazione con gli alleati, migliorare l’interoperabilità, massimizzare la condivisione delle informazioni e garantire gli interessi collettivi nello spazio. “L’ho già detto e lo ripeto – ha sottolineato nel corso del suo intervento -: il potere spaziale è lo sport di squadra per eccellenza”.
La strategia è attualmente nelle fasi finali di coordinamento e sarà resa nota nelle prossime settimane. Lo sforzo della Forza spaziale per aumentare la collaborazione internazionale giunge mentre sia la Russia che la Cina hanno dimostrato negli ultimi anni avanzate capacità anti-satellite, sollevando le preoccupazioni dei funzionari della difesa degli Stati Uniti per le vulnerabilità dei sistemi spaziali che sono fondamentali per le comunicazioni, la raccolta di informazioni e l’allarme missilistico.
Saltzman, anticipando i contenuti della strategia, ha sottolineato che la vastità e la complessità delle operazioni spaziali rendono impossibile per ogni singola nazione proteggere il dominio da sola. “Il dominio spaziale è troppo grande, complesso e dinamico perché una singola nazione possa proteggerlo autonomamente”, ha osservato. Contrastare le azioni ostili contro gli Stati Uniti e gli alleati nello spazio, ha detto, “richiede uno straordinario grado di fiducia, coordinamento e impegno condiviso tra nazioni che condividono le stesse idee. La cooperazione con alleati, partner ed entità commerciali non è solo una buona idea, è essenziale”, ha aggiunto.
La nuova strategia arriva mentre la Forza spaziale, istituita nel dicembre 2019, continua a definire il suo ruolo operativo e a sviluppare le sue capacità in un contesto di crescente riconoscimento dello spazio come dominio bellico. La strategia si basa su iniziative già in corso, tra cui la nomina, l’estate scorsa, del maresciallo dell’aria britannico Paul Godfrey ad assistente capo delle operazioni spaziali per i concetti futuri e le partnership – la prima volta che un ufficiale non statunitense è stato integrato in una posizione così elevata all’interno della Space Force.
“La sua presenza ha creato un promemoria quotidiano nel quartier generale che ci ricorda che dobbiamo rimanere collegati. Dobbiamo considerare ciò che i nostri alleati e partner potrebbero pensare”, ha commentato Saltzman. Ha descritto la nuova strategia come una “infrastruttura per trasformare la politica in azione, garantendo un approccio unificato e resistente alla sicurezza spaziale internazionale”. Uno dei principi chiave contenuti nel documento è quello di sfruttare i vantaggi comparativi dei diversi partner.
“Si tratta di economia di base. Ognuna delle nostre nazioni e organizzazioni ha qualcosa da offrire”, ha detto Saltzman. “Il trucco sta nel concentrarsi sulle aree in cui abbiamo un vantaggio comparativo. Forse è la consapevolezza del dominio spaziale o i carichi utili ospitati. Forse è la capacità di lancio, o anche la semplice geografia di una stazione di terra”.
La Space Force condivide già i dati relativi alla consapevolezza del dominio spaziale con gli alleati e ha stabilito partnership con Paesi come la Norvegia e il Giappone su specifiche missioni spaziali. Tuttavia da parte americana è riconosciuto che un’integrazione più profonda richiederà il superamento di ostacoli significativi, in particolare per quanto riguarda le informazioni classificate. “Non sono soddisfatto dei nostri progressi nella declassificazione delle informazioni”, ha continuato il capo dell’ente spaziale USA.
“Dobbiamo essere più veloci. Dobbiamo passare dalla mentalità del “bisogno di sapere” a quella del “bisogno di condividere”. Le barriere che dobbiamo affrontare sono complicate, ma non sono insormontabili”. Saltzman ha sottolineato l’importanza delle esercitazioni congiunte per garantire la preparazione a potenziali conflitti futuri. “Se non siamo strettamente accoppiati nell’addestramento, se non conciliamo i nostri concetti operativi, se non integriamo le nostre capacità, avremo una curva di apprendimento molto ripida quando saremo chiamati in causa in una crisi o in un conflitto”, ha affermato.
La strategia delinea piani per incorporare più personale alleato nei processi di progettazione delle forze statunitensi “fin dall’inizio”, espandendo al contempo le esercitazioni congiunte e gli scambi di personale. Come esempio di partnership di successo, viene portata quella tra un’unità della Space Force a Tucson, in Arizona, e gli alleati in Sud America. “Con un equipaggio di soli guardiani e aviatori, il team ha condotto 19 importanti iniziative di cooperazione per la sicurezza in sette nazioni partner. Hanno aiutato a installare telescopi e centri operativi in tutto il continente. E forse la cosa più impressionante è che il team ha sfruttato le capacità commerciali per costruire un sistema di consapevolezza del dominio migliorato” per condividere i dati, ha aggiunto. “Questo è un incredibile passo avanti nell’integrazione dei partner in Sud America”.
– foto IPA Agency –
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